Dove Bisogna Stare il film-documentario diretto da Daniele Gaglianone, scritto con Stefano Collizzoli, prodotto da ZaLab in collaborazione con Medici Senza Frontiere (MSF), dopo essere stato presentato alla 36ma edizione del Torino Film Festival, uscirà nelle sale cinematografiche il 17 gennaio, con un tour di proiezioni “evento” organizzate in tutto il territorio nazionale. La tournée di proiezioni sarà accompagnata da presentazioni degli autori e delle protagoniste del film e da discussioni e dibattiti, grazie anche alla partnership con MSF.
Il film
Dove Bisogna Stare segue quattro donne italiane che hanno deciso di impegnarsi spontaneamente e gratuitamente nella cura e nell’accoglienza di persone migranti. Georgia, ventiseienne, faceva la segretaria. Un giorno stava andando a comprarsi le scarpe; ha trovato di fronte alla stazione della sua città, Como, un accampamento improvvisato con un centinaio di migranti: era la frontiera svizzera che si era chiusa. Ha pensato di fermarsi a dare una mano. Poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. È ancora lì. Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone; Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza, sono persone molto diverse; sono di età differenti, e vengono da mondi differenti. A tutte però è successa la stessa cosa: si sono trovate di fronte, concretamente, a una situazione di marginalità e di esclusione e non si sono voltate dall’altra parte. Sono rimaste lì, dove sentivano che bisognava stare.
Un film su di noi
Dove Bisogna Stare, racconta di una possibile risposta a questi tempi cupi. Non racconta l’immigrazione dal punto di vista di chi sceglie di partire o è costretto a farlo: “È innanzitutto un film su di noi, sulla nostra capacità di confrontarci con il mondo e di condividerne il destino” afferma il regista Daniele Gaglianone, che si è messo in ascolto dei volontari e delle volontarie della società civile impegnati a costruire un’Italia che accoglie. “In un periodo in cui chi opera per salvare le vite di persone costrette a fuggire dalla guerra e dalla miseria subisce forti pressioni e chiari episodi di criminalizzazione, questo documentario vuole cambiare la narrazione dominante sulla percezione che hanno gli italiani sulla presenza di persone migranti nel nostro Paese” dichiara Claudia Lodesani, medico infettivologo e presidente di MSF in Italia.
Un paese solidale
C’è un paese raccontato come terrorizzato dalle migrazioni e violentemente ostile nei confronti dei migranti. Su questa narrazione, una parte del ceto politico continua a costruire la propria identità e le proprie fortune elettorali. Un’altra parte del ceto politico sembra invece incapace di parlare a un paese spaventato e sempre più aggressivo. Ma esiste anche un altro paese, che pratica solidarietà e lotta per i diritti ogni giorno, in maniera spesso informale e non strutturata. Non è professionismo, e a volte non è nemmeno esattamente militanza. Dove bisogna stare racconta quattro donne, di età diverse, che in luoghi diversi sono impegnate in attività a prima vista assurde al senso comune o quello spacciato come tale.
Quattro donne (non) fuori posto
Donne che appaiono fuori luogo rispetto alla narrazione dominante, quasi incomprensibili. Ascoltando i loro racconti e restituendo il loro quotidiano scopriamo, invece, discorsi e gesti lineari, straordinari nella loro semplicità. Scopriamo che non stanno fuori luogo, ma in un luogo molto reale, nel luogo in cui sentono di avere bisogno di stare. In opposizione alla retorica folle dell’invasione e della chiusura, e a quella dei raffinati ragionamenti dei benpensanti per mestiere, ci sono persone come Elena, Georgia, Jessica, Lorena e c’è la speranza di provare a uscire assieme dai problemi e dalle tensioni causate da un fenomeno epocale come le migrazioni, fenomeno che fa emergere con forza le contraddizioni e le ingiustizie della nostra società.
Medici Senza Frontiere
In un periodo in cui chi opera per salvare le vite di persone costrette a fuggire dalla guerra e dalla miseria subisce forti pressioni, culminate in procedimenti giudiziari nei loro confronti, questo documentario è uno strumento necessario a cambiare la narrazione dominante sulla percezione che gli italiani hanno riguardo la presenza di persone migranti nel nostro Paese. Sono almeno 10.000 le persone in Italia, in prevalenza richiedenti asilo e rifugiati, che vivono senza un tetto, cibo sufficiente e un adeguato accesso alle cure mediche, come denunciato da Medici Senza Frontiere nel rapporto “Fuori campo”, frutto di un lavoro di monitoraggio compiuto nel 2016 e nel 2017 in circa 50 insediamenti informali in tutta Italia.