È uno dei carteggi più struggenti e significativi del ‘900, quello di Ingeborg Bachmann e Paul Celan, due fra i più grandi poeti della loro generazione: dopo essere diventata anche un libro (Troviamo le Parole. Lettere 1948-1973, pubblicato in Italia da Nottetempo), questa struggente corrispondenza rivive in un film, The Dreamed Ones, diretto da Ruth Beckermann e in concorso a Filmmaker (Milano, 25 novembre/4 dicembre).
Non un semplice biopic, né la messa in scena “in costume” di un epistolario, piuttosto un “film parlato” dove la parola si trasforma in esperienza: sullo schermo un attore e un’attrice – Anja Plaschg e Laurence Rupp – che si incontrano a Vienna, nello studio di registrazione di Funkhaus. Sono giovani, felici di godersi la reciproca compagnia. Conversano, fumano, sembrano corteggiarsi.
Forse è il testo che stanno leggendo a condizionarli, oppure è proprio il sentimento che provano a permettere loro di trovare il giusto respiro per far vibrare con intensità le lettere di Bachmann e Celan, incapaci di stare vicini così come di lasciarsi, entrambi alla ricerca delle parole che li facessero incontrare:
«Dovrei venire, guardarti, tirarti fuori, baciarti e sostenerti, per non farti scivolare via. Ti prego, credimi, un giorno verrò e ti porterò via con me».
Un cinema solo all’apparenza “semplice” e in sottrazione, che mette al centro la densità del carteggio: “La fonte letteraria doveva rimanere in primo piano – spiega Ruth Beckermann – nulla andava tolto a una storia d’amore così romantica e tragica. Poi mi incuriosiva vedere come due giovani di oggi riuscissero a ridare voce a quelle lettere, scritte in un momento storico completamente diverso, ma da due loro coetanei: quando si sono incontrati, Ingeborg aveva 22 anni e Paul 27. Mi incuriosiva capire se quelle parole sarebbero ancora state in grado di scatenare qualcosa nell’animo dei lettori“. E degli spettatori.