Si tengono a Roma, presso il Cinema Farnese (Campo dè Fiori 56), lunedì 18 e martedì 19 febbraio, le proiezioni del docufilm ALBE – A Life Beyond Earth, diretto da Elisa Fuksas, scritto dalla regista con Tommaso Fagioli. Le proiezioni si terranno in entrambe le giornate alle ore 16:00 e alle ore 21:40 e la seconda proiezione del 18 febbraio sarà presentata in sala dalla regista e dal co-sceneggiatore Tommaso Fagioli.
ALBE è il racconto in chiave pop di sette persone di Roma e dintorni che condividono passioni ed esperienze di contattismo, ufologia e spiritualità cosmica. Sono normalissimi “cittadini al di sopra di ogni sospetto”, eppure si considerano dei ricercatori speciali, a loro modo pionieri di una nuova consapevolezza che sono convinti arriverà dallo spazio. “ALBE” è il nome del gruppo che hanno creato per poter condividere esperienze, pensieri e umori, con la certezza di non essere presi per pazzi.
Tra sedute spiritiche in contatto con esseri astrali, esorcismi extraterrestri, caccia agli Orbs e sessioni di sky-watching, il gruppo è in costante di prove e segnali, anche con l’aiuto dell’irrinunciabile telefonino. In controcanto, la regista Elisa Fuksas conduce una ricerca personale tra scienza e fede su temi analoghi parlando con religiosi, astrofisici, e con Carlo, “alieno-umano”, un autentico ‘Marziano a Roma’, cercando di dare risposta alla domanda: “Siamo soli nell’Universo”?
La psicologia dei protagonisti di Albe riflette le attese del suo pubblico potenziale, indicando temi e modalità con cui intercettarlo. La domanda “Siamo soli (nell’universo)?” che attraversa il film per intero rimanda a questioni cui tutte le religioni hanno sempre cercato di dare risposta per placare le ansie e le angosce esistenziali degli individui. In particolare, la “fede-credenza” negli UFO traduce in veste fantascientifica attese, codici e figure delle religioni storiche. Il messianesimo tradizionale è rilanciato in chiave cosmica e, laddove un tempo c’era Dio, oggi c’è l’Alieno che ne eredita tutti gli attributi: onniscienza, onnipotenza, la grande intelligenza superiore che desidera la nostra salvezza e a cui aspiriamo a ricongiungerci.
I protagonisti di ALBE aderiscono totalmente a questo scenario. Sono persone in qualche modo speciali, “extra”, la cui eccitazione è simile a quello colpisce i religiosi nella “vocazione” poiché, in quanto “risvegliati”, possono riscattare le proprie esistenza entro un rinnovato orizzonte di attesa e speranza. Il film “mette in scena” fedelmente la realtà di queste persone adulte, normali e speciali allo stesso tempo, con un impianto favolis>co che ne rispecchia il sen>mento. È un film con tanti momenti dove si ride, si sorride, e si pensa sempre. In definitiva, il film mette in scena quello che Jung definiva un “mito moderno” nel suo saggio dedicato al fenomeno UFO: Le Cose Che Si Vedono in Cielo (1958). Un mito che è diventato sottocultura globale, amplificata dai social, dai caratteri fideistici che raccoglie un enorme seguito in tutto il mondo.
Albe, già in concorso al Biografilm Festival e al Molise Film Festival, inizierà quindi un tour italiano, distribuito da K48, che farà tappa, prossimamente, al Cinema Beltrade di Milano, mercoledì 20 febbraio e presso il Cinema La Compagnia di Firenze dal 21 al 24 febbraio.