Uscirà oggi al cinema Assolo, il primo film scritto e diretto da Massimo Piccolo. Dopo anni di teatro, lo scrittore e regista fa così il suo esordio cinematografico con una storia d’amore e di musica che racconta il sogno dell’irrisoluto Danny Sweet Touch Caputo, un sassofonista jazz che si preparare a quell’assolo che lo consacrerebbe in mondovisione tra i più grandi di sempre.
Assolo è un viaggio onirico sospeso nel tempo, ambientato in una fumosa New York dal retrogusto partenopeo. E’ proprio la musica che muove lo spettatore tra i piani inclinati della realtà, accompagnandolo nei flashback del passato, fino a perdere completamente la cognizione del tempo. Il modo con il quale il sassofonista si pone nei confronti del “tempo perduto” ha ben poco “del sapore di una recherche proustiana o di quella bergamaniana de Il posto delle fragole – spiega il regista – la sua è una malinconia tutta proiettata al futuro, è la ricerca del superamento del limite, dell’incapacità a collocarsi nel mondo così com’è, è il volontario rinunciare alla necessaria perdita d’umanità per condurre un’esistenza normale”.
Per interpretare il complesso ruolo del musicista protagonista alle prese con i fantasmi del passato, il regista ha scelto Antonio De Matteo (nel cast di Buongiorno notte e Bella addormentata di Marco Bellocchio e di Ocean’s Twelve), giovane promessa del panorama cinematografico nazionale. A completare il cast sono invece David Power, Gaia D’Angelo, Maddalena Stornaiuolo, Zaira De Felice e Adriana Cardinale. La fotografia è affidata a Valentina Caniglia mentre a padroneggiare le scene sono le musiche originali (melodie jazz contaminate e blues) del compositore Claudio Passilongo. Il film è prodotto dalla giovane casa di produzione napoletana Moon Over ed è distribuito da Explorer Entertainment.
Per approfondire il tema del film abbiamo contattato il regista, Massimo Piccolo.
Arriva al cinema Assolo, una storia fortemente incentrata sulla mente del protagonista. Di che film si tratta? Lei lo ha classificato come Dramma Romantico Sentimentale in Ambiente Musicale, citando Spike Lee Mo’ Better Blues…
Assolo è un piccolo film che cerca di raccontare una storia piccola. La storia di un ”piccolo” pezzo di vita di un musicista nell’assoluta normale banalità dello scorrere della sua vita. Quello che a me interessava veramente era mettere al centro la “banalità” dei sentimenti. Cosa c’è di più buffo o addirittura patetico (se visto da fuori) di un uomo/donna innamorato/a ? L’aspetto che mi affascinava davvero era questo, una persona come un musicista (o uno scrittore) che spende la sua vita, tutta la sua vita, alla ricerca della perfezione, come si rapporta a un mondo così imperfetto? Per quanto riguarda la citazione a Spike Lee era solo per cercare di definire un “genere”, l’accostamento è fatto con il massimo rispetto e nel pieno della consapevolezza che il mio è solo una piccolissima opera prima.
Il salto spazio temporale tra presente e ricordi e fantasmi del passato, ricorda C. Kaufman, soprattutto il suo film Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Se mi lasci ti cancello)…
Anche qui vale il discorso di sopra, Kaufman è un grandissimo. Quello che succede a Danny (il mio protagonista) però è diverso, la sua “ossessione” lo porterà a vivere in uno spazio a-temporale. Ha presente quando siamo ossessionati da un’immagine, una donna o un frase e questa occupa tutta la nostra mente, tanto da perdere completamente la cognizione del tempo ? Ecco, io ho cercato di esasperare questa sensazione. La co-azione a ripetere che Danny compie con le donne è come un assolo di jazz fatto da ripetizioni, variazioni sul tema, piccole riprese, improvvise volute…
Il carattere delle scritte del trailer, con la musica jazz di sottofondo, sembrano essere un omaggio a Woody Allen, anche con un riferimento che lei ha fatto a Harry a Pezzi. Oltre alla sua amata New York, quanto c’è di Allen in questo film?
Per me Woody Allen è il genio assoluto. Se avevo timore nell’accostare, anche solo nell’intento, il mio nome a Lee e Kaufman figurarsi ad Allen. Posso dirle una speranza: vorrei che un grammo della sua leggerezza nel toccare i massimi sistemi fosse magicamente passato nella mia pellicola. Poi c’è New York, che, come il Jazz, in Assolo è solamente una metafora, una meta irraggiungibile, la realizzazione dell’aspirazione a quella perfezione che non esiste ma ci fa vivere. Ha presente la luce dall’altra parte della baia di Fitzgerald?
Intervista di Giacomo Aricò