Ippocrate, il nuovo film di Thomas Lilti, uscirà nelle sale italiane il 7 giugno, distribuito da Movies Inspired. Si tratta del secondo lungometraggio del regista francese, un film che intreccia dramma e romanticismo con i temi dell’immigrazione e la vita all’interno dell’ambiente ospedaliero così com’è nella realtà.
Il film si presenta a carattere fortemente autobiografico, visto che il regista da giovane ha intrapreso gli studi di medicina, svolgendo parallelamente la carriera di regista: “da adolescente avrei voluto diventare regista, ma dietro la pressione dei miei genitori capii che era necessario intraprendere degli studi seri, e visto che mio padre era medico, optai per medicina per garantirmi un futuro” racconta Thomas Lilti.
La trama ruota attorno al personaggio di Benjamin (Vincent Lacoste), giovane medico tirocinante atteso dal suo primo giorno nel reparto di medicina interna dove lavora il padre. Qui inizia a vivere le enormi difficoltà di questa professione, il peso schiacciante della responsabilità, unito al rapporto con il medico straniero Abdel (Reda Kateb), molto più competente ed esperto di lui, con il quale il regista vuole in qualche maniera celebrare i medici stranieri che lo hanno aiutato nel corso dei suoi anni all’interno dell’ospedale. Benjamin compirà il suo viaggio all’interno della professione medica dove verrà a contatto con i suoi limiti, le sue paure e preoccupazioni: “l’argomento centrale sta proprio nel peso della responsabilità di cui un medico può farsi carico, i dubbi che ti assalgono di continuo, il chiedersi se un errore commesso potrebbe avere conseguenze gravi”.
La componente autobiografica è ben visibile anche nella sceneggiatura, dove il regista tende a distaccarsi dall’ immaginario creato dalla rappresentazione dello spazio narrativo del reparto ospedaliero delle serie Tv: “nel piccolo schermo la rappresentazione dell’ospedale avviene attraverso immagini stereotipate, mentre io mi sono rituffato nei miei ricordi per ritrovare le emozioni vissute in quegli anni”. Rappresentare la realtà dell’ospedale così com’è realmente è uno degli obiettivi principali di Lilti, che assegna al personale sanitario la parte di loro stessi, poiché “la dimensione romantica di Ippocrate non ha fondamenta solide, se l’ambiente non è credibile in ogni dettaglio, anche il più piccolo”.
Per la parte del giovane protagonista Benjamin Barois è stato scelto Vincent Lacost, che svela: “mi sono subito riconosciuto nel personaggio, e ciò ha creato in me il desiderio di essere Benjamin Barois”. Certamente un bel banco di prova per il giovane attore al suo primo ruolo drammatico in carriera: “ho affrontato la situazione come sempre in precedenza, come se si trattasse di una commedia, non del mio primo ruolo drammatico. Non cerco mai di far ridere o di essere serio, cerco di fare e diventare il personaggio”.
Accanto al personaggio di Benjamin, vi è la figura di Abdel Rezzak, interpretato dall’attore franco-algerino Reda Kateb, un personaggio pervaso da una sottile malinconia, che descrive appieno il senso di sradicamento dei medici stranieri espatriati: “per costruire il personaggio, in particolare il suo lato oscuro, ho pensato molto al concetto di esilio. Una volta ho sentito dire che un esiliato è come chi ha subito l’amputazione del braccio e percepisce l’arto amputato come ancora esistente, anzi, la percezione della sua esistenza è più forte dopo l’amputazione. Ho lavorato sull’assenza, sull’idea di una vita sospesa, in attesa, tra parentesi”.