Tratto dall’acclamato romanzo di Angie Thomas (The Hate U Give), giovedì 14 marzo arriva in sala Il Coraggio Della Verità, il film diretto da George Tillman Jr., una storia toccante e suggestiva che racconta il percorso di maturazione di una ragazza interpretata da Amandla Stenberg.
Il film
La sedicenne Starr Carter (Amandla Stenberg) vive a Garden Heights, un quartiere popolare, insieme a una famiglia molto unita. Suo padre Maverick (Russell Hornsby) ha un passato di piccolo malvivente, ma dopo aver scontato una pena in carcere, ha aperto un negozio di frutta e verdura ed è diventato un bravo padre di famiglia nonché uno stimato membro della comunità in cui vive. La madre di Starr, Lisa (Regina Hall) è un’infermiera che proviene da una famiglia in cui l’istruzione è sempre stata la prima cosa, infatti nutre grandi ambizioni per i suoi figli. Il suo fratellastro Seven (Lamar Johnson) e il fratello minore Sekani (TJ Wright) completano la famiglia. Delusi dalla mediocrità delle scuole di Garden Heights, e desiderosi di offrire ai loro figli maggiori opportunità, Lisa e Maverick iscrivono Starr e i suoi fratelli alla Williamson Prep School, una scuola frequentata per lo più da studenti bianchi, in un quartiere che dista circa 40 minuti di viaggio dal loro. A Garden Heights, Starr incarna la versione numero 1 di se stessa: parla lo slang della sua comunità, le piace la musica hip hop, e non prova alcun imbarazzo a essere quella che è; teme solo di poter essere criticata per volersi adeguare troppo ai comportamenti dei bianchi.
Alla Williamson invece, Starr interpreta la versione numero 2, la ragazza perbene che non cede mai alla tentazione di parlare slang, e le cui migliori amiche Hailey (Sabrina Carpenter) e Maya (Megan Lawless) nonché il suo fidanzato Chris (K.J. Apa), sono tutti bianchi. La situazione cambia quando Starr assiste all’omicidio del suo caro amico di infanzia Khalil (Algee Smith) per mano di un poliziotto, durante un posto di controllo in strada. Starr, unica testimone del delitto, deve scegliere se parlare in difesa di Khalil, o se restare in silenzio. Dire la verità potrebbe inoltre mettere in pericolo anche la sua famiglia, perché coinvolgerebbe King (Anthony Mackie), il capo del narcotraffico locale per cui Khalil lavorava. E poi, cosa penserebbe la comunità di Williamson, sapendola associata alla morte di Khalil? Mentre l’intero quartiere chiede a gran voce giustizia per Khalil, e inizia a spargersi la voce di un coinvolgimento di Starr nella vicenda, la ragazza si ritrova a dover affrontare un ambiente sempre più esasperato. Starr intraprende un percorso interiore di auto scoperta, in cui poco a poco capirà se stessa e da che parte intende veramente stare.
La forza del romanzo di Angie Thomas
Il produttore e regista George Tillman Jr., che da sempre ama raccontare la vita e le vicende degli afroamericani, ha letto il romanzo di Angie Thomas durante le prime fasi della sua divulgazione e ha subito compreso di avere fra le mani qualcosa di speciale: “già dopo aver letto il primo capitolo, sono rimasto coinvolto dalla trama. Ho percepito la forte dinamica di questa famiglia afroamericana, e mi sono reso conto di come il tema dell’identità razziale, dell’essere neri, non fosse ancora stato abbastanza esplorato al cinema, in particolare il quesito che molti si pongono sull’ “essere abbastanza neri”. Ho pensato che fosse l’occasione giusta per trattare in modo nuovo questi argomenti, attraverso la prospettiva di una persona molto giovane. Volevo poter portare in vita questa storia e ho capito che l’esperienza accumulata nel corso della mia carriera cinematografica, poteva farmi realizzare questo film con grande autenticità”.
L’omicidio di Oscar Grant
L’autrice stessa, Angie Thomas, ha spiegato che una fonte di ispirazione del suo libro riguarda un fatto realmente accaduto: l’omicidio di Oscar Grant avvenuto a Oakland, in California, il 1 gennaio 2009, per opera di un poliziotto della BART (Bay Area Transit Police Department). La storia ha avuto una grande eco in tutto il paese. Nonostante la morte di Grant sia avvenuta a centinaia di chilometri, è stata oggetto di discussione sia nel quartiere a dominanza nera dove abitava Angie Thomas, sia nella scuola di bianchi da lei frequentata: “nel mio quartiere, Oscar era uno di noi – ricorda l’autrice, originaria del Mississippi – nella mia scuola invece, pensavano che meritasse il suo destino perché era stato in carcere”. La rabbia e la frustrazione che ha provato rispetto a questa vicenda, l’hanno indotta a prendere una decisione che le avrebbe cambiato la vita: “ho deciso di scrivere una storia su Khalil e Starr, due ragazzi che si ritrovano coinvolti in una situazione simile a quella di Oscar”.
Un film che tratta temi importanti
Il racconto della Thomas è diventato Il Coraggio Della Verità, un film che mette in relazione una storia di fantasia con le numerose sparatorie della polizia a danno della popolazione nera, e che hanno provocato fatti di sangue che hanno acceso grandi proteste negli Stati Uniti negli scorsi anni, e sono state al centro dell’attenzione mediatica. “Volevo fare un film moderno – ha aggiunto George Tillman Jr. – rivolto ad un pubblico giovane, ma anche a un pubblico universale, un film che possa generare un dialogo sulle questioni importanti che riguardano la razza, la giustizia sociale e l’identità, perché c’è bisogno di pace e di cambiamento”.
Il codice di comportamento
Il codice di comportamento è il modo in cui ci si comporta per potersi adattare ad ambienti diversi. Per la comunità afroamericana, il cambiamento di codice è una ennesima tattica di sopravvivenza che spesso però ha comporta un prezzo emotivo da pagare. Starr cerca in tutti i modi di conciliare la sua vita di Garden Heights con quella di Williamson. Questo aspetto della storia di Starr è basato direttamente sulla vita di Angie Thomas: “ho frequentato un college privato altolocato a Jackson, Mississippi, pur continuando a vivere in un ghetto. Quando uscivo di casa, ascoltavo Tupac e quando arrivavo a scuola passavo ai Jonas Brothers. Pensavo che fosse giusto comportarsi così per riuscire a integrarmi. Nel corso del tempo, mi sono resa conto che queste preferenze non dovevano per forza essere in conflitto”.
Con Il Coraggio Della Verità, George Tillman Jr. spera di offrire al pubblico uno spunto di riflessione che “possa continuare a favorire il dialogo sulle nostre diversità. Tutti noi abbiamo pregiudizi rispetto a qualcosa. Un approccio univoco e autoreferenziale non consente di comprendere l’impatto che le nostre azioni e parole sono in grado di produrre sugli altri. Spero che il film incoraggi le persone a sviluppare una maggiore empatia nei confronti delle parole e delle azioni degli altri. E che dicano sempre la verità. Abbiamo fatto del nostro meglio per rendere l’autenticità di questa storia, per quanto difficile. È importante essere sempre se stessi, farsi avanti, non temere di dire la verità e di essere ascoltati”.
“Anche una singola voce può fare la differenza, forse non in quel momento, ma nel tempo può avere un effetto, è questo il senso de Il Coraggio Della Verità”.
George Tillman