Tratto da l’omonimo romanzo di Sebastian Barry, oggi al cinema arriva Il Segreto, il film diretto da Jim Sheridan e interpretato da Vanessa Redgrave, Rooney Mara, Erica Bana, Jack Reynor e Theo James.
Rose (Vanessa Redgrave) è una anziana signora che vive in un ospedale psichiatrico da oltre 50 anni. Malgrado l’ambiente tetro che la circonda, c’è una luce nei suoi occhi che niente potrà mai spegnere. Il Dottor Stephen Grene (Eric Bana), incuriosito, sente il bisogno di far luce sul suo passato e di aiutarla a riconquistare la libertà.
Grazie al diario di Rose, emerge un passato della donna molto diverso da quello ufficiale: una giovane donna coraggiosa (Rooney Mara), il cui unico crimine è stato quello di innamorarsi. Sullo sfondo di un periodo di forti tensioni in Irlanda e di conflitti a livello internazionale, la storia profondamente toccante di un amore perduto.
Con Il Segreto, il regista Jim Sheridan tratta alcuni dei suoi temi preferiti, quelli legati alla famiglia e alla giustizia. Il film ci propone elementi familiari e al tempo stesso nuovi: una protagonista femminile dal forte temperamento, prigioniera delle correnti politiche del periodo della guerra, il potere esercitato dalla chiesa cattolica e dallo stato irlandese sugli individui che mostrano uno spirito indipendente e la forza sovversiva dell’amore e dell’immaginazione.
Il produttore Noel Pearson ha opzionato il romanzo di Sebastian Barry poco dopo la sua pubblicazione e una prima versione della sceneggiatura è stata completata dal compianto sceneggiatore irlandese Johnny Ferguson. Jim Sheridan era anche consapevole di voler apportare alcuni cambiamenti al materiale originario: “è un romanzo incredibilmente lirico, scritto in modo magnifico, più in linea con un’opera di Samuel Beckett che con una sceneggiatura cinematografica in realtà. La sfida è stata tradurre in immagini sullo schermo una storia che nel libro si svolge nella mente della protagonista”.
Rose viene internata in un ospedale psichiatrico da un sacerdote (Padre Gaunt) e lì trascorre moltissimi anni della sua vita durante i quali si dedica alla scrittura del suo ‘testo sacro’. Dal punto di vista drammaturgico, si tratta di un personaggio piuttosto passivo e, per questo motivo, il primo passo di Sheridan è stato comprimere la struttura narrativa “limitando il segmento relativo al passato ad alcuni mesi nell’autunno del 1942 e il segmento presente a soli quattro giorni, in modo da sviluppare all’interno della storia un maggior senso di tensione e pressione”. Il risultato sono due momenti in contrasto uno con l’altro, ma entrambi incentrati su Rose e gli uomini che cercano di controllarla.
Rooney Mara interpreta Rose da ragazza, una sirena esotica agli occhi dei giovani uomini sessualmente repressi e impegnati politicamente della cittadina di Bally, nella Contea Sligo, nell’Irlanda occidentale. L’attrice spiega che si è sentita attratta dal ruolo di Rose “perché è un personaggio femminile molto complesso e perché all’interno della storia esistono tantissimi livelli e tantissime altre storie”. La Mara considera Rose una vittima non tanto della religione quanto “del suo tempo. Penso che vicende come la sue siano accadute a tante donne in contesti diversi. Certamente a quell’epoca in Irlanda, la religione era una fonte di forti tensioni e all’interno della comunità in cui vive Rose è in minoranza numerica. Il fatto di essere protestante la rende emarginata. Ma non per questo penso che se fosse stata cattolica non sarebbe stata internata. Credo più che altro che dipenda dal fatto che sia una ragazza bella e pericolosa che fa impazzire tutti gli uomini attorno a lei”.
Benché concordi che alcuni degli uomini della città provino per Rose solo un’attrazione carnale, Rooney Mara è convinta che ci sia anche una dinamica più complessa: “penso che molti provino per lei dei sentimenti autentici: non hanno mai conosciuto una donna come lei in vita loro, quindi ne sono attratti come non si sono mai sentiti attratti prima da una donna. Non credo che sia un puro desiderio sessuale, penso che siano affascinati da lei, dalla sua mente, dalla sua personalità. Parte dell’attrazione che esercita dipende dal fatto che è una persona che non è davvero facile controllare, è indubbiamente una donna combattiva: è il suo spirito libero che li seduce”.
Vanessa Redgrave interpreta ‘Lady Rose’ da donna matura che, a causa della scoperta della gravidanza e dell’‘uccisione’ del suo bambino, trascorre rinchiusa gran parte della sua vita adulta. Paladina dei diritti umani che difende pubblicamente da sempre, non sorprende che Vanessa Redgrave sia rimasta toccata dall’ingiustizia al centro della storia: “i Governi, come le Chiese, hanno avuto una grande responsabilità. Mi domando, per esempio, chi si è espresso e ha manifestato contro questi crimini durante gli anni ’30, ’40 e ’50? È una storia tragica, ma purtroppo vera. La verità deve essere raccontata e questo film contribuisce a farla emergere”.
Eric Bana interpreta il dottor Gene, uno stimato psichiatra incaricato di fare una nuova valutazione dello stato mentale di Rose in vista di un suo trasferimento dal manicomio St Malachy, dove ha trascorso gran parte della sua vita adulta, ad una nuova struttura. Il dottor Grene stabilisce con la paziente un rapporto basato sull’oggettività professionale e la compassione che lo porterà a compiere un percorso di scoperta del passato e della vera storia della donna: “il dottor Grene finisce col diventare più un investigatore che uno psichiatra – afferma Bana – quindi si ritrova in una situazione delicata piuttosto interessante. La sua indagine sul passato di Rose lo porta a ritenere che potrebbe essere avvenuta una vera tragedia e che forse la donna è stata internata a torto e la versione dei fatti che dichiara da anni potrebbe corrispondere alla verità”.
“Rose è una donna spezzata, questo è certo, ma la questione che mi interessa veramente, più di qualunque altra è: chi ritiene di essere sano di mente?”.
Vanessa Redgrave