Dopo un recente passato come protagonista del teatro musicale italiano e un debutto lo scorso autunno nella fiction televisiva, Gabrio Gentilini, attore e perfomer di 29 anni originario di Forlì, fa ora il suo ingresso nella prosa teatrale con lo spettacolo di Shakespeare La Bisbetica Domata, in scena al Silvano Toti Globe Theatre di Villa Borghese a Roma dal 31 agosto al 16 settembre. Il teatro, nato nel 2003, ricostruisce filologicamente il Globe Theatre di Londra, il più famoso teatro del periodo elisabettiano, e propone una ricca stagione teatrale shakespeariana sotto la direzione artistica di Gigi Proietti.
Nello spettacolo, con la regia, traduzione e adattamento di Loredana Scaramella, Gabrio Gentilini interpreta il duplice ruolo del servitore Curzio e del vecchio mercante Vincenzo, in un allestimento che traspone il classico shakespeariano alla fine degli Anni ’30 del Novecento portando avanti una riflessione profonda e arguta sul teatro come specchio amplificante della vita e sul rapporto fra artista e potere, oltre che una esilarante rappresentazione della guerra fra i sessi.
Per avvicinarci a questo debutto, abbiamo deciso di intervistarlo.
Gabrio, si avvicina il tuo debutto nella prosa a Roma ne La Bisbetica Domata. Prima di tutto ti chiedo: che sensazioni stai provando? Cosa significa per te tornare sul palcoscenico?
Erano quasi tre anni che non calcavo il palco di un teatro. Per cui, se adesso mi sento ancora tranquillo e preso dall’allestimento dello spettacolo, credo che durante le repliche sarà veramente una grande emozione ritrovare il contatto col pubblico. Poi farlo in un contesto così suggestivo e unico come quello del Globe Theatre, è veramente impagabile. Sono molto grato e onorato di quello che sto vivendo.
Il servitore Curzio, il vecchio mercante Vincenzo. Sono i tuoi personaggi. Raccontaceli un po’. Iniziamo da Curzio…
Curzio è il domestico che si occupa che tutto, all’interno della casa del protagonista Petruccio, funzioni al meglio e sia predisposto per domare la Bisbetica Caterina in un’atmosfera noir e grottesca che la sottoporrà a varie prove per diventare la donna perfetta. Definirei lo stile di questo personaggio come un incontro tra Frankenstein Junior e il Rocky Horror Pictures Show. Dove mistero, ambiguità sessuale, esoterismo e commedia, si incontrano. Il tutto condito da un approccio fisico che strizza l’occhio ai movimenti liberty dell’avanspettacolo.
E Vincenzo?
Vincenzo è il padre di Lucenzio, il giovane protagonista che si innamora di Bianca, sorella di Caterina. Il suo arrivo destabilizzerà tutti i vari intrighi che si sono avvicendati durante la storia, creando molte situazioni comiche. Sono veramente curioso di vedere come arriverà al pubblico la mia interpretazione di un anziano e ricco signore in cerca di suo figlio!
La Bisbetica Domata, un grande classico Shakespeariano. Una riflessione sul teatro come specchio della società, un’analisi del rapporto tra artista e potere, ma anche un’esemplificativa rappresentanza della guerra fra i sessi. A te cosa colpisce di più di questo testo?
Quello che più mi colpisce è che nonostante siano passati secoli la tematica è assolutamente attuale; ancora oggi le donne devono scontrarsi con una società per molto versi maschilista. Rendendosi docile e vulnerabile la Bisbetica forse alla fine ottiene ciò che vuole per vivere bene e anche se questo per me non rappresenta un rapporto sano e paritario tra i due sessi è affascinante vederlo messo in scena e invita comunque alla riflessione su quanta strada ci sia ancora da fare.
Cosa pensi dell’ambientazione verso la fine degli anni ’30 del Novecento? Perché secondo te funziona bene?
Credo che l’inserimento della vicenda negli anni ’30 del ‘900 sia molto azzeccato. Da un punto di vista artistico lascia spazio al genere dell’avanspettacolo, che intrattiene il pubblico con momenti musicali più coinvolgenti. E poi in un’epoca in cui le figure femminili dello spettacolo erano viste dalla donne comuni come esempi di emancipazione e indipendenza, la vicenda della Bisbetica risulta del tutto credibile e viene valorizzata in certi aspetti.
Shakespeare è un autore sempre attuale. Cosa pensi quanto raffronti La Bisbetica Domata con la stretta attualità? (Soprattutto con riferimento ai fatti di cronaca, che vorremmo sentire sempre meno, che vedono la Donna sopraffatta dall’uomo).
E’ sconvolgente dovere ancora leggere e sentire notizie su uomini che abusano della propria forza e del proprio potere a discapito delle donne. L’universo femminile ci insegna che la sensibilità e l’empatia sono motori della vita che ci permettono di coltivare uno spirito di fratellanza con gli altri esseri umani. Sono convinto che se tutti imparassimo a coltivarle di più avremo molte meno guerre e conflitti nel mondo. Penso che siamo ancora molto lontani dalla parità dei sessi e più in generale dalla parità tra partners. E’ difficile trovare coppie in cui le individualità di ciascuno vengano rispettate, valorizzate e incentivate a una crescita prima di tutto personale. Credo nelle coppie che viaggiano e crescono assieme in parallelo, senza dinamiche di sudditanza o dipendenza; in cui la natura di una metà vada a migliorare e completare quella dell’altra metà.
Intervista di Giacomo Aricò