Dopo il clamoroso successo di pubblico della prima puntata, lunedì 19 febbraio in Prima Serata su Rai Uno andrà in onda Amore, il secondo episodio della nuova serie tv de Il Commissario Montalbano diretta da Alberto Sironi. Tra i protagonisti della storia c’è anche un’attrice – siciliana doc – dallo sguardo magnetico: Stella Egitto.
Classe ’87, nata a Messina, Stella Egitto incarna alla perfezione tutta la passionalità mediterranea. Sensualità e raffinatezza, i suoi occhi parlano. Capaci di esprimere un ampio raggio di emozioni che arrivano dirette a chi la guarda. Ed è proprio emozionare il pubblico il suo più grande (e perenne) obiettivo, sin dai suoi esordi in teatro.
Dopo diverse fiction di successo (diretta da Luca Ribuoli, Graziano Diana, Lucio Pellegrini e Francesco Miccichè), Stella si sta ora imponendo anche al cinema. Dopo aver preso parte a In Guerra Per Amore (2016), diretta da Pif, lo scorso novembre è stata la protagonista del notevolissimo Malarazza di Giovanni Virgilio, mentre il prossimo aprile tornerà in sala con Tu Mi Nascondi Qualcosa, film d’esordio di Giuseppe Loconsole.
Dell’amore per la sua terra, del Commissario Montalbano, dei suoi progetti cinematografici passati e futuri e di tanto altro ho avuto il piacere di parlarne direttamente con lei, Stella Egitto.
Lunedì 19 febbraio su Rai Uno andrà in onda la seconda puntata della nuova serie del Commissario Montalbano. Tu sarai protagonista di “Amore”, il secondo episodio. Cosa ci puoi anticipare? Chi interpreti?
“Amore”, il titolo del nostro film. Amore quello che lega il mio personaggio, Cinzia Prestia, a sua sorella Michela. Un amore ancestrale il nostro, un amore antico e radicalissimo che ci rende ognuna il punto di riferimento dell’altra. E cosa può succedere se questo legame viene spezzato? Se una delle due, nel nostro caso mia sorella, viene meno perché improvvisamente di lei non si ha più nessuna traccia? Da lì l’evoluzione della mia Cinzia all’interno dello sviluppo della storia.
Camilleri-Zingaretti, un binomio quasi indissolubile, una penna e un volto. A tal punto che, leggendo i più recenti libri di Andrea, ci immaginiamo la storia attraverso i gesti, la parlata e l’attorialità di Luca. Concordi?
Concordo assolutamente. Luca è stato capace di dare corpo anima e voce ad una penna dal valore inestimabile come quella di Camilleri rendendoci tutti dei fan sfegatati, facendoci affezionare ai suoi gesti, ai suoi tempi, al suo parlare ed al suo modo di agire. “Umano” ed “imperfetto” è stato capace di entrare nelle nostre case e nei nostri cuori.
Il Commissario Montalbano è anche – forse soprattutto – uno dei simboli artistici della Sicilia. La tua Sicilia. Cosa rappresenta per te questa ormai mitica serie tv? Quanto l’amore e la passione per la tua terra riescono a coinvolgerti mentre reciti “a casa” tua?
È un progetto che si radica in alcuni degli scorci più indimenticabili della mia terra, dove il sole che brucia e il mare che scorre la fanno da padroni. È una “saga” così a tinte poetiche e forti che non potrebbe prescindere dalla forza di questi luoghi, da quella bellezza. È un piacere enorme lavorare nella mia terra e nella mia lingua, è ogni volta come riscoprire la mia Sicilia per la prima volta.
A proposito di Sicilia, lo scorso novembre è uscito nelle sale Malarazza, di Giovanni Virgilio. Tu sei Rosaria, la giovane madre protagonista, una donna che lotta per la libertà scagliandosi contro un sistema di potere malavitoso rappresentato da un boss in declino. Che prova è stata per te?
Malarazza di Giovanni Virgilio è stata una delle esperienze più indimenticabili, significative e difficili della mia carriera fino a questo momento. Un film completamente indipendente, che con urgenza racconta lo spaccato di una famiglia che si barcamena tra due dei quartieri più borderline di Catania, due periferie dove lo Stato non arriva e dove per questo si affermano le logiche criminali. Ho interpretato Rosaria, la protagonista, una ragazza cresciuta in quella realtà e che dopo l’ennesimo abuso da parte del compagno con cui vive decide di alzare la testa e provare a scappare, portando con sé il figlio quattordicenne per cui sogna un futuro diverso dal suo presente e dal futuro della maggior parte dei ragazzi del “quartiere”. Un film che ho nel cuore in cui abbiamo creduto e crediamo tantissimo.
Malarazza è un film che ha creato un’onda lunga, che denuncia il degrado e l’abbandono della periferia (non solo siciliana), che parla alle coscienze. Quanto è importante per il nostro cinema avere pellicole così, che “durano” oltre alla distribuzione in sala, che continuano a far riflettere?
Malarazza è una pellicola che si racconta senza compiacersi. È una storia che fa profondamente riflettere e che ci piacerebbe potesse servire a scuotere le coscienze delle istituzioni che non si preoccupano di intervenire là dove ci sarebbe bisogno che offrissero un’alternativa. Viva Malarazza e viva tutti i film che sulla stessa falsariga ci aprono gli occhi e ci scombussolano lo stomaco.
Una riflessione non può che nascere dai recenti femminicidi, una piega terribile. Da donna cosa provi? Cosa può cambiare le cose?
Femminicidio è atrocità. Occorrono anche in questo caso strutture che possano stare accanto alle donne vittime di violenza e che possano accompagnarle ad acquisire quel coraggio necessario a denunciare prima che sia troppo tardi. Più possibile occorre fare prevenzione così, con questo tipo di assistenza.
Cambiando completamente genere, il prossimo 25 aprile sarai invece al cinema con Tu Mi Nascondi Qualcosa, opera prima di Giuseppe Loconsole, una commedia corale sul tema dell’infedeltà di coppia. Tu che personaggio interpreti?
Sarò protagonista accanto ad una squadra di colleghi stupendi: farò coppia artistica con Alessandro Tiberi e reciteremo accanto a Rocco Papaleo, Giuseppe Battiston e tanti altri. È una commedia e interpreterò un ruolo assolutamente particolare e raccontato con uno sguardo assolutamente particolare: una pornostar che fa questo di mestiere senza che la cosa le precluda l’avere una relazione a cui è fedele e in cui è innamorata.
Il tuo personaggio rappresenta un po’ la doppia faccia del tempo che viviamo. Da un lato la centralità del corpo (e della sua esibizione), l’appetito sessuale e le relazioni sempre più “usa e getta”. Dall’altro la centralità del cuore, con il profondo bisogno di amare ed essere amati. Tu cosa ne pensi? Su cosa si costruisce un rapporto fedele e duraturo?
Credo che il segreto affinché qualunque cosa sia duratura stia nell’equilibrio con il quale ci si accede. Costruire insieme a qualcun altro non può prescindere dal non dimenticare dove finisca l’uno e inizi l’altro. Poca sovrapposizione, non ci si parla addosso, non ci si sciupa, ci si gusta respirando bellezza, anche a se stante, e scegliendo il più possibile di riversare quella nell’ “impasto” comune, giorno dopo giorno.
Ripenso al bellissimo film Last Night di Massy Tadjedin (2010): lui tradisce lei fisicamente; lei tradisce lui solo sentimentalmente. Per te, tra le due, qual era l’infedeltà più grande e perchè?
L’infedeltà è mancare all’appuntamento della fedeltà, ed è una sola, a cui tutte le varianti fanno capo. Non credo esista una variante più grave dell’altra, credo che sia spiacevole in tutti i casi mancare a quell’appuntamento, sia nella parte di chi manca sia nella parte di chi si presenta e aspetta l’altro che non arriva.
Una Stella della tv o una Stella del cinema? Giocando con il tuo nome, volevo chiederti in conclusione: ti emoziona di più rivederti sul piccolo o sul grande schermo? Qual è il tuo sogno come attrice?
Mi emoziona vedere in tutti i casi se riesco a farmi da “tramite” per raccontare l’emozione di quella storia là, quella che sto raccontando. Non mi emoziona rivedere me, ma chi nella storia mi presto a diventare tutte le volte che interpreto un personaggio. Se è il pubblico ad emozionarsi perché ho creato empatia, là sento di avere vinto.
CAMERALOOK
Recentemente folgorata dallo sguardo di Eddie Redmayne in The Danish Girl.
Intervista di Giacomo Aricò