Dall’1 all’8 marzo, in occasione della nascita e del quinto anniversario della scomparsa di Lucio Dalla, arriva al cinema Caro Lucio Ti Scrivo, inedito omaggio al celebre cantautore bolognese diretto da Riccardo Marchesini e tratto dall’omonimo spettacolo teatrale scritto da Cristiano Governa.
Egle Petazzoni (Federica Fabiani) è una postina di mezza età che adora vagare in bici per le strade di Bologna. Sarebbe una portalettere come tante altre, ma due piccoli dettagli la rendono unica: era la postina di Lucio Dalla e ha aperto alcune delle lettere a lui indirizzate. Ciò che ha scoperto è che alcuni protagonisti delle sue canzoni, nati dall’eccezionale mix di osservazione della realtà e dalla capacità di fantasticare su di essa di Lucio Dalla, hanno preso carta e penna e hanno voluto scrivergli. Anna e Marco, Futura, Meri Luis e tanti altri avevano un segreto che volevano rivelare a Lucio. Egle conosce tutti quei segreti. Scopriremo grazie a lei che fine hanno fatto alcuni dei “ragazzi” raccontati da Dalla e cos’avevano di così importante da rivelargli.
Fiction e documentario diventano una cosa sola per scoprire Lucio Dalla da un punto di vista inedito: quello dei suoi “figli”. Sullo sfondo, Bologna, com’era e com’è. E, ovviamente, le note immortali di Lucio. In bilico tra fantasia e realtà, Caro Lucio Ti Scrivo è un progetto che stravolge la solita prospettiva di narrazione: questa volta non si tratterà di ascoltare testimonianze e racconti di vita del genio Dalla, ma a parlare saranno direttamente i protagonisti dei racconti in musica che lui ha immaginato nei lunghi anni della sua sorprendente carriera.
Prenderanno vita davanti ai nostri occhi Anna e Marco, i protagonisti di Milano, Futura, Meri Luis, il “caro amico” de L’Anno che Verrà, gli amanti divisi de La Casa in Riva al Mare e un ragazzo simbolo di quella generazione magistralmente descritta in Com’è Profondo il Mare. E saranno proprio loro attraverso le voci di artisti d’eccezione – Ambra Angiolini, Alessandro Benvenuti, Piera Degli Esposti, Neri Marcorè, Ottavia Piccolo, Andrea Roncato, Grazia Verasani – a svelarci cosa è successo alla fine di quelle canzoni, come sono cambiate le loro vite dopo che ne abbiamo sentito parlare, e cantare. Fino a confessarci qual è stato il segreto “per poter riderci sopra, per continuare a sperare”.
“Sono sicuro che molti erroneamente si aspetteranno un film su Dalla – racconta Riccardo Marchesini – ma la biografia che affrontiamo non è quella di Lucio ma la nostra. Affronta temi del quotidiano come la solitudine, la famiglia, gli amori corrisposti e non, i matrimoni, parla di come siamo cambiati noi e le città in cui viviamo e parla di come sono cambiati il mondo del lavoro, le nostre ambizioni e il nostro modo di rapportarci al passato e al futuro. Insomma affronta tanti temi della vita partendo dalle riflessioni di Lucio che con poche parole riusciva a descrivere stati d’animo e sentimenti suoi e nostri, che sapeva essere universale nel suo modo di esprimersi, ma non banale”.
Lucio Dalla è stato un mentitore sincero, capace di dire la verità raccontando storie inventate. Vite lunghe come una canzone, tre minuti che non finiscono mai. Lucio Dalla aveva capito che il racconto perfetto mischia elementi reali con intuizioni d’amore che prendono per mano quelle vite dalle quali partiamo e le conducono dove, forse, non arriveranno mai. Lucio non solo esiste bensì insiste nelle nostre vite. E lo fa, al termine di tutte le parole e di tutti i racconti su di lui e la sua esistenza, attraverso la cosa più semplice, quelle che lui aveva scelto per dirci chi era: le sue canzoni.
“Questo film parla fondamentalmente di noi, di quella generazione che è cresciuta con le canzoni di Lucio”.
Riccardo Marchesini