Dopo la presentazione in concorso al 33. Torino Film Festival e il Nastro d’argento speciale alla protagonista Silvana Stefanini, arriva in prima tv su Rai1, domenica 13 agosto (ore 23.40, Speciale Tg1) Mia Madre Fa l’Attrice di Mario Balsamo.
Che cosa fanno un figlio cinquantaduenne e una madre ottantacinquenne, vittime di un rapporto irrisolto e conflittuale e con una passione in comune, il cinema? Un film documentario. Specie se lui è un regista, lei è (stata) un’attrice – da giovane – ed entrambi hanno nostalgia di apparire sul grande schermo: con ironia e surrealismo, giocando tra realtà e finzione, senza evitare i nodi universali del rapporto madre-figlio, dove l’affetto si nasconde dietro recriminazioni e vendette. Tutto questo mentre si va alla ricerca di un film in cui la donna – allora una gran bella figliola! – ha recitato sessant’anni fa nel suo ruolo più importante: ma che, per ragioni inspiegabili, non ha mai voluto vedere.
“Io e mia madre abbiamo una cosa in comune: nella nostra vita abbiamo lasciato un bel po’ di cose in sospeso – spiega Mario Balsamo – di fronte al coronamento di ciò che era più significativo, ci siamo tirati indietro. Un attimo prima. E lo facciamo ancora. Non ho mai capito perché“.
Mario Balsamo aggiunge:
“Io penso che le tesi psicoanalitiche sono poco poetiche, anche mia madre che ha invece convinzioni ferme in merito alla vicenda: “Colpa del malocchio!”, tuona. Personalmente non ne sono così convinto; o almeno non del tutto… Credo che perlopiù sia dipeso da noi: da lei e me. Dalle nostre volontà”.
“A volte abbiamo sospeso le nostre narrazioni. Abbiamo tenuto incompiute molte scene dei nostri rispettivi film; e, guarda caso, proprio quelle da cui si sarebbe dovuta evincere la trama. Ora abbiamo avuto l’occasione, io & lei, di fare una revisione della sceneggiatura. Sbaglio! Ne abbiamo un’altra, di cosa in comune, io e Silvana: il cinema. Mia madre fu attrice fino a 25 anni”.
“In realtà, mia madre e io non avevamo (e non abbiamo) gusti in comune in fatto di film, ma la sala buia ci metteva sempre d’accordo (almeno fino a quando scorrevano i titoli di coda). Adesso il film in comune c’è. E che Dio ce la mandi buona!”.