Vincitore al Sundance Film Festival 2017 del premio come Miglior Regia di un Film Drammatico, esce nelle sale il 24 maggio 2018, distribuito da fil rouge media, il lungometraggio inglese La Terra di Dio (God’s Own Country), esordio alla regia di Francis Lee, interpretato da Josh O’Connor e Alec Secareanu.
Johnny Saxby (Josh O’Connor) trascorre le giornate a spezzarsi la schiena nella fattoria di famiglia sperduta nel Nord dell’Inghilterra, in una solitudine e desolazione brutali. I suoi unici sfoghi sono ubriacarsi di notte in un pub locale e concedersi del sesso occasionale. Quando, Gheorghe (Alec Secareanu), un affascinante ragazzo romeno, si stabilisce nella sua fattoria come lavoratore stagionale, Johnny si ritrova a dover affrontare delle emozioni mai provate prima.
L’esordio alla regia di Francis Lee è al tempo stesso il romanzo di formazione di un ragazzo alla di scoperta delle proprie emozioni e una struggente storia d’amore ambientata nella splendida campagna inglese. “Sono cresciuto sulle remote colline del West Yorkshire – racconta il regista – e sono sempre stato affascinato dal territorio brullo dei miei avi, e dalle persone che vivono di questa terra, traendone a fatica sostentamento. Da piccolo non mi rendevo conto di quanto questa terra condizionasse emotivamente le persone che ci vivono e ci lavorano”.
Al centro del film c’è Johnny, che ha sempre dovuto sacrificare le proprie emozioni per assicurare la sopravvivenza economica della sua famiglia. Il suo mondo viene sconvolto dall’arrivo di Gheorghe, un lavoratore stagionale romeno arruolato per aiutare a far nascere gli agnelli. “Volevo raccontare una storia d’amore completamente sincera e viscerale – continua Lee – catturare quella sensazione di trepidazione e gioia quando qualcosa sta per cominciare. Volevo vedere Johnny e Gheorghe che lentamente si innamorano, e come reagiscono a questa scoperta”.
Francis Lee aggiunge le altre sue intenzioni: “volevo esplorare il momento in cui due persone iniziano ad attrarsi, con tutte le difficoltà del caso. Chiunque – etero o gay – sa cosa voglia dire innamorarsi, e quanto possa essere difficile, soprattutto se le circostanze sono ostili. Volevo esplorare che cosa può significare la scoperta dell’amore per qualcuno che è sempre rimasto isolato e chiuso, che vive all’interno di una comunità molto tradizionale del proletariato inglese, qualcuno che al termine di giornate massacranti non ha nemmeno la forza di prendersi cura di sé e chiedersi cosa voglia veramente; un ambiente dove concetti come famiglia e dovere vengono prima di tutto, e a nessuno in fondo interessa con chi dormi purché continui a nutrire le bestie e a coltivare i campi”.
In questo mondo, Johnny sarà in grado di accettare quello che prova per Gheorghe? E Gheorghe avrà la pazienza e la capacità di aiutare Johnny nel suo cammino di scoperta? Saranno capaci di vivere e amare nella dura realtà contadina che li circonda? Potranno mai essere felici? Francis Lee chiude così: “con questo film volevo esplorare questi argomenti: il primo amore, l’isolamento, le relazioni, la famiglia, il senso del dovere e, in ultima analisi, il senso di appartenenza nei confronti di un territorio così predominante”.