una-gita-a-roma-0

Cambiamento e crescita in Una Gita a Roma di Karin Proia

È dal 4 maggio al cinema Una Gita a Roma, l’esordio da regista dell’attrice Karin Proia che interpreta anche uno dei personaggi della storia. La pellicola, che ha la capitale come coprotagonista, vede all’opera un vastissimo cast che si avvale della partecipazione straordinaria di Claudia Cardinale e Philippe Leroy.


Francesco (Libero Natoli), 9 anni e una grande passione per l’arte, e la sua sorellina Maria (Tea Buranelli), 5 anni, da una cittadina di Provincia arrivano a Roma in gita con la mamma, per visitare uno dei luoghi artistici più stupefacenti del mondo.

Quando per un problema familiare sono costretti a tornare a casa prima del tempo, il bambino decide di scappare alla madre (Karin Proia) e la sorellina lo segue. Da lì ha inizio un’avventura a tratti affascinante e ad altri molto meno, lungo un tragitto che rivela loro una grande metropoli col suo universo di personaggi, luoghi sconosciuti e situazioni inattese.

Libero Natoli e Tea Buranelli

Libero Natoli e Tea Buranelli

Con Una Gita a Roma, la regista-attrice ha cercato “un racconto poetico, di solidarietà, di cambiamento e di crescita”. Il titolo del film strizza volutamente l’occhio ad alcuni film degli anni ’50, per ricordare le pellicole che raccontavano Roma, sottolineandola talvolta nel nome, talvolta anche nella locandina.

Inoltre i piccoli protagonisti si trovano in una sorta di bolla temporale – spiega Karin Proiaintorno a loro tutto gira coi ritmi frenetici e innaturali, ai quali ormai siamo abituati: telefonini, mail, taxi, macchine, comunicazioni radio. Loro invece, una volta soli, vivono in una parentesi di verità, di tempo lasciato al tempo, come sarebbe potuto succedere appunto anni addietro. Una passeggiata, a volte corsa, verso una meta, con tutti gli intoppi del caso”.

una-gita-a-roma-2

Con questo suo primo film da regista, Karin Proia ha voluto “raccontare qualcosa che avesse radici proprio nella mia infanzia: il desiderio di conoscere attraverso la fascinazione del viaggio. Viaggiare a me capitava molto di rado e quindi, quando raramente avveniva, corrispondeva sempre anche a un viaggio interiore, apportatore di cambiamenti nella percezione del mondo, delle persone e delle cose”.

Leave a Comment