Lunedì 8 marzo la rassegna CineAamod in occasione della Giornata Internazionale della Donna, propone l’introduzione critica e la visione di un film che percorre un cammino introspettivo intorno agli stereotipi e le convenzioni di genere nell’Italia di oggi, una sorta di “Rivoluzione Permanente”, come professa il titolo dell’incontro. Si tratta di Normal, un lavoro diretto da Adele Tulli che ripercorre le tappe dei confini maschile-femminile attraverso un racconto per immagini delle complesse dinamiche attraverso cui costruiamo e abitiamo le nostre identità di genere. All’incontro, coordinato da Aurora Palandrani (AAMOD), interverranno insieme alla regista, anche Maria Iovine (regista), Maria Luisa Celani (Casa Internazionale delle Donne), Laura Romano (FilmAffair) e Milena Fiore (Assemblea della Magnolia). Il film sarà disponibile per 24 ore, lungo tutta la giornata dell’8 marzo, in visione gratuita sulla piattaforma OpenDBD. L’incontro di CineAAMOD, in diretta streaming alle ore 18:00, sarà visibile invece sul canale YouTube e pagina FB ufficiali.
Il film
Normal è un documentario fuori dagli schemi, originale e visivamente audace che riflette su come il genere definisca il nostro agire quotidiano, influenzandone gesti, desideri, comportamenti e aspirazioni. Un viaggio tra le dinamiche di genere nell’Italia di oggi, raccontate attraverso un mosaico di scene di vita quotidiana, dall’infanzia all’età adulta. In palestra come in spiaggia, in discoteca, in chiesa, in un parco giochi o al centro estetico: il documentario osserva le coreografie dei corpi, i rituali sociali per ognuno dei generi nei contesti più ordinari e familiari.
Un caleidoscopio di situazioni di volta in volta curiose, tenere, grottesche, misteriose, legate dal racconto di quella che siamo soliti chiamare normalità, mostrata però da angoli e visuali spiazzanti. Con uno sguardo insieme intimo ed estraniante, il film esplora la messa in scena collettiva dell’universo maschile e femminile, proponendo una riflessione – lucida, e provvista di ironia – sull’impatto che ha sulle nostre vite la costruzione sociale dei generi. Per cercare un nuovo significato a quella che ogni giorno e spesso senza troppo pensiero (e cuore) definiamo normalità.
Adele Tulli racconta…
“Il genere oggi è un campo di battaglia: mentre il popolo del ‘Family Day’ affolla le piazze contro lo spettro del ‘gender’, violenze, discriminazioni e disuguaglianze sulla base di genere e orientamento sessuale riempiono drammaticamente le statistiche e i giornali. E la normatività dei ruoli di genere esercita ancora un enorme potere sull’espressione individuale delle persone e sulle loro interazioni e relazioni”.
“Questo progetto nasce con l’intenzione di riflettere su come le norme di genere siano pratiche sociali implicite, regole non dette che permeano le nostre vite, spesso in modo così sottile e radicato dentro di noi da non essere problematizzate, ma al contrario normalizzate. In questo lavoro mi sono concentrata su ciò che viene considerato convenzionale, normativo, normale. L’idea è quella di innescare accostamenti e associazioni che riescano a provocare un senso di straniamento e di sorpresa davanti allo spettacolo della “normalissima” realtà di tutti i giorni e di raccontare il genere come un atto performativo collettivo, una cerimonia sociale che dà forma ai nostri corpi e influenza i nostri desideri”.
“Con Normal ho sentito la necessità creativa di confrontarmi con un linguaggio espressivo diverso, che riuscisse a dare corpo al mondo invisibile e complesso delle idee. Un linguaggio che, pensando per immagini, favorisse una modalità immersiva, evocativa, meno centrata sulla narrativa lineare propria del documentario convenzionale. Normal quindi tenta di riprodurre il procedere incerto, ibrido e fluido del ragionamento, in cui la realtà può essere interpretata, problematizzata e immaginata nuovamente, per stimolare una riflessione aperta sulla natura performativa delle nostre identità sociali”.