In attesa di vederlo al cinema il prossimo 13 settembre, oggi verrà presentato alla 75. Mostra del Cinema di Venezia – nella sezione Orizzonti – La Profezia Dell’Armadillo di Emanuele Scaringi con protagonisti Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto e Laura Morante. Il film – adattamento dell’omonima graphic novel bestseller di
Zerocalcare – è stato scritto da Michele Rech, Oscar Glioti, Valerio Mastandrea e Johnny Palomba.
Zero (Simone Liberati) ha ventisette anni, vive nel quartiere periferico di Rebibbia, più precisamente nella Tiburtina Valley. Terra di Mammuth, tute acetate, corpi reclusi e cuori grandi. Dove manca tutto ma non serve niente. Zero è un disegnatore ma non avendo un lavoro fisso si arrabatta dando ripetizioni di francese, cronometrando le file dei check-in all’aeroporto e creando illustrazioni per gruppi musicali punk indipendenti. La sua vita scorre sempre uguale, tra giornate spese a bordo dei mezzi pubblici attraversando mezza Roma per raggiungere i vari posti di lavoro e le visite alla Madre.
Ma una volta tornato a casa, lo aspetta la sua coscienza critica: un Armadillo in carne e ossa, o meglio in placche e tessuti molli, che con conversazioni al limite del paradossale lo aggiorna costantemente su cosa succede nel mondo. A tenergli compagnia nelle sue peripezie quotidiane, nella costante lotta per mantenersi a galla, è l’amico d’infanzia Secco. La notizia della morte di Camille, una compagna di scuola e suo amore adolescenziale mai dichiarato, lo costringe a fare i conti con la vita e ad affrontare, con il suo spirito dissacrante, l’incomunicabilità, i dubbi e la mancanza di certezze della sua generazione di “tagliati fuori”.
Emamuele Scaringi racconta:
“I trentenni non esistono più, come gli gnomi, il dodo e gli esquimesi. Adesso ci sono l’adolescenza, la post-adolescenza e la fossa comune. I trentenni sono una categoria superata, a cui ci si attacca per nostalgia, come il posto fisso. La generazione di Zero è cresciuta quando ancora i trentenni erano visti come adulti, con un preciso posto nel mondo. Oggi chi è diventato trentenne si trova sospeso in un limbo: in bilico fra un lavoretto e l’altro, a vivere con i genitori o a reinventarsi continuamente. Zero vive a Rebibbia, un quartiere di cui si parla solo quando balza agli onori delle cronache. Ma a Rebibbia la gente lavora, si sposa, cresce e a volte ci muore anche. Sono i luoghi abitati dalle persone normali quelli che mi interessano. Uno squarcio di città inusuale, non il centro da cartolina – dove Zero e Secco si rifiutano di andare – ma una metropoli del mondo dove le classi sociali si mescolano. La Profezia dell’Armadillo è anche un piccolo omaggio all’universo narrativo con cui è cresciuta la generazione di Zero e Secco. Film come I Goonies o Stand by me. L’Armadillo è il nostro Gremlin“.