Billy Lynn (Joe Alwyn) in TriStar Pictures' BILLY LYNN'S LONG HALFTIME WALK.

Ang Lee contesta la società americana con la storia di Billy Lynn

L’esordiente attore Joe Alwyn è il protagonista di Billy Lynn – Un Giorno da Eroe, il nuovo film diretto da Ang Lee basato su È il tuo giorno, Billy Lynn!, il romanzo di Ben Fountain. Al cinema dal 2 febbraio, il film è inoltre interpretato da Kristen Stewart, Chris Tucker, Garrett Hedlund, Makenzie Leigh, Vin Diesel e Steve Martin.


Il giovane soldato Billy Lynn (Joe Alwyn), insieme ai suoi commilitoni della Bravo Squad, diventa un eroe nazionale dopo un pericolosa azione di guerra in Iraq. Lynn e i suoi compagni vengono rimpatriati per due settimane per affrontare il Victory Tour, che prevede interviste, comizi pubblici fino alla partecipazione ad un famosa partita di football americano nel giorno del ringraziamento. Lynn, ancora traumatizzato dall’esperienza in Iraq e dalla morte di un suo commilitone, dovrà affrontare con fatica le luci della ribalta cercando di non impazzire.

Il co-produttore del film, Stephen Cornwell, ha trovato il libro di Ben Fountain davvero rivelatore: “l’ha scritto in un momento in cui l’intero Paese stava attraversando il trauma della Guerra in Iraq – spiega – un momento che non era stato ancora analizzato e riconosciuto, su cui non erano ancora state fatte riflessioni. Attraverso il personaggio di Billy Lynn, Fountain ha trovato una strada davvero coinvolgente ed efficace nel farci capire che cosa quella Guerra rappresentò”.

 Joe Alwyn e Vin Diesel

Joe Alwyn e Vin Diesel

L’idea del romanzo a Ben Fountain venne nel 2004, durante una partita di football nel Giorno del Ringraziamento: “erano trascorse tre settimane dalla vittoria alle elezioni di George W. Bush, che sconfisse Kerry – spiega lo scrittore – e io non mi riconoscevo nel mio Paese, non lo capivo. Durante l’intervallo della partita, ero seduto sul divano. Tutti gli altri che erano con me si sono alzati, nessuno vuole vedere lo spettacolo dell’intervallo della partita”. Fountain invece voleva guardarlo con attenzione: “fu surreale, uno psicotico e ammiccante mash-up del patriottismo americano, fatto di sensazionalismo, musica pop, un po’ di volgarità velatamente porno e militarismo: un gruppo di soldati in mezzo al campo con le bandiere dell’America e i fuochi d’artificio. È stata la cosa più assurda che avessi mai visto”.

Eppure nessuno si stupì. Per i commentatori alla tv e per tutti gli altri era uno spettacolo normale. Niente di nuovo o di strano. Non per Fountain: “quando vidi quei soldati in mezzo al campo, mi chiesi cosa stessero provando in quel momento. Come si fa a passare da una situazione di combattimento ad uno show così artificiale? Cosa scatta nella loro testa? É questo quello a cui ho cercato di rispondere, provando a mettermi nella pelle di Billy”.

Joe Alwyn

La storia di Billy Lynn ha catturato fin da subito l’attenzione di Ang Lee. In particolare il suo viaggio, così letterario ed emotivo, e la complicata contrapposizione tra la glorificazione al suo ritorno da eroe e la terrificante natura della Guerra che ha combattuto. Ang Lee ha deciso di raccontare la storia attraverso il punto di vista di Billy, in prima persona, esattamente come avviene nel romanzo. Attraverso uno stile – in 3D – molto immersivo che porta il pubblico ad identificarsi totalmente con il protagonista.

Billy Lynn’s Long Halftime Walk (questo il titolo originale), è stato per Ang Leeun libro davvero avvincente, per diversi aspetti: la sua osservazione dell’assurdità dell’accoglienza sopra le righe che questi guerrieri ricevono, la giustapposizione tra questa celebrazione stravagante del loro eroismo e il campo di battaglia in Iraq, l’ironia di vedere queste due esperienze affiancate. Questo libro è una riflessione esistenziale di ciò che è reale e ciò che non lo è. Lo spettacolo nell’intervallo della partita che celebra il soldato, si contrappone alla vera battaglia, il dramma, il conflitto. L’ho visto come un racconto di maturazione e di formazione di un giovane soldato che deve risolvere tutto quello che ha vissuto”.

Ang Lee sul set del film

Ang Lee sul set del film

Ang Lee ha voluto realizzare un film quanto più immersivo per lo spettatore: “quando guardiamo i film, osserviamo la storia di qualcuno sempre mantenendo una distanza. La mia speranza è che con questo film questa distanza non esista più. Voglio che il pubblico viva le stesse sensazioni di Billy, in modo più intimo e vissuto”. Un meccanismo che coinvolge la tecnologia delle immagini e che il regista chiama New Cinema: “è un nuovo modo di vivere realizzare, vedere e vivere il film. L’esperienza di Billy diventa così un mezzo drammatico e intrigante per esaminare l’umanità e la nostra società”.

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