Presentato in anteprima l’anno scorso alla 12. Festa del Cinema di Roma (sezione Alice Nella Città, Panorama Italia), giovedì 18 ottobre esce al cinema Guarda In Alto, l’originale film diretto da Fulvio Risuleo ed interpretato da: Giacomo Ferrara, Aurélia Poirier, Ivan Franek e Lou Castel.
Teco (Giacomo Ferrara) è un giovane che lavora come assistente in un forno. Una mattina assiste a un evento bizzarro che lo conduce in un’avventura che si svolge per intero sui tetti di Roma. Come in un road movie, Teco si muove da un palazzo all’altro spinto dalla curiosità scoprendo un mondo e un popolo “sopraterraneo”.
Una vera e propria comunità con i suoi abitanti e le sue regole: una banda di bambini mascherati che sfugge dalla realtà degli adulti, un apicoltore eremita (Lou Castel) tra le rovine romane, una mongolfiera proveniente dalla Francia guidata da Stella (Aurélia Poirier), un’affascinante ragazza e molto altro. Teco è stupito da tutte quelle scoperte e di quante sorprese ancora quel mondo possa rivelargli, in fondo è bastato semplicemente seguire l’istinto e guardare in alto.
Il regista Fulvio Risuleo descrive così Guarda in Alto:
“Si tratta di un vero e proprio viaggio compiuto dal protagonista nella propria città, Roma. Dalla mattina presto fino alla notte fonda il protagonista, Teco, si sposta da tetto a tetto scoprendo che sopra gli edifici della città esiste una vera e propria comunità con i suoi abitanti e le sue regole. Mi interessava fare un film d’avventura, ma nel senso tradizionale del termine. Probabilmente questa esigenza viene dalle mie passioni letterarie dell’infanzia: Verne, Collodi, Omero, Pratt, Calvino, Hemingway… il tutto però aggiornato ai nostri tempi. Teco viaggia da un tetto all’ altro attraversando varie “tappe” proprio come succede nei road movie. Lui ha come motore una grande curiosità e la voglia di esplorare situazioni nuove. Il protagonista è un ragazzo comune e senza doti particolari che lavora in un forno come assistente. Non ama il suo lavoro e per questo decide di fuggire da lì e partire per questo viaggio”.
“Ho cercato di immaginare una Roma trasfigurata, ma verosimile. Sui tetti convivono molti bizzarri personaggi che hanno come comune denominatore il fatto di voler fuggire dalla società, dal mondo di sotto. Sebbene ci siano molti elementi grotteschi e al limite del surreale, il registro usato è quello realistico. Questo contrasto serve a rendere più credibile e logico quello che succede. L’idea è di costruire un immaginario non lontano da quello che in città come New York o Berlino sarebbe “l’underground” ma traslandolo di sopra. Un luogo comunque altrettanto nascosto. Questa Roma parallela ha molti elementi in comune con la Roma originale ma è abitata da personaggi molto diversi tra loro che provengono da tutto il mondo. Una sorta di torre di Babele in cui tante culture si mischiano e si scambiano i modi di pensare“.
“In questo film c’è molto spazio per la fantasia e l’immaginazione. Infatti Teco, come tutti i buoni esploratori, è un sognatore e non si accontenta mai. Vuole sempre andare oltre. Approfondire. Ci sono suggestioni che vengono da parti diverse. C’è un certo immaginario fumettistico, il cinema d’avventura, le vere storie degli esploratori ma anche uno sguardo sul mondo attuale in cui viviamo. Infatti i tetti si possono considerare una grande metafora del mondo ideale che ognuno di noi cerca, sogna o immagina per se stesso e per gli altri. Un mondo dove tutto può succedere e ogni cosa è in continua trasformazione. Gli spettatori, usciti dalla sala, dovrebbero avere l’istinto di guardare verso l’alto per controllare se, effettivamente, ci sia qualcosa lì sopra che prima non avevano notato“.