Oggi è il 100° anniversario della nascita di Nelson Mandela, uno dei simboli assoluti dei concetti di Libertà e Uguaglianza. Lo ricordiamo attraverso due film: il più Atto di Difesa – Nelson Mandela e il Processo Rivonia, il film firmato dal regista Jean Van De Velde che racconta le vicende del celebre processo intentato nel 1963 contro il leader del movimento anti-apartheid e a seguito del quale Mandela scontò 27 anni di carcere; Mandela: la Lunga Strada Verso la Libertà (2014) che stasera andrà in onda, in prima tv, alle 21 su Cine Sony (ch. 55 del DTT e 52 di Tivùsat).
Atto di Difesa – Nelson Mandela e il Processo Rivonia
Nel luglio del 1963 la polizia sudafricana organizza una retata in una fattoria di un villaggio della Rivonia. Nove leader, bianchi e neri, del partito clandestino ANC e della Lancia della Nazione, vengono arrestati. E un decimo uomo, che è stato arrestato poco prima, è aggiunto al gruppo dei nove: si chiama Nelson Mandela (Sello Motloung). Più di ogni altra cosa il Regime dell’Apartheid vuole condannare a morte questi combattenti per la libertà: non solo come monito ai loro sostenitori ma anche per fare piazza pulita dei loro più famigerati nemici, per decapitare il movimento di liberazione.
Quando le mogli e le famiglie dei sospettati provano a trovare un legale per difendere gli accusati, i potenziali candidati sono spaventati o poco desiderosi di accettare il mandato. Anche lo stimatissimo avvocato Bram Fischer (Peter Paul Muller), consulente per i maggiori magnati del settore minerario e discendente di una prominente famiglia boera, esita. Ma Bram esita per altre ragioni: nasconde un segreto che solo poche persone e sua moglie conoscono. Bram Fischer avrebbe potuto essere l’undicesimo imputato e solo per puro caso non era presente nella fattoria in Rivonia, quando gli altri sono stati arrestati. Bram Fischer decide di assumere la difesa. Durante il processo Bram non solo deve svelare le prove manipolate dal procuratore e contestare testimoni corrotti o torturati, ma deve anche proteggere se stesso da una possibile identificazione da parte dei testimoni.
Durante il processo Bram Fischer si convince che vi sono ragioni sufficienti per abbandonare i suoi principi di non violenza e si prepara a supportare gli atti di sabotaggio e la rivoluzione violenta della popolazione che sta per scoppiare. La pena di morte per gli imputati potrebbe essere la scintilla che accende la polvere sotto il barile e lui è pronto a organizzare la rivolta e guidare l’ANC. Durante il processo, la polizia segreta scopre il doppio ruolo di Bram Fischer, che mettendo a rischio la sua stessa vita, quella di sua moglie e dei suoi figli, diviene l’uomo che riesce ad evitare che Nelson Mandela e gli altri accusati imbocchino la strada che conduce alla forca.
Proprio attraverso lo sguardo di Fischer il film racconta un’epoca e un Paese, il Sudafrica dell’Apartheid, che è passato alla storia come il regime che fece della segregazione razziale la base del suo sistema politico interno. Un paese in cui i neri costituivano l’80% della popolazione e nel quale la discriminazione assunse le forme più violente e assurde: dalla legge che proibiva a neri di utilizzare le medesime strutture pubbliche dei bianchi (le sale d’attesa, le fontane, i marciapiedi), a quella che li costringeva a frequentare i quartieri bianchi solo con degli speciali passaporti. Dalla proibizione dei matrimoni interraziali alla legge che trasformava i rapporti sessuali tra bianchi e neri in reato penalmente perseguibile.
Il film si muove su un doppio registro: quello della vita privata di Fischer, ex promessa del rugby sudafricano, marito e padre di due figli, e quello della sua battaglia legale a difesa di Mandela. La pellicola riesce a rendere finalmente onore al coraggio e alla statura morale di un uomo il cui ruolo è stato determinante tanto per le sorti di un intero Paese, quanto per la vicenda umana e politica di uno dei personaggi simbolo del Novecento. Girato con grande scrupolo per i fatti e gli accadimenti dell’epoca, Atto di Difesa è un’opera necessaria in anni in cui le ragioni dell’uguaglianza e della fratellanza tra gli uomini vengono spesso dimenticate.
Mandela: la Lunga Strada Verso la Libertà
Tratto dal popolare bestseller autobiografico Lungo Cammino Verso la Libertà (Long Walk to Freedom), il film ripercorre la vita di Nelson Mandela (interpretato da Idris Elba) dalle sue umili radici in un villaggio rurale alla sua elezione come primo Presidente del Sudafrica votato democraticamente. La trama traccia e delinea il personaggio a tutto tondo: dall’infanzia nelle campagne del Transkei alle township di Johannesburg, dalla prima militanza nelle file dell’ANC attraverso 27 anni di prigionia, al premio Nobel per la pace, sino alla presidenza del suo paese.
A Johannesburg, in seguito all’intensificarsi della violenza dei bianchi nei confronti dei neri e all’inasprimento delle misure dell’apartheid, Mandela diventa la figura centrale nella ribellione alla discriminazione imperante. In quanto leader dell’African National Congress, e a causa di alcuni attentati della sua organizzazione, viene condotto nella prigione di Robben Island e condannato all’ergastolo. La mobilitazione mondiale per la sua liberazione spinge le autorità sudafricane a cercare un’intesa con Mandela, che viene liberato nel 1990. Osannato dalla sua gente, rifiuta ogni vendetta, premendo per la nascita di un Paese in cui tutti possano coesistere senza più conflitti. Sconfitto l’apartheid, Mandela riesce a far accettare delle elezioni democratiche, che lo portano nel 1994 alla presidenza del Sudafrica.