Bergman_©AB_Svensk_Filmindustri_2_Kopie 2

BERGMAN 100: la vita, i segreti, il genio

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Un secolo fa nacque un Maestro. E il cinema non fu più lo stesso. Ingmar Bergman, una delle più grandi menti del secolo scorso. Un cineasta che ha ispirato generazioni di nuovi registi, uno su tutti, Woody Allen. Oggi lo celebriamo con Bergman 100: la Vita, i Segreti, il Genio, il documentario (in programmazione su Sky Arte HD) diretto da Jane Magnusson e recentemente presentato al Festival di Cannes nella sezione Cannes Classic.


Il documentario

Nell’arco di sei anni, a metà del ventesimo secolo, accade qualcosa di inedito e che resterà ineguagliato. Un allampanato regista svedese, sull’orlo della quarantina, entra in un periodo di produzione cinematografica senza precedenti. Tra il 1957 e il 1963 dirige alcuni dei più grandi classici della storia del cinema, produce un consistente numero di spettacoli teatrali e radiofonici e firma anche la regia di sei film per la televisione. Ingmar Bergman non ha uguali tra i cineasti suoi contemporanei.

Bergman_©AB_Svensk_Filmindustri - SFI ROTEBRO ARKIVET

Ingmar Bergman ©AB Svensk Filmindustri – SFI ROTEBRO ARKIVET

Una scuola di cineasti

Jane Magnusson aveva già realizzato (dopo tre anni di lavoro) un altro documentario e una serie tv sul regista svedese intitolati Trespassing Bergman. La regista ha viaggiato in tutto il mondo per intervistare i cineasti che si sono ispirati a lui, che ne sono stati terrorizzati, che si sono riscattati grazie a lui, o che nel bene o nel male sono rimasti profondamente colpiti da lui. Zhang Yimou le ha raccontato di aver visto la prima volta Il Posto Delle Fragole in una scuola di Pechino subito dopo la Rivoluzione Culturale e che la sua visione del cinema quel giorno è cambiata. Ang Lee ha ricordato, con gli occhi pieni di lacrime, che vedendo La Fontana Della Vergine a Taipei nel 1974 ha sentito di aver realmente perso la verginità. Alexander Payne, tranquillamente seduto a Los Angeles, ha dichiarato di ritenere Il Settimo Sigillo un film sopravvalutato, mentre a New York un nervoso Martin Scorsese ha ammesso di non comprendere ancora oggi i film di Bergman, pur avendo il coraggio di riconoscere che non sembreranno mai datati.

"Wild Strawberries" 1957 AB Svensk Filmindustri Louis Huch

“Il Posto Delle Fragole” 1957 AB Svensk Filmindustri Louis Huch

Un ritratto inedito

La realtà è che nessuno di questi fantastici cineasti ha mai incontrato Bergman. Lo hanno conosciuto solo attraverso i suoi film. A partire da questo materiale, la Magnusson si è chiesta che cosa avrebbero avuto da dire sul maestro le persone che hanno lavorato e interagito con lui. Sarebbe affiorata un’immagine diversa? La regista negli ultimi tre anni, ha parlato con i collaboratori di Bergman. Dalle sue attrici e i suoi attori, come ad esempio Gunnel Lindblom, alla sua produttrice e segretaria di edizione Katinka Farago, agli ingegneri del suono e agli aiuto registi. Hanno tracciato un variopinto ritratto di un grande artista che poteva essere una immensa fonte di ispirazione, ma anche di puro terrore. Un uomo estremamente sensibile al suono, alla luce, al cibo, ai sogni, ma non molto alle altre persone. Un uomo che ha lavorato più duramente e più rapidamente di chiunque altro nella storia del cinema.

Bergman sul set de "Il Settimo Sigillo" ©AB Svensk Filmindustri SFI ROTEBRO ARKIVET

Bergman sul set de “Il Settimo Sigillo” ©AB Svensk Filmindustri – SFI ROTEBRO ARKIVET

Il 1957

Bergman ha vissuto un’esistenza molto lunga ed è stato incredibilmente produttivo. Difficile condensare tutta la sua opera in un film lungo poco meno di due ore. Jane Magnusson ha così deciso di limitare il campo, focalizzandosi nel 1957, l’anno più magico e più prolifico di Bergman. È l’anno in cui gira due film e uno speciale tv-movie. È l’anno in cui escono in sala Il Settimo Sigillo e Il Posto Delle Fragole, in cui dirige quattro importanti produzioni teatrali, in cui diventa padre di sei figli da quattro donne diverse e coltiva diverse relazioni.

"Silenzio" AB Svensk Filmindustri

“Silenzio” AB Svensk Filmindustri

Ingmar Bergman

Ernst Ingmar Bergman è nato il 14 luglio 1918 a Uppsala, in Svezia, ed è morto il 30 luglio 2007 sull’isola di Fårö. È stato un regista e sceneggiatore teatrale e cinematografico, un direttore di teatro, un autore di romanzi e sceneggiature. Nel corso della sua vita, ha diretto 55 lungometraggi e 171 importanti produzioni teatrali e ha scritto più di centinaio tra libri e articoli. Tra le sue opere maggiormente conosciute ci sono i già citati Il Settimo sigillo, Il Posto Delle Fragole e Persona, oltre alla sua autobiografia Lanterna Magica. È stato sposato cinque volte e ha avuto innumerevoli relazioni. Infine, ha avuto nove figli da sei donne diverse.

"Scene da un Matrimonio" AB Svensk Filmindustri Lars Karlsson - SFI BILDARKIVET

“Scene da un Matrimonio” AB Svensk Filmindustri Lars Karlsson – SFI BILDARKIVET

I temi

All’interno della corposa opera di Bergman, si declinano molteplici variazioni di alcuni temi centrali – le famiglie disfunzionali, gli artisti falliti che succhiano il sangue e un Dio onnipotente assente – e tutte diventano la manifestazione della nostra incapacità collettiva di comunicare gli uni con gli altri. Shakespeare, Molière, Ibsen e Strindberg hanno esercitato un’enorme influenza su Bergman, non soltanto nelle sue opere teatrali, ma anche nell’insieme della sua carriera artistica. Oltre all’umiliazione, anche il sentimento di esclusione è un tema molto presente e fondamentale nella sua opera. Bergman è stato il primo regista a riflettere nei suoi film sulla vita interiore dell’essere umano, sui suoi pensieri, sui suoi dubbi, le sue incertezze e le sue ansie. Lo ha fatto più a lungo di chiunque altro ed è diventato più bravo di qualunque altro cineasta al mondo nel farlo.

"Persona" 1966 AB Avensk Filmindustri B A Vibenius - BERGMAN STIFTELSENS ARKIV

“Persona” 1966 AB Avensk Filmindustri B A Vibenius – BERGMAN STIFTELSENS ARKIV

Una mente stimolante

Bergman aveva molteplici doti: una di queste era l’umiltà, o quanto meno era bravo a fingere di essere modesto e a tornare sui suoi passi. Se sbagliava un film, ne faceva un altro. Se falliva sul piano economico, affilava gli artigli e risaliva la china. Dopo il 1957, Bergman ha realizzato 24 lungometraggi, 59 produzioni teatrali e 19 film per la televisione. Ha scritto sceneggiature, firmato alcuni cortometraggi e si è affermato come autore riconosciuto scrivendo romanzi e memorie come Immagini e Lanterna Magica. A prescindere dall’impatto che ha esercitato su ciascuno di noi, è stato un maestro nel sollecitare l’intelligenza del pubblico.

“Se riesci a far tacere la gente comune per qualche minuto dopo che si alza il sipario, o se riesci a fare in modo che delle persone normali si facciano un panino e si siedano in cucina e si parlino per cinque minuti dopo che sono stati al cinema a vedere un film, o se qualcuno all’improvviso si sente felice e passeggia ricordando alcune scene mentre torna a casa dal cinema, o se qualcuno all’improvviso piange o è turbato o ride o si sente meglio o peggio, se qualcuno resta colpito in qualsivoglia modo, allora sicuramente il film ha assolto la sua funzione”.

Ingmar Bergman, 1973

 

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