Oggi esce al cinema Slumber – Il Demone del Sonno, il film horror diretto da Jonathan Hopkins che lo ha anche scritto insieme a Richard Hobeley. Interpreti della storia sono Maggie Q, Kristen Bush Sam Troughton, Will Kemp, William Hope e Sylvester McCoy.
Alice (Maggie Q) è una specialista dei disturbi del sonno, una donna estremamente razionale, perseguitata, però, dal trauma di aver assistito alla misteriosa morte notturna del fratello minore. Un giorno, presso il suo studio arriva un’intera famiglia i cui membri sono tutti afflitti da strani disturbi durante la notte. Alice diagnostica a uno dei bambini la “paralisi del sonno”, un fenomeno reale e molto comune in tutto il mondo che porta chi ne soffre a vivere, da svegli, i propri incubi.
Durante il sonno ci si ritrova all’improvviso svegli e coscienti, ma come paralizzati e con la sensazione di una minacciosa presenza estranea che incombe o che, addirittura, cerca di fare del male. Nel tentativo di aiutare questa famiglia, Alice si trova costretta ad abbandonare il ragionamento scientifico e ad accettare che dietro agli incubi dei suoi pazienti ci sia qualcosa di non spiegabile razionalmente. Per sconfiggere questa misteriosa entità, la donna dovrà affrontare anche i propri demoni.
La Paralisi del Sonno
La paralisi del sonno, detta anche paralisi ipnagogica, è un disturbo del sonno che determina, in chi ne soffre l’impossibilità di muoversi; si verifica nel momento prima di addormentarsi o, più spesso, al risveglio. Questo disturbo dura di solito al massimo 2 minuti dal risveglio o pochi secondi prima di addormentarsi, ma mai per un tempo oggettivamente lungo. La cultura popolare ha elaborato numerose spiegazioni di questo fenomeno, che spesso viene attribuito ad entità magiche o demoniache, come gli jinn in Egitto o il demone kanashibari in Giappone. Anche in Italia sono nate nel tempo numerose leggende legate alla paralisi ipnagogica, tra le quali un esempio noto è la pantafa o pandafeche, presente nel folclore abruzzese e marchigiano, secondo il quale per difendersi sarebbe necessario dormire in posizione supina, posizionare una scopa accanto al letto o sistemare un sacchetto di sabbia, che distrarrebbe la strega costringendola a contare tutti i granelli.
Oltre alle credenze popolari, che differiscono da zona a zona, si sono diffuse in tempi più recenti anche alcune teorie pseudoscientifiche. Normalmente, la paralisi inizia con una sensazione di formicolio che attraversa il corpo, arrivando fino alla testa, per poi paralizzare gli arti. Spesso la “vittima” di tale paralisi prova a gridare per chiedere aiuto, riuscendo al massimo a sussurrare debolmente, provando la sgradevole sensazione di sentire la propria voce soffocata da qualcosa di anomalo. Può anche succedere che si sentano voci familiari che chiamano, che parlano tra di loro o, peggio ancora, che parlano vicino al collo di chi soffre di questo disturbo, con voce inquietante.
Le paralisi del sonno vanno distinte dalle illusioni ipnagogiche con le quali però possono accompagnarsi causando sensazioni particolarmente vivide e talvolta terrificanti. Le illusioni ipnagogiche non sono “irreali” come ciò che vediamo durante la fase REM: essendo una fase di transizione fra il sonno e la veglia, tendono ad illuderci di essere ancora svegli. Le persone sperimentano tre tipi fondamentali di allucinazioni durante la paralisi del sonno: la presenza di un intruso, una pressione sul petto a volte accompagnata da esperienze di aggressioni fisiche e/o sessuale, ed esperienze di levitazione e di fuoriuscita dal proprio corpo. Brian A. Sharpless, ricercatore alla Penn State e all’Università della Pennsylvania, osserva che, se alcune persone provano sensazioni piacevoli durante questi episodi, molti altri sono regolarmente spinti a cercare di evitare di andare a dormire a causa delle sensazioni spiacevoli che sperimentano, con un notevole peggioramento della loro qualità della vita.
Un fenomeno mondiale
Secondo uno studio, fino al 40 per cento delle persone sperimenta la paralisi del sonno almeno una volta nella vita, anche se la maggior parte la definisce “un brutto sogno”. Per una minoranza di soggetti si ripete invece più spesso e spesso le vittime, specialmente se non sanno di che cosa si tratta, riferiscono di una grande angoscia che condiziona persino la loro vita. Pare che vadano incontro più facilmente a questo fenomeno le persone che soffrono di attacchi di panico e persone molto ansiose o depresse. Da questo punto di vista, gli studenti sarebbero la categoria più esposta. Ora le neuroscienze hanno spiegato, almeno in parte, di che cosa si tratta. Ma il fenomeno è noto fin dai tempi antichi e per spiegare queste terrorizzanti esperienze notturne si ricorreva all’intervento di streghe, demoni, forze oscure. In comune nei racconti delle varie culture c’è il senso di una presenza estranea nella stanza, e della sensazione sgradevole di essere toccati o schiacciati.
I Greci parlavano di pnigalion, o di barychnas, termini collegati alla difficoltà di respirare. In diversi paesi europei ci sono tracce di racconti di una cavalla che sale sul petto dei dormienti o porta con sé degli spiriti maligni. Uno dei miti più studiati e descritti è quello della Old Hag dell’isola di Terranova, una strega che assale i dormienti e li lascia incapaci di gridare o reagire. Nella cultura degli Inuit (il piccolo popolo dell’Artico discendente dei Thule. Uno dei due gruppi principali nei quali sono divisi gli Eschimesi, insieme agli Yupik ) si parla di uno spirito malvagio che cerca di impossessarsi del corpo di una persona che dorme, mentre in Giappone il potere in questione si chiama Kanashibari.