È stata un’autentica pioggia di nominations agli Oscar (14!) per il La La Land di Damien Chazelle. Un musical moderno – che ha aperto la 73. Mostra del Cinema di Venezia e da domani al cinema– che rappresenta una lettera d’amore alla magia della vecchia Hollywood raccontata da un punto di vista giovane e contemporaneo, incarnato dalla splendida coppia formata da Ryan Gosling ed Emma Stone. Nel cast anche J.K. Simmons e il cantante John Legend (autore della canzone Start a Fire, presente nella colonna sonora).
Mia (Emma Stone) è un’aspirante attrice che, tra un provino e l’altro, serve cappuccini alle star del cinema. Sebastian (Ryan Gosling) è un musicista jazz che sbarca il lunario suonando nei piano bar. Dopo alcuni incontri casuali, fra Mia e Sebastian esplode una travolgente passione nutrita dalla condivisione di aspirazioni comuni, da sogni intrecciati e da una complicità fatta di incoraggiamento e sostegno reciproco.
Ma quando iniziano ad arrivare i primi successi , i due si dovranno confrontare con alcune scelte che metteranno in discussione il loro rapporto. La minaccia più grande sarà rappresentata proprio dai sogni che condividono e dalle loro ambizioni professionali. Cosa seguiranno? L’amore o il successo?
Con La La Land, il regista Damien Chazelle – autore del piccolo gioiello Whiplash – rende omaggio alle leggende del cinema e nello stesso tempo di portare sullo schermo come universo incantato, ma anche reale e palpabile, il territorio umano più privato. Il territorio delle relazioni intime, dei sogni più arditi e dei momenti in cui le decisioni che si prendono decidono un intero destino. “Per me era importante realizzare un film su due sognatori, su due persone che hanno grandi sogni che li fanno avvicinare, ma che li portano anche a separarsi” ha introdotto il giovane regista.
La La Land è diverso da Whiplash sotto molti aspetti, anche se trattano un aspetto comune: “entrambi affrontano un argomento che sento molto: come mantenere l’equilibrio tra la vita e l’arte, come bilanciare la realtà e i sogni e, in particolare, come gestire in modo equo i tuoi rapporti con l’arte e quelli con le altre persone – continua Chazelle – qui ho voluto raccontare questa storia usando musica, canzoni e ballo: il musical è un genere magnifico per esprimere quell’equilibrio tra sogni e realtà”.
La pellicola inizia come un folle sogno. Damien Chazelle ha voluto misurarsi in un film che convogliasse la magia e l’energia dei più coinvolgenti e romantici musical francesi e americani dell’Età d’Oro nella nostra epoca, più complicata e stanca. Per la straordinaria velocità con cui è cambiato il mondo negli ultimi cinquant’anni, siamo forse meno prigionieri dei capricci di incontri fortuiti o opportunità perdute, di sogni che si infrangono o di sogni che si realizzano, di conoscere l’amore puro e folle? Chazelle era curioso di sapere se un racconto con canzoni e balli potesse ancora divertire e affascinare il pubblico in un mondo in cui il cinema è sempre più dark e digitalizzato.
“Con La La Land ho voluto realizzare una storia d’amore e creare un musical come quelli che mi mandavano in estasi quando ero bambino, ma aggiornato, moderno, ambientato nella nostra epoca”. A livello di influenze classiche, Chazelle si è ispirato solamente ai film di Jacques Demy, il regista della New Wave francese che interruppe la serie di film super impegnati degli anni ’60 con musical colorati e vivacissimi come Les Parapluies de Cherbourg, Josephine e A Room In Town. Chazelle ha voluto fondere alcuni degli elementi che amava di più dei musical degli anni ’40, ’50 e ’60 – la continuità della colonna sonora, i colori vivacissimi, l’energia che esprimevano – con la sua città preferita, Los Angeles, che in La La Land è diventata un personaggio romantico, come i due innamorati del film.
Los Angeles è stata molte cose nel cinema – uno sfondo noir, un paradiso del lusso, una città preda di sfrenate ambizioni. Ma Chazelle ha considerato Los Angeles una musa, una tela su cui si avvicendano incontri fatali, un traffico pazzesco, dove ognuno insegue i propri sogni, a volte senza successo, a volte con successo. La Los Angeles di Chazelle è anche una città di incredibili desideri – una L.A. di piccoli club di jazz, di sale d’aspetto per le audizioni, appartamenti e caffetterie dove si incontrano le persone famose e gli sconosciuti che vorrebbero diventare famosi; una L.A. dove feste, planetari e perfino parcheggi possono perdere la loro normalità e diventare un sogno in movimento accompagnato da tanta musica.
“L’idea è stata quella della vecchia Hollywood di creare una nuova coppia, una coppia iconica – commenta Chazelle – c’erano Fred e Ginger, Bogart e Bacall, Myrna Loy e Dick Powell, coppie incredibili che interpretavano ruoli diversi ma che erano sempre loro”. Per quanto La La Land sia una storia romantica mozzafiato, è anche il racconto di quanto perdiamo per inseguire i nostri sogni: “ironia della sorte, Sebastian e Mia devono separarsi per realizzare i loro sogni. Mi commuove l’idea che nella vita puoi incontrare qualcuno che ti trasforma e che ti aiuta a diventare la persona che hai sempre sognato di essere – ma che alla fine devi andare avanti da solo. Può nascere un amore che influenzerà tutta la tua vita, ma che non durerà tutta la vita”.
Il pianista jazz Sebastian rischia di respingere l’amore più grande della sua vita. Appassionato di jazz retrò, non è disposto a mettere in gioco le sue convinzioni per niente e per nessuno, tanto che all’inizio respinge Mia, considerandola un’altra di quelle persone che non capiscono l’importanza dei suoi sogni, ma le cose non vanno come aveva pianificato. Ad interpretarlo è stato un inedito Ryan Gosling: “Sebastian vuole diventare un grande pianista jazz e a questo ha dedicato tutta la sua vita – racconta l’attore – il mondo che lo circonda gli dice però che quei tempi sono finiti. I suoi eroi erano nati 70 anni prima, e nella nostra epoca un grande pianista che suona vero jazz è destinato a lavorare in pianobar dove la gente non smette neppure di chiacchierare per ascoltarti”.
La linea che separa le tue convinzioni dall’essere nessuno è sottilissima, riconosce Gosling: “credo che Sebastian viva il conflitto tra l’essere un purista e l’essere uno snob, alla fine affronta un problema che molti creativi si trovano di fronte a un certo punto della loro vita: devo inseguire un lavoro che mi soddisfi o devo accettare l’idea che è solo un lavoro e che devo pagare le bollette?”.
Il problema si presenta in forme diverse quando Sebastian incontra Mia. Quasi immediatamente pensa che il destino della ragazza sia molto più promettente e vuole aiutarla a realizzare i suoi sogni: “penso che per lui sia più facile occuparsi dei sogni di Mia che dei propri – osserva Ryan Gosling – è convinto che Mia debba crearsi nuove opportunità e smettere di aspettare che la gente le dia il permesso di fare quello che ama fare”.
L’aspirante attrice Mia è invece un’aspirante attrice che sembra prigioniera di un loop infinito tra il lavoro di barista e le innumerevoli audizioni cui si presenta quando incontra lo scostante pianista a bordo di una decapottabile che interrompe l’incantesimo: “Mia è spinta da qualcosa che lei stessa non capisce bene – spiega Emma Stone – vuole fare l’artista in una città dove tantissima gente nutre le sue stesse aspirazioni. Lei sa di avere dentro qualcosa di speciale, ma non sa cosa sia”. L’attrice sottolinea che l’obiettivo delle figure di ballo non era la perfezione: “i nostri personaggi sono artisti che lottano per emergere, nessuno gli chiede di essere cantanti o ballerini professionisti”.
Emma Stone riflette infine su come Mia affronta il suo innamoramento: “credo che Mia e Sebastian siano di ispirazione l’uno per l’altro in modi diversi. Quando si incontrano si trovano entrambi in una situazione di stallo creativo, difficile da modificare”. Sarà poi Sebastian stimolare la creatività di Mia che, allo stesso tempo, suggerisce a Sebastian di ampliare e perseguire la sua arte in modi cui non aveva mai pensato. “Alla fine credo che così tutti e due riescano ad aprire nuovi mondi che avevano dentro – conclude la Stone – ma che non avevano mai avuto il coraggio di esplorare”.
“La La Land è passione, passione per l’arte e passione per l’amore”.
Damien Chazelle