Sport, disabilità e soprattutto amicizia sono al centro di Non Ci Resta Che Vincere, il film diretto da Javier Fasser. Protagonista una squadra di basket – composta da giocatori interpretati da attori disabili – guidata da Javier Gutiérrez.
Marco (Javier Gutiérrez) è allenatore di una squadra di basket professionista di alto livello. Sorpreso alla guida in stato di ebrezza viene condannato a una pena d’interesse generale. Per ordine del giudice deve quindi organizzare una squadra di basket composta da persone con un deficit mentale. Ciò che era cominciato come una pena si trasforma in una lezione di vita sui pregiudizi sulla normalità.
Lasciamo ora spazio ad un estratto dell’intervista rilasciata da Javier Fasser.
Dove ha trovato questa storia?
È piuttosto la storia ad aver trovato me. Ho letto la sceneggiatura originale e mi sono innamorato dei personaggi. È stato soprattutto per il mio desiderio di vedere questo film il cui soggetto mi toccava profondamente che mi sono deciso a realizzarlo. Tutti i personaggi hanno una tal capacità di provocare l’emozione e il riso che non vedevo altra maniera di colpire il pubblico che facendolo ridere emozionandolo. E se in più gli spettatori escono dal cinema col cuore in gola… Ho creduto sempre di più alla forza dei personaggi oltre che a quella della storia, ed é per questo motivo che ho deciso di approfondirle entrambe mettendo in valore le loro differenze e le loro particolarità.
Nel 2000, durante i giochi paraolimpici di Sidney, la squadra di basket spagnola di sport paralimpico è stata condannata per aver fatto partecipare giocatori senza disabilità. Era a conoscenza di questa storia?
Certamente. Ed è senza dubbio una delle ragioni che mi ha spinto a fare il film. Questa storia mi ha colpito enormemente tanto che mi è subito venuta in mente quando ho ricevuto la sceneggiatura di Non Ci Resta Che Vincere. Da ciò è dipesa la mia decisione di fare un film autentico, quindi girato interamente con attori con disabilità reali.
Questo film tenta di « normalizzare » delle situazioni ingiuste di cui non siamo sempre coscienti …
Nella nostra società purtroppo capitano delle cose spiacevoli a causa dell’ignoranza, della paura o anche solo per una conoscenza superficiale. Una delle grandi ingiustizie provocate dall’ignoranza è proprio il cattivo trattamento inflitto ad alcune persone per paura della loro differenza. Penso che questo film dia delle indicazioni per sapere come comportarsi con delle persone differenti.
Altri registi avrebbero fatto a meno dello humour, invece lei ha scelto di sfruttarlo. Ha dovuto prendere delle precauzioni?
Ogni inquadratura è stata sconvolgente, talmente era forte la capacità di queste persone di suscitare emozioni, restando allo stesso tempo sincere e autentiche. Penso che tutti noi vorremo essere così, ma per qualche motivo che non conosco ci ostiniamo a dissimulare ciò che siamo nel più profondo di noi stessi. Questa tenerezza nei loro confronti è ciò che mi ha risparmiato da ogni goffaggine.