Che cosa significa essere normali? Quali caratteristiche esattamente dovremmo avere per definirci così? Giovedì 25 ottobre esce al cinema Up&Down – Un Film Normale, un’indagine sulla normalità, raccontata attraverso gli occhi incantati di attori straordinari. Cinque attori con Sindrome di Down e uno autistico, accompagnati in un viaggio lungo un anno intero dall’amico Paolo Ruffini che ha diretto questo progetto insieme a Francesco Pacini.
Up&Down è la storia di un sogno che si trasforma in un’avventura, la storia di una compagnia teatrale che vuole compiere un’impresa “normale”: realizzare un grande spettacolo – scorretto, esilarante, irriverente – e portarlo in tournée nei più prestigiosi teatri d’Italia.
Federico, Andrea, Erika, Giacomo, Simone e David sono i protagonisti di questa impresa, sono i super eroi “sbagliati” con il poter inconsapevole di compiere l’impossibile. E come quell’insetto che è in grado di volare solo perché non sa di non poter sostenere il proprio peso, così questi ragazzi possono portare in scena uno strepitoso happening comico, spezzare i pregiudizi del pubblico, emozionarlo, commuoverlo, e lasciare a tutti l’illusione di essere normali. Addirittura l’illusione che la normalità esista davvero. Spesso il concetto di normalità viene schiacciato su quello di perfezione, ma ogni volta che questo succede la vita ci dimostra di non avere la stessa ridicola pretesa. Ci ricorda l’umiltà nell’essere fragili, la meraviglia nell’essere diversi, la magia nell’essere imperfetti e l’emozione di essere ultimi.
Il teatro, come il cinema, come la vita, non chiede di essere normali, al contrario, punta una luce sulla diversità. È esattamente ciò che riesce a realizzare Paolo Ruffini in questo film, prendendo per mano questi attori e guidandoli in un mondo dove ci sono alberi di tela, cieli di cartapesta e diamanti di vetro. Anche se il teatro non è la realtà, tutto quello che accade li dentro è pieno di verità. D’altronde, esiste un sogno normale o un’emozione normale? Il manifesto del film sembra spingerci verso una direzione: come sarebbe un “Normale mondo Down”? Sicuramente più semplice, sorridente, felice. Sarebbe un mondo Up. Per raccontare tutto questo soltanto la meraviglia del cinema poteva essere d’aiuto. Ecco perché Up&Down è un film normale. O forse no.
Paolo Ruffini, che ha diretto questo film insieme a Francsceo Pacini, afferma: “si dice che la normalità non esista. Nel realizzare questo film mi sono accorto che la normalità semplicemente non accade. La vita non ci chiede di essere normali, la vita è un inno alla diversità: siamo tutti diversamente normali e ugualmente diversi. Ho riflettuto sul significato di queste parole, e mi sono reso conto che rischiamo di appiattire il concetto di normalità, che può essere invece declinato in mille forme, esattamente come il concetto di diversità. D’altra parte se c’è qualcosa che accomuna tutti è proprio l’essere diversi: un tratto somatico del viso, un talento, un difetto caratteriale, un’espressione dello sguardo. Un cromosoma in più o una sindrome in meno, bastano a farci sentire “più normali” o “più diversi”?“.
Paolo Ruffini poi aggiunge e conclude: “per me questo non è stato soltanto un film, e so che non lo sarà nemmeno per lo spettatore. Esattamente come lo spettacolo che portiamo in teatro non si stratta di una rappresentazione a cui assistere ma di un’esperienza a cui partecipare, e in cui perdersi. Ognuno di questi ragazzi è lo specchio attraverso cui chi guarda, o meglio, chi sa guardare, può vedere sé stesso e la propria vita, la propria irreplicabile imperfezione, la propria magia e la propria capacità di essere unico e bellissimo“.