Oggi alle Giornate degli Autori di Venezia ci saranno due proiezioni speciali, particolarmente attuali e legate al tema della migrazione. Il primo è No Borders di Haider Rashid, un film breve e rivoluzionario in cui il regista, il protagonista e lo spettatore dell’immagine possono diventare la stessa persona. Il narratore della storia è l’attore Elio Germano e il “punto di vista” diviene esperienza globale, realtà virtuale ma anche immagine reale.
La tecnologia usata per No Borders infatti permette agli spettatori di empatizzare in modo non banale e superficiale con i migranti. L’autore del progetto Haider Rashid, regista fiorentino di origine irachena, è un italiano di seconda generazione, quella di cui nei nostri telegiornali si parla con tanto allarmismo. Elio Germano (foto copertina) è il narratore che, andando oltre la propaganda politica di sfruttamento del fenomeno migratorio, ci porta nel mondo di No Borders. Un film che torna a parlare di guerra, della fuga e dell’accoglienza come necessaria conseguenza.
“Il mio percorso personale e professionale mi spinge a lavorare con uno sguardo che tende alla visione di un’Italia del futuro, in cui l’accoglienza fa parte di un percorso verso una multiculturità che da anni aspettiamo” dichiara Rashid Haider, regista concentrato sull’aspetto migratorio e meticcio dell’Italia. Girato, tra il Centro Baobab di Roma autogestito dai cittadini romani (sgomberato nel dicembre 2015 dalle forze dell’ordine) ed il No Borders di Ventimiglia, (sgomberato anche questo di recente), il film usa “la realtà virtuale come uno strumento per immergersi nella vita dei centri di accoglienza ed offrire un punto di vista diverso da quello dei media tradizionali grazie all’annullamento delle distanze“.
Altro evento speciale è la proiezione di Caffè di Cristiano Bortone, che arriverà al cinema il prossimo 22 settembre. Secondo i sommelier, il caffè ha tre sapori: l’amaro, l’aspro e una nota finale profumata. Attraverso l’elemento comune di questo prodotto così evocativo, il film racconta tre storie ambientate in tre parti del mondo molto lontane fra di loro.
In Belgio, durante alcuni scontri di piazza, dal negozio di Hamed (Hichem Yacoubi), un immigrato iracheno, viene rubata una preziosa caffettiera. Quando lui scopre l’identità del ladro decide di farsi vendetta da solo. In Italia, Renzo (Dario Aita), un giovane esperto di Latte Art viene coinvolto in una rapina in una torrefazione. Ma le cose non vanno come previsto. In Cina, Ren Fei (Fangsheng Lu), un brillante manager, scopre che la fabbrica di cui si deve occupare rischia di distruggere una valle nello Yunnan, la bellissima regione ai confini col Laos.
Con Caffè, il regista Cristiano Bortone ha cercato di raccontare le incertezze di questi nostri tempi “attraverso le storie di tre personaggi comuni che combattono, come tutti noi, la loro piccola battaglia personale, solo un tassello di problematiche più grandi: il flusso epocale di migranti, lo scontro tra popoli e culture, il declino economico della società occidentale, l’emergenza ecologica”.