Il prossimo 23 novembre uscirà al cinema Gramigna – Volevo Una Vita Normale, il film impegnato di Sebastiano Rizzo liberamente tratto dal libro testimonianza di Michele Cucuzza e Luigi Di Cicco. La pellicola, che attraverso la vera storia di Luigi Di Cicco racconta la voglia di riscatto contro la camorra, è interpretata da un ricco cast guidato da Gianluca di Gennaro, Enrico Lo Verso, Teresa Saponangelo e Biagio Izzo.
Gramigna narra la storia di un ragazzino, Luigi (Gianluca Di Gennaro), figlio di Diego (Biagio Izzo), uno dei più potenti boss della malavita campana, che ancora oggi sta scontando l’ergastolo e che Luigi ha visto solo in galera. Luigi è costretto a fare i conti costantemente con una realtà che si divide tra bene e male, conteso tra “tentatori” (ricchi e persuasivi malavitosi) e “angeli custodi” (la madre Anna – Teresa Saponangelo – e Vittorio – Enrico Lo Verso – l’amato allenatore di calcio). Questi ultimi, cercano di mettere in guardia Luigi dai rischi del malaffare, dalla pericolosità di cedere alle provocazioni e inoltre lo spronano a studiare e a lavorare, facendogli capire il valore della famiglia, della serenità e, soprattutto, della libertà.
Il senso d’impotenza che Luigi prova ogni volta che assiste all’umiliazione dei commercianti della sua terra da parte della malavita, fa crescere in lui un desiderio di riscatto per quella gente e quella terra. Così, crescendo e lottando dolorosamente contro se stesso, vivendo costantemente in uno stato di profonda solitudine e rabbia, riuscirà a risorgere e ad estirpare dalla sua mente, come una gramigna appunto, ogni forma di tentazione che potrebbe costargli quella libertà che conquisterà a sue spese, sperimentando il dolore e l’umiliazione del carcere: nulla può essere barattato se non con la stessa libertà.
Grazie, quindi, alla sua grande voglia di riscatto, diventerà un commerciante e si dedicherà con grande entusiasmo al civile, in particolare la sua attenzione sarà rivolta a quei commercianti che, più volte, aveva visto umiliati e feriti non solo nel corpo, ma anche nella dignità, dalla sua stessa famiglia. Finalmente potrà fare qualcosa per loro, potrà lottare insieme a loro, contro la criminalità. Ma non solo: lottare per il riscatto dei ragazzi del Sud, difendere quella bella terra “sfregiata” che resiste al potere della malavita, sperando che la sua storia possa essere da esempio ai tanti giovani, che sognano di estirpare, come lui, la gramigna dal loro “status”, per diventare uomini migliori.
Gramigna è un film di grande valore socio-culturale che il regista Sebastiano Rizzo vuole portare in tutte le scuole a scopo educativo: “un film che prende i giovani per mano e li guida, senza ipocrisia, senza filtri o menzogne, nelle tenebre del male – un male che rende l’esistenza stessa una galera – indispensabile per farli poi riemergere nella luce di un riscatto possibile per tutti”. Un riscatto che “genera libertà e regala così possibilità di: osare, ribellarsi, cambiare, fare, sognare, in una terra dove spesso i sogni restano intrappolati nell’adolescenza e si tramutano poi in rabbia, disillusione e rassegnazione”.
Rizzo ricorda una frase del Maestro Francesco Rosi che disse: “I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari, autentica è, invece, la realtà sociale e ambientale che li produce». Il film di riferimento è Le Mani Sulla Città, pellicola d’impegno civile che, ancora oggi, a detta di Rizzo, “è un capolavoro sociale, uno strumento atto a migliorare il nostro approccio alla vita e alla nostra terra. Il mio Gramigna, invece, è la testimonianza di una realtà tangibile, perchè si può osare per cambiare e vincere il male”.