Nessuno Può Volare è il docufilm con protagonisti Simonetta Agnello Hornby e George Hornby, in onda mercoledì 25 ottobre, alle ore 21.10, in prima tv assoluta su laF (Sky 139). Il docufilm, realizzato da Pesci Combattenti in coproduzione con Effe Tv e con la regia di Riccardo Mastropietro, è un viaggio fisico, intellettuale ed emotivo, compiuto in Italia da Simonetta e dal figlio George, alla ricerca di spunti, suggestioni, documenti, testimonianze per raccontare e comprendere la disabilità oggi attraverso la cultura, l’arte e la storia, intrecciandola con la propria storia familiare. Nessuno Può Volare prende la forma anche dell’omonimo libro uscito il 28 settembre e di un tour di incontri nelle principali città italiane. Il docufilm, come l’intero progetto, prende spunto da alcune domande che Simonetta Agnello Hornby si pone sulla condizione di suo figlio George costretto da anni su una sedia a rotelle da una grave forma di sclerosi multipla: se non fossimo nel terzo millennio ma anche solo 100 o 50 anni fa, cosa ne sarebbe di lui? Cosa ne sarebbe delle persone disabili? E oggi, cosa significa essere un disabile? Nessuno Può Volare è una riflessione che si estende più in generale alla bellezza, al dolore, al tempo che passa, al senso della vita e del suo corrispettivo, la morte.
Il viaggio di Simonetta Agnello Hornby e di suo figlio George parte da Roma, dal Foro Italico, con le sue colossali statue di atleti che esaltano la bellezza, la forza, la virilità, l’abilità e la perfezione, ossia il “mens sana in corpore sano” tanto esaltato dal fascismo. Eppure, proprio a Roma sono nate nel 1960 le Paralimpiadi: nella piscina dei Mosaici nel complesso del Foro, Simonetta e George incontrano uno dei partecipanti dei Giochi per disabili tenutisi nel 1981, il nuotatore Roberto Valori, nato senza gambe e senza un braccio, campione paralimpico a Barcellona 1992 e attualmente presidente della FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico).
È invece Filippo Tenaglia, programmatore informatico amante dello sport diventato non vedente a causa di una malattia, ad accompagnarli al Centro Sant’Alessio, ex istituto/convitto in cui venivano ricoverati e cresciuti bambini ciechi e poveri, e poi all’Ara Pacis, dove è presente un percorso tattile-sensoriale per permettere ai non vedenti di godere dell’arte che il luogo custodisce. Nell’hotel che li ospita, madre e figlio incontrano Simona Anedda, infaticabile viaggiatrice malata di Sclerosi Multipla, che le ha tolto l’uso delle gambe ma non la voglia di vivere e di scoprire il mondo.
La seconda città dello speciale viaggio è Firenze: prima alla Ruota degli Esposti, presso lo “Spedale degli Innocenti”, dove migliaia di neonati indesiderati sono stati abbandonati per quattro secoli; poi agli Uffizi, dove George incontra la sua amica, Manuela Migliaccio, bellissima ragazza che ha perso l’uso delle gambe in seguito a un incidente. La storica dell’arte Marylinda Pacenti è la loro guida alla Galleria delle Statue e delle Pitture dove analizzeranno i canoni della bellezza e discuteranno dell’armonia, dell’imperfezione e del non finito che diventa capolavoro. I tre riflettono su come i disabili venivano considerati nel passato e sul trattamento a loro riservato alla corte dei Medici, ammirando il Ritratto di Federico da Montefeltro di Piero della Francesca, la Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli, l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi di Leonardo.
Simonetta nel frattempo si reca al Gabinetto dei Disegni, dove sono conservati i disegni preparatori dei più grandi artisti, con studi sulle proporzioni, il corpo e la natura umana, concentrandosi in particolare sullo Studio di uno storpio (Vannini) e Testa di un vecchio e di un giovane (Leonardo). Madre e figlio scoprono la raffigurazione della disabilità nell’arte presso la Galleria Palatina, ammirando il Ritratto di Nano Con Mazza Ferrata e Cane (Anonimo pittore fiorentino della prima metà XVII secolo) e Due Cantastorie Vagabondi (ambito olandese, secolo XVII). Termine del percorso fiorentino è il Giardino di Boboli, dove si trova la Fontana del Bacchino di Valerio Cioli raffigurante l’obeso nano Morgante.
Il viaggio punta poi a Nord, in Liguria, dove un veliero nelle acque de La Spezia è il luogo d’incontro con Daniele Regolo, imprenditore di successo non udente dalla nascita e velista, impegnato nell’aiutare i disabili a trovare l’impiego adatto alle loro attitudini. Il documentario si chiude ad Acqui Terme con un’immagine emblematica: George, nonostante la malattia che lo obbliga a vedere la vita dal basso della sedia a rotelle, guarderà per una volta il mondo dall’alto. E sarà una sorpresa anche per Simonetta.