Presentato in anteprima alla 68esima Berlinale, giovedì 18 aprile arriva in sala Gordon & Paddy e il Mistero Delle Nocciole, il film di animazione della regista Linda Hambäck tratto dai tre racconti per bambini dell’autore Ulf Nilsson, illustrati da Gitte Spee: Detective Gordon: The First Case (2015), A Complicated Case (2016) e A Case in Any Case (2017).
Il film
Avanti con l’età, il ranocchio detective Gordon sgranocchia il suo biscotto pomeridiano e pensa al momento del ritiro, all’agognata pensione. Per molti anni ha mantenuto la pace nel bosco, proteggendo gli altri animali dalla temuta volpe. Il fortuito incontro con Paddy, una sagace topolina, sembra spianare a Gordon la strada della pensione: lei sarà il suo degno successore. Quando tutto sembra sistemato, due cuccioli spariscono nel nulla e gli altri animali piombano nel panico: sarà stata la temuta volpe?
Sfidare i pregiudizi, scoprire la verità
Gordon & Paddy e Il Mistero Delle Nocciole è una pellicola che esplora cosa significa crescere nei ruoli, sfidare i pregiudizi e scoprire la verità. “Mi sono piaciute molto le illustrazioni e mi sono davvero innamorata del tono del racconto – spiega la regista Linda Hambäck – c’è una tale calma nel modo in cui Ulf Nilsson racconta questa storia. Ci consiglia di essere gentili e amichevoli l’uno con l’altro, ma allo stesso tempo è un libro da divorare: si vuole subito sapere come va a finire. Parla di questa improbabile amicizia, ma anche dell’invecchiamento, dell’età in cui andare in pensione e della scoperta che non è così bello come si pensava che sarebbe stato”.
Lontani dalla Disney
Il messaggio del film è assolutamente positivo: non bisogna giudicare il libro dalla sua copertina. Gordon & Paddy sono lontani dall’immaginario Disney: “a volte le cose non sono quelle che si pensa siano, quindi non bisogna essere prevenuti – conclude Linda Hambäck – la vita ci fa vedere diverse angolature di ognuno e bisogna cercare di scoprire chi sono davvero le persone, essere sempre curiosi invece che darne un giudizio negativo a priori. Questo è ciò che volevamo dire, il messaggio che volevamo passasse dal film”.