Toni Servillo e Veronica Echegui si incontrano/scontrano in Lasciati Andare, la commedia diretta da Francesco Amato che è da oggi al cinema. Nel cast ci sono anche Carla Signoris e Luca Marinelli.
È cosa risaputa: un bravo psicanalista deve rimanere impermeabile alle emozioni che gli scaricano addosso i suoi pazienti. Ma nel caso di Elia, un analista ebreo (Toni Servillo), c’è il sospetto che con gli anni la lucidità sia diventata indifferenza e il distacco noia. Ieratico e severo, con un senso dell’umorismo arguto e impietoso, Elia tiene tutti a distanza di sicurezza, persino la sua ex moglie Giovanna (Carla Signoris), che vive nell’appartamento di fronte e con cui continua a condividere il bucato e qualche serata al teatro dell’Opera.
Quel che si dice un’esistenza avara d’emozioni, che Elia sublima mangiando dolci di nascosto e in gran quantità, finché un giorno, a causa di un lieve malore, è costretto a mettersi a dieta e a iscriversi in palestra. Ed è così che nella sua vita irrompe Claudia (Veronica Echegui), una personal trainer buffa ed eccentrica, con il culto del corpo, nessun timore reverenziale per i cervelloni fuori forma come lui e un’innata capacità di trascinare nei suoi casini chiunque le capiti a tiro.
In Lasciati Andare, il regista Francesco Amato mette in relazione il mondo delle palestre con quello della psicanalisi: “in fondo, chi partendo dalla testa, chi dal corpo, lo psicanalista e il personal trainer fanno lo stesso lavoro: rimettono in piedi la gente”, sostiene. Nel film, vediamo così un dottore alle prese con lo spinning ed una personal trainer sul lettino dello psicanalista: “lui è uno psicanalista fuori forma, lei una sportiva con – solo in apparenza – poco cervello. Ma il loro sarà un incontro speciale: le barriere intellettuali vengono abbattute da una reciproca curiosità, e, infine, da un reale beneficio che l’uno produce verso l’altra”.
Ma non tutto è come sembra: “dietro un equilibrio apparente può nascondersi dell’altro, qualcosa di non detto che complica tutto, come accade a volte col nostro inconscio, ma che qui per fortuna finisce per farci ridere”.
Con questo film incentrato sullo scontro mente/corpo, Francesco Amato ha cercato di “creare psicologie complesse, perché credo sia quello che merita oggi il pubblico dei nostri film: verità nel racconto di un mondo sempre più nevrotico e disarmonico”.