Seth Rogen, Zac Efron e Rose Byrne affiancano il regista Nicholas Stoller in Cattivi Vicini, una commedia – in uscita stasera nei cinema – sui tormenti di una giovane coppia per la prima volta alle prese con la vita adulta e forzata a vivere accanto alla sede di una confraternita appena dopo la nascita della loro bambina.
Secondo tutte le apparenze, i neo genitori Mac (Rogen) e Kelly Radner (Byrne) stanno vivendo il classico sogno americano, arricchito dalla nascita di un’adorabile bambina e da una bella casetta nuova di zecca nei quartieri residenziali fuori città. Nonostante tutto, questi due trentenni vogliono ancora illudersi di essere rimasti, nel loro piccolo, ancora giovani e ribelli. Una fase che si rivelerà una sfida critica, come accade sempre (o solo a volte) ai festaioli impenitenti che si trovano a dover affrontare un ostacolo inevitabile: l’arrivo dell’età adulta.
Quando Mac e Kelly scoprono la notizia dell’arrivo dei nuovi vicini, dozzine di confratelli della congrega Delta Psi Beta guidati dal carismatico presidente Teddy Sanders (Efron), decidono di provare a stare al gioco e sfruttare il meglio da una situazione che sembra essere una manna dal cielo. Ma le feste dei confratelli cominciano a raccogliere sempre più adepti, arrivando a divenire celebrazioni dalle dimensioni epiche. Così entrambe le parti iniziano a irrigidirsi sulle proprie posizioni, arrivando a sabotaggi, minacce e continui screzi che danno il via a una guerra che potrebbe durare secoli.
Cattivi Vicini nasce nella mente degli autori debuttanti Andrew Jay Cohen e Brendan O’Brien: “Io e Andrew, a trent’anni, ci eravamo entrambi accasati – racconta O’Brien – io avevo già avuto il mio primo figlio, ma continuavamo a combattere con il dato di fatto che non eravamo più due ragazzi, ma di certo non ci sentivamo ancora due adulti responsabili”. Dopo aver saputo della storia di una cittadina letteralmente distrutta da alcuni studenti di un’università nel nord est degli Stati Uniti, O’Brien e Cohen hanno sviluppato uno scenario che potesse funzionare da contesto per un conflitto che si rivelasse divertente.
“Ci avevano raccontato di come i residenti avessero dovuto combattere con ragazzi del college che urinavano nei loro cespugli, rubavano i segnali stradali, causavano incidenti, impedendogli semplicemente di vivere le loro vite,” dice Cohen. “Si tratta di persone normali, con le loro famiglie, che sperano che i figli possano crescere in un ambiente sano e non dovendosi difendere dalle pazzie di questi giovani studenti. Lo scontro di culture ci ha immediatamente eccitato perché amiamo le storie intergenerazionali, e c’era un sottotesto divertente nel pensare che fra ventenni e trentenni potesse percepirsi una così forte distanza”.
Evan Goldberg, uno dei produttori del film, ha spiegato che “si tratta di una storia che riesce ad avere un significato per chiunque. Puoi essere un ragazzo che considera gli adulti dei falliti o una persona più grande che vede i giovani solo come degli immaturi”. Per il regista “Mac e Kelly stanno affrontando la loro nuova vita, negandosi la dura verità che sia finita una fase della vita, e Teddy, contemporaneamente, vive il dramma personale di essere arrivato alla fine del suo corso di studi. Per me, laurearmi è stato un’esplosione di paura e confusione, con tutta la pressione che si portava dietro. Ricordo esattamente la stessa ansia una volta che, sposato e padre di un figlio, tutto sembrava doversi rimodellare in maniera definitiva”.
Sul set molta improvvisazione, come ricorda Stoller: “Dopo le letture, abbiamo realizzato due settimane di prove che si sono rivelate determinanti, anche per entrare nei ruoli senza dover sentire addosso la pressione delle riprese. È così che le migliori improvvisazioni sono riuscite a inserirsi nelle sceneggiature”. Zac Efron, debuttante per questo stile di commedia, si è trovato a suo agio: “un tale livello di improvvisazione non assomiglia a nessuna delle mie esperienze precedenti, anche per quanto immediata – spiega lui stesso – devi esser pronto a tutto, senza il timore di sbagliare il tuo personaggio”.
“Non importa chi sia il regista, chi lo produca o chi non partecipi al progetto: un film su una coppia con figlio e una confraternita che va a vivere nella villetta di fianco è come segnare un gol a porta vuota”
Evan Goldberg