Blake Lively è al centro di Chiudi Gli Occhi, un thriller erotico ad altissima tensione – dall’11 luglio al cinema – scritto e diretto da Marc Forster. Nel cast ci sono anche Jason Clarke, Yvonne Strahovski e Danny Huston.
Gina (Blake Lively) ha perso la vista da bambina in un incidente stradale e dipende in tutto e per tutto dal marito James (Jason Clarke). Quando a Gina si presenta la possibilità di un intervento chirurgico per recuperare la vista, la loro relazione inizia a vacillare. Dopo l’intervento Gina finalmente vede il mondo con un nuovo senso di stupore e di indipendenza fino a scoprire inquietanti e terribili verità sul suo matrimonio. Ma chi è veramente l’uomo che ha sposato e di cui lei si fidava di più?
Lo sceneggiatore/regista Marc Forster afferma che l’idea del film è nata dal desiderio di creare un progetto in cui potesse raccontare una storia con la massima libertà visiva: “di solito quando faccio un film, mi sento sempre limitato dai personaggi e dalla storia. Volevo raccontare una storia in cui essere libero da tutto, come un pittore che vuole dipingere. Così ho avuto questa idea: che cosa succederebbe se qualcuno perdesse la vista e poi la riacquistasse? In quel frangente di cecità la sua realtà si costruirebbe attraverso la memoria, l’immaginazione, i suoni e l’interpretazione stessa della realtà”.
Marc Forster ha buttato giù qualche idea e poi ha unito le forze con il co-sceneggiatore Sean Conway: “questa storia parla di una coppia, Gina e James – spiega il regista – Gina ha perso la vista e alla fine del primo tempo la riacquista, e suo marito vuole riportarla in luna di miele. Durante quel viaggio, la loro relazione inizia a cambiare e a prendere una piega diversa, perché entrambi si vedono attraverso occhi diversi. In definitiva si tratta di un risveglio per entrambi. È un risveglio della loro relazione e un vedersi l’un l’altro in modo diverso – forse vedendo la reciproca verità. E un po’ come la vita stessa: alla fine vogliamo scoprire la verità sugli altri e su noi stessi, vederci reciprocamente per ciò che siamo e per chi siamo”.
Ad interpretare Gina è stata Blake Lively che descrive così il suo personaggio: “dopo aver perso la vista da bambina in un incidente automobilistico, è come se la sua crescita si fosse arrestata, perché è ancora una ragazzina e le succede questa cosa che le cambia la vita. Io ho percepito come se lei fosse quasi bloccata in quel momento”.
L’attrice continua: “Gina non è mai riuscita a sviluppare nel corso dell’adolescenza la sua femminilità, come fa la maggior parte delle persone, perché le mancava un elemento enorme che tutti gli altri hanno, cioè la vista. Così come le cose che si sperimentano durante l’adolescenza – come la sensualità o la sessualità, e persino la vanità o l’insicurezza. In lei c’è una mancanza di inibizione, cosa che si ha da bambini e che poi si perde un po’ quando si diventa adulti”.
Blake Lively dice che per imparare cosa si prova a essere una persona cieca ha indossato occhiali e lenti a contatto speciali che le hanno annebbiato la vista durante le prove: “Gina riesce a vedere circa il 5% di una persona normo vedente, vede le sagome, non necessariamente i colori. È stato come aprire gli occhi in un bagno turco pieno zeppo di vapore”. L’attrice, quando le telecamere erano accese, non indossava le lenti a contatto che teneva durante le prove e cercava di recitare come se ce le avesse.
“Almeno ho avuto modo di sperimentare cosa si prova – conclude Blake Lively – ho notato cose di cui non ero a conoscenza. C’erano persone della troupe che avevo appena conosciuto – perché avevamo appena iniziato a girare – e io riconoscevo esattamente l’odore di ognuno di loro. O c’erano alcune posizioni particolari che loro assumevano; non li conoscevo così bene, ma li avrei riconosciuti dal loro odore o dalla loro sagoma. Tutte queste cose mi hanno aperto davvero gli occhi”.