Candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero, giovedì 29 giugno esce al cinema Le Ardenne – Oltre i Confini Dell’Amore, la pellicola diretta dal belga Robin Pront. Un noir teso ambientato tra l’algida città di Anversa e i misteriosi boschi delle Ardenne, luogo dove i conflitti deflagrano in tutta la loro potenza ma anche paradiso perduto dell’infanzia di due fratelli incapaci di uscire dall’inferno della loro esistenza.
Anversa, Belgio. Un tentativo di rapina finisce male. Dave (Jeroen Perceval) si lancia nella piscina di una villa nel tentativo di salvarsi e riesce a raggiungere disperatamente l’automobile che sta aspettando lui e il fratello Kenneth per portarli in salvo. Alla guida c’è Sylvie (Veerle Baetens), loro complice e donna di Kenneth (Kevin Janssen). Sylvie e Dave riescono a sfuggire alle conseguenze della loro fallita impresa malavitosa ma Kenneth no. Per lui si spalancano le porte del carcere e tocca a lui pagare per tutti.
Irascibile, irruento ma leale, Kenneth sa come tenere la bocca chiusa anche perchè in testa ha un unico obiettivo: ritrovare Sylvie, una volta tornato in libertà. Ma se per lui i quattro anni di carcere passano inesorabilmente senza cambiamenti, per Sylvie e Dave non è così. Loro hanno iniziato una nuova vita. E insieme. Sylvie ha chiuso con la droga, Dave con l’alcool. Entrambi hanno messo la testa a posto lasciandosi alle spalle un passato di delinquenza e piccoli crimini per cercare di costruire insieme un futuro onesto.
Perché Sylvie aspetta anche un bambino da Dave, motivo in più per tenere lontane le cattive compagnie e pensare a un’esistenza tranquilla. Ma il tempo scorre più velocemente dei loro progetti ed entrambi devono fare i conti con il ritorno di Kenneth. Dave ha continuato ad andare a far visita al fratello in carcere, rimanendo una presenza costante nella sua vita. Sylvie, invece, ha preferito tagliare i ponti, concentrandosi unicamente sull’obiettivo di rifarsi una vita. Quando Kenneth uscirà dal carcere, in anticipo rispetto alla pena da scontare prevista, dovranno trovare al più presto il momento opportuno per informarlo della situazione, anche perché quest’ ultimo non sembra certo intenzionato a rinunciare a Sylvie. Ma il momento opportuno sembra non arrivare mai.
“Le Ardenne narra la storia di una complessa relazione tra due fratelli, Dave e Kenneth. Entrambi portano su di sè le cicatrici di un passato condiviso, ma ognuno di loro le gestisce in modo diverso” racconta Robin Pront. Il racconto, che presta grande attenzione allo sviluppo dei personaggi, si sviluppa come un thriller che raggiunge il suo climax nelle colline delle Ardenne (in Vallonia, la regione meridionale francofona del Belgio): “volevo esplorare il tema della fedeltà tra due fratelli che sono anche amici – continua il regista – concentrandomi in modo particolare sul duro contesto sociale in cui vivono”.
Si tratta di un tema ricorrente nei precedenti cortometraggi di Pront: “i miei personaggi agiscono in base a norme e valori che sono diversi da ciò che è considerato normale e vivono in un mondo in cui la violenza è l’unica soluzione e le droghe sono costantemente presenti. Ho sempre sentito una grande affinità con coloro che vivono ai margini della società e che puntano, consapevolmente oppure no, sempre all’estremo”.
Nonostante il clima “dark” della storia, Pront ha cercato di rendere le situazioni tollerabili, ricorrendo all’umorismo: “lo humour è parte della vita: le persone, nonostante tutto, cercano di rendere le cose sopportabili trovando humour in ogni situazione anche quando potrebbe sembrare fuori luogo”. Al centro della storia c’è il complicato triangolo amoroso tra Dave, Sylvie e Kenneth: “nessuno di loro è soddisfatto della situazione che vive. Volevo esplorare, grazie al triangolo, l’area grigia tra tra il bene e il male e chiedermi perché le persone sono come sono e fanno quello che fanno. Dopotutto, ognuno di noi è un neonato bellissimo al momento della nascita, una tela vuota su cui scrivere”.
Il film è un adattamento dell’omonima pièce teatrale di Jeroen Perceval che ha avuto un grande successo in Belgio: “tratta fondamentalmente della paura del rifiuto da parte degli altri ponendo dilemmi morali sui limiti della lealtà fraterna, sul razzismo, sull’incapacità di gestire l’amore con sensibilità e sulla dipendenza – spiega Perceval – in definitiva, parla della rabbia incontrollabile, del destino, e di come la stessa rabbia si ritorca contro noi stessi e su coloro che amiamo”.