Genialità con metodo. E una generosa dose di talento innato, anche coltivato alla Globe Shakespeare Company. Heath Ledger se n’è andato troppo presto, a soli 28 anni. Una stella di Hollywood, che si è spenta improvvisamente dieci anni fa (22 gennaio 2008) ma che ha saputo lasciare un segno indelebile. Così martedì 23 gennaio su Sky Arte HD verrà ricordato con I Am Heath Ledger, il documentario diretto da Derik Murray che mostra un suo lato inedito e intimo.
Heath Ledger ha lasciato il cinema e il mondo terreno per essere celebrato come “grande promessa spezzata in giovane età”, diventando subito eterno. Non ha fatto a tempo a godersi un po’ di successo (meritato!) per aver interpretato in modo magistrale il personaggio di Joker ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. Ma fu proprio quel ruolo, così complicato, che gli ha richiesto una profonda energia e spirito di sacrificio, a portarlo, forse, alla sua stessa morte in albergo: per entrare nella psicologia del personaggio ha vissuto un mese da solo in una stanza, tra libri gialli e film horror, tenendo un diario dove annotava pensieri e sentimenti che sentiva sotto l’influsso di Joker (tecnica dell’Actor Studio).
Un altissimo costo emotivo e psicologico che molto probabilmente ha dato i suoi frutti nell’interpretazione (“un capolavoro di perfidia – scrisse il Wall Street Journal – che neppure Jack Nicholson sarebbe stato in grado di realizzare”) ma che poi Ledger non ha saputo gestire nella vita reale, scindendo la persona dal personaggio interpretato, portandolo così a un uso eccessivo di tranquillanti. La causa del decesso è circoscritta a un mix di farmaci che assumeva per combattere la depressione (o l’ossessione di Joker?): rimane il dubbio se sia stata una scelta o una sfortunata coincidenza. Insomma la morte di Ledger ha il volto di Joker, personaggio che non voleva nemmeno interpretare (ha confessato qualche anno dopo Christopher Nolan).
Il suo primo ruolo è un “pretty boy” in Dieci Cose che Odio di Te, immagine che più volte cerca di scrollarsi addosso. Seguiranno altre piccole parti, non memorabili. Più volte sarà la seconda scelta: al suo posto verrà scelto Colin Farrel per Alexander, Tobey Maguire per Spiderman, Ewan McGregor per Moulin Rouge. Lui non ama gli agenti e preferisce fare tutto da solo. Il 2005 è il suo anno, arriverà alla Mostra del Cinema di Venezia con tre pellicole: I Fratelli Grimm e l’Incatevole Strega di Terry Gilliam, Casanova di Lasse Hallstrom e I Segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee, quest’ultimo ruolo gli varrà la candidatura all’Oscar.
Il documentario mostra un altro Heath Ledger, non tormentato: un giovane ragazzo che ama giocare con la video o polaroid camera, che sorride e prova ghigni ed espressioni teatrali. Un “dietro le quinte” prima del successo, fatto di video amatoriali che ci mostrano la sua vita quotidiana e intima: lui davanti a uno specchio, su una spiaggia australiana, con la sua chitarra o sul campo da basket.
Queste scene vengono intervallate da mini interviste fatte ai suoi familiari, colleghi e star come Naomi Watts (che è stata anche sua fidanzata), Ang Lee, Ben Harper e Emily Hirsch. Colpisce molto il suo amico d’infanzia, Trevor Dicarlo, che confessa il suo sogno di Heath: diventare regista. E l’essere attore concepito solo come un mezzo per realizzarlo. Molto probabilmente, era sulla strada giusta per arrivare a quel successo tanto bramato.
“C’erano sempre delle camere intorno a lui – videocamere, polaroid, macchine da presa. È il modo in cui continuo a pensarlo: con la camera in mano”.
Christina Cauchi
Selene Oliva