Le avventure di un cavaliere in un percorso dalla profonda anima poetica. Scritto nel personale e inconfondibile stile che contraddistingue il lavoro di Filippo Timi, da martedì 23 a domenica 28 ottobre Un Cuore di Vetro in Inverno apre in pima nazionale la stagione del Teatro della Pergola (via della Pergola 30, Firenze). Uno spettacolo fortemente suggestivo, condiviso da Timi in scena con Marina Rocco, Elena Lietti, Andrea Soffiantini, Michele Capuano, che racconta la storia di un cavaliere perugino costretto a lasciare il proprio amore ad attenderlo mentre è in battaglia.
Siamo nel Seicento, anno più, anno meno. Un cavaliere errante va a combattere contro il drago delle sue paure, lasciando il suo amore ad aspettarlo al ritorno, nella convinzione e con l’obiettivo di ritornarvi vittorioso, proprio come in un romanzo cortese, ma di costume, in grado di stupire, far sorridere e riflettere il pubblico. Uno scudiero e un menestrello, una prostituta e un angelo custode, costituiscono la piccola corte che il cavaliere porta con sé, che fa da contorno alla sua figura, in un carosello che ha del tragicomico. Sono personaggi che si definiscono e prendono forma in quello che fanno e nel loro star dietro al cavaliere. Raccontato per stazioni come in una sorta di Via Crucis o di sacra rappresentazione, lo spettacolo, semplice e giullaresco a guisa di rappresentazione medievale, è anche in parte un omaggio a un certo cinema di Pasolini e alle sue atmosfere.
Illustra Filippo Timi ad Angela Consagra sul foglio di sala dello spettacolo:
“Il titolo Un Cuore di Vetro in Inverno è nato così perché vediamo il personaggio principale, un cavaliere umbro del Seicento, che va ad affrontare un drago: nello spettacolo assistiamo proprio a un momento specifico in cui questo cavaliere si denuda di tutto e rimane in mutande, sotto la neve, sentendosi solo. A un certo punto lui dice, a proposito di se stesso: “Eccola, la mia anima, un albero isolato dal mondo, un albero in cima un dirupo”, e queste parole riassumono la visione dell’essere umano che si ritrova a combattere la propria guerra. L’individuo è necessariamente solo con se stesso: partendo da quest’idea, il titolo riporta a un’idea di fragilità, al fatto di essere sprofondati in un mondo d’inverno e di essere, appunto, “un cuore di vetro in inverno”, ovvero un cuore trasparente e fragile. Alla fine, il cavaliere sconfigge il drago, nel senso che si trasforma in un uomo. Accetta il suo lato umano, accetta la propria fragilità. Lui capisce che, per sopravvivere e vivere, ha bisogno degli altri. E accoglie la propria umanità”.
Un Cuore di Vetro in Inverno rappresenta l’ultima frontiera del linguaggio teatrale e della ricerca di un artista poliedrico come Filippo Timi, autore, interprete e regista, con il quale, scrive Maurizio Porro del Corriere della Sera, “il tempo e lo spazio fanno sempre le giravolte, è come stare su un ottovolante della storia”.
“Di una cosa oggi sono certo, che le paure ti corazzano, ma insieme sbarrano la strada. Però, so che è fondamentale affrontare il drago inesistente per tornare vittorioso all’amore sinceramente”.
Filippo Timi
Filippo Timi incontra il pubblico
Giovedì 25 ottobre, ore 18, Filippo Timi e la Compagnia incontrano il pubblico. Coordina Riccardo Ventrella (ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili). Un Cuore di Vetro in Inverno – produzione Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana – dopo il debutto di Firenze arriverà poi a (Teatro Franco Parenti, 30 ottobre – 11 novembre), Roma (Teatro Ambra Jovinelli, 28 novembre – 9 dicembre) e Perugia (Teatro Morlacchi, 11 – 16 dicembre).