Giovedì 17 maggio esce al cinema Famiglia Allargata, il film diretto da Emmanuel Gillibert che ha come protagonisti Arnaud Ducret e Louise Bourgoin.
Antoine (Arnaud Ducret) è un single incallito, ama le feste ed è un donnaiolo. Vive a Parigi in uno splendido appartamento che condivide col suo coinquilino migliore amico Thomas, dove si fanno bagordi tutte le settimane. Quando Thomas deve trasferirsi a Los Angeles, cerca qualcuno che prenda il suo posto: Jeanne (Louise Bourgoin), donna, 1 metro e 70, occhi azzurri. Antoine sta già pregustando l’idea, ignaro che la bella Jeanne non arriverà da sola, ma in compagni dei suoi due figli: Théo, di 8 anni e Lou di 5.
Ecco qui sotto un estratto dell’intervista rilasciata dal regista Emmanuel Gillibert.
Come è nata l’idea del film?
Il film è nato partendo da un’esperienza che ho vissuto in prima persona. Di fatto, da essere uno scapolo incallito mi sono ritrovato a vivere con una persona che aveva due figli e quindi dall’oggi al domani sono stato catapultato nella dimensione della vita di famiglia. Una sera ho sentito dire alla mia amica: “Ora a lavarvi i denti, poi pipì e a letto!”. Sono rimasto pietrificato, mi sembrava una cosa surreale. Così mi sono messo nei panni di un antropologo che fa documentari sugli animali, e ho cominciato a esplorare con uno sguardo vergine e imparziale, e a una certa distanza, questa “fauna” a me sconosciuta.
Sempre più commedie iniziano ad assimilare la nuova situazione sociale, come nel caso di Adopte un Veuf o Torno Da Mia Madre. Ha tratto ispirazione anche da questo?
È una realtà sociale, ma è soprattutto uno straordinario pretesto narrativo per creare una trama. Nel caso del mio film, si tratta di due mondi molto distanti che nonostante tutto si incontrano: la vita da single e quella familiare. Di sicuro ci ho trovato degli ottimi ingredienti per situazioni che si prestano bene alla commedia.
Quali erano le sue intenzioni per la messa in scena?
Sono un grande cinefilo e mi sono reso conto che, mentre scrivevo il film, avevo in mente una serie incredibile di riferimenti. Innanzitutto volevo fare un buon film, che poi era anche una commedia romantica. Prima di concentrarsi sul genere in particolare, era importante occuparsi del suono, dell’immagine, della musica. Era necessaria una cura, una sostanza, per riuscire a fare un film di qualità.
Quali sono i suoi riferimenti?
Soprattutto anglosassoni. Credo che in Francia abbiamo la tendenza a trattare la commedia come una sorta di sotto-‐genere. Gli anglosassoni invece hanno una grande cura dell’immagine, del suono e della musica e non si risparmiano nell’approccio al film di genere. Nonostante i nostri vincoli di budget volevo fare un film ambizioso, qualcosa tra Mamma Ho Perso L’Aereo, Love Actually e Harry, Ti Presento Sally…