Oltre al Mother! di Darren Aronofksy, il Concorso della 74. Mostra del Cinema di Venezia oggi vede protagonista anche Kore-eda Hirokazu che presenta il suo Sandome No Satsujin (Il Terzo Omicidio). La storia ha come protagonista Shigemori, un prestigioso avvocato che assume la difesa di un uomo sospettato di rapina e omicidio, Misumi, il quale ha scontato una pena in carcere per un altro omicidio commesso trent’anni prima.
Le chances che Shigemori vinca la causa sembrano scarse: il suo cliente ha spontaneamente ammesso la propria colpa, nonostante rischi la pena di morte nel caso in cui venga condannato. A mano a mano che approfondisce il caso e sente le testimonianze della famiglia della vittima e di Misumi stesso, Shigemori, un tempo sicuro, comincia a dubitare che il suo cliente sia effettivamente l’assassino.
“Volevo rappresentare in modo appropriato il lavoro dell’avvocato – spiega Hirokazu – ed in particolare volevo fare un film su una vicenda legale in cui la verità non viene rivelata. Di solito, in un film alla fine si arriva alla verità, ma qui solo la sentenza del processo si chiude, mentre i personaggi non vedono la verità. Ciò significa che la nostra società condona un sistema imperfetto che non può reggersi a meno che le persone non giudichino altre persone senza sapere la verità. Credo che il protagonista sarebbe terrorizzato se lo capisse”.
Altro grande protagonista al Lido, oggi sarà Michael Caine, protagonista del film – Fuori Concorso – My Generation di David Batty. Caine, icona del cinema britannico, interpreta ed è il narratore di My Generation, la storia vivida e stimolante del suo percorso nella Londra degli anni sessanta.
Basato su racconti personali e su splendide riprese d’archivio, questo documentario vede Caine viaggiare nel tempo e dialogare con i Beatles, Twiggy, David Bailey, Mary Quant, i Rolling Stones, David Hockney e altre celebrità. Il film è stato meticolosamente assemblato negli ultimi sei anni e racconta la nascita della cultura pop a Londra attraverso gli occhi del giovane Michael Caine: “per la prima volta nella storia, i giovani della classe operaia lottavano per se stessi e dicevano: siamo qui, questa società è anche nostra e non vogliamo andarcene!”.
My Generation integra l’audio delle conversazioni di Caine con le altre celebrità con materiale inedito d’archivio per riportare il pubblico nel cuore degli anni sessanta. In una struggente sequenza, vediamo Caine guidare nella Piccadilly Circus di oggi in sovrapposizione a riprese originali degli anni sessanta, a creare un singolare effetto di viaggio nel tempo.
Il regista David Batty ha voluto dedicare un film a Michael Caine, “il mio eroe della classe operaia: sono in debito con lui e con gli anni sessanta. Tutti lo siamo. Non si tratta solo delle canzoni, del cinema, del design, della fotografia: si tratta anche della libertà di mettere in discussione l’ipocrisia delle élites, dell’opportunità di creare un proprio codice morale, dell’ispirazione a essere chiunque si voglia a prescindere dalla propria provenienza. Grazie a lui e a quelli come lui, i miei genitori hanno potuto spezzare le catene delle loro origini operaie per offrirmi una vita migliore”.
My Generation parla della rivoluzione avvenuta nella Londra di quegli anni e che ancora oggi ha delle ripercussioni, grazie alla generazione che ha cambiato il mondo per sempre. Per Batty, parla “di come Michael Caine e i suoi amici abbiano guidato la carica contro il morente sistema classista creando così una nuova cultura popolare, definendo l’essenza del cool e organizzando la più grande festa mai vista. Lui era lì. Tutti noi lo siamo”.