Diretto da Michael e Peter Spierig, ad Halloween esce al cinema Saw –Legacy, il nuovo capitolo della saga horror che vedrà protagonisti Tobin Bell, Laura Vandervoort, Callum Keith Rennie, Matt Passmore e Clé Bennett.
In Legacy, dopo una serie di omicidi che portano il marchio di Jigsaw, le forze dell’ordine si trovano a dare la caccia ad un uomo che credevano morto da più di dieci anni, intrappolati in un nuovo gioco che è solo all’inizio. John Kramer (Tobin Bell) è veramente tornato o è solo un inganno?
La saga di Saw ha ridefinito il concetto di ‘paura’ al cinema, con una miscela fatta di terrore, mistero, violenza e spargimenti di sangue. Da un’idea originale sviluppata a Melbourne, in Australia, i co-creatori James Wan e Leigh Whannell hanno dato il via al primo Saw nel 2004. Finora i sette film del franchise hanno incassato 874 milioni di dollari al box office mondiale e hanno creato i personaggi più cattivi e influenti tra gli horror di tutti i tempi. Seguendo le macchinazioni di Jigsaw, un paziente affetto da cancro in stadio terminale, la cui rigorosa visione sul peccato e sulla redenzione lo ha ispirato a creare tristi scenari di sopravvivenza per le sue vittime, il franchise Saw è diventato una terrificante e spaventosa potenza mondiale.
E le macchinazioni adesso diventano ancora più contorte con Saw: Legacy, l’ultimo capitolo di una serie che il Guinness Book of World Records ha definito il più grande successo horror di tutti i tempi. Tredici anni dopo che Saw ha fatto il suo auspicabile debutto al Sundance Film Festival nella sezione “Park City at Midnight”, unendo un certo peso morale a una narrazione intelligente, insieme a uno stato di paura e nervosismo che sfocia nel panico, Saw: Legacy aggiunge un nuovo tassello al puzzle costruito intorno a una terrificante domanda: chi sta dietro a una nuova serie di uccisioni se John Kramer è morto da oltre un decennio?
Nello sviluppo di questo nuovo episodio, i produttori Oren Koules e Mark Burg, il duo che sta dietro tutti i film di Saw, hanno voluto regalare ai fans un film che onorasse il successo del primo capitolo: una storia elaborata, intrisa di forti palpitazioni e di emozioni intense. A tal fine, il far passare alcuni anni dall’uscita di Saw 3D – rompendo quindi il ciclo di un nuovo film Saw all’anno dopo sette anni, è servito al loro scopo: “non avevamo fretta – spiega Koules, – insieme agli sceneggiatori Josh Stolberg e Pete Goldfinger abbiamo realizzato una storia che rilanciasse suspense e innovazione a un livello completamente nuovo”.
Dietro alla macchina da presa sono andati i fratelli Spierig. Peter Spierig afferma che il modo di apportare delle innovazioni ad una serie molto amata fosse quello di concentrarsi sugli elementi che funzionavano già, ma rapportarsi ad essi in modi del tutto nuovi. “Il nostro obiettivo era quello di tornare agli aspetti thriller del franchise – spiega – le migliori versioni di Saw sono proprio quelle, quando ci sono continui colpi di scena, e quell’eccitazione di capire cosa accadrà dopo. Queste sono le cose che amiamo“.
Michael Spierig aggiunge che era un obbligo onorare la costruzione contorta dell’eredità di John Kramer, quella di un killer che dà alle sue vittime la scelta finale: “l’idea è quella che lui crei il tipo di ambiente da confessionale, che permetta a tutti di espiare i propri peccati. È una dinamica interessante per un cattivo, ed è divertente giocare con questo aspetto. Ci sono alcuni dilemmi morali davvero interessanti in questi film“.
Protagonista è ovviamente Jigsaw: “è un personaggio memorabile – racconta Oren Koules – non è un aggressore armato di coltello, non corre per le foreste, non accoltella una ragazza sotto la doccia. In realtà è un vero pensatore. È un ingegnere. Quando parli di Jigsaw, di John Kramer, ti chiedi, è il protagonista? È l’antagonista? È l’eroe o il cattivo? È un personaggio iconico, proprio perché è un uomo cattivo ma che riflette. Ed è uno che predica quell’ideale di apprezzare e assaporare la vita in ogni momento”.
“La verità è che c’è molta paura, ci sono posti scomodi e ci sono trappole che non augureresti ai tuoi peggiori nemici”.
Oren Koules