Zac Efron è Ted Bundy in Ted Bundy – Fascino Criminale (titolo originale Extremely wicked, shockingly evil and vile), il film diretto da Joe Berlinger che arriverà nelle sale italiane il 9 maggio. Presentato al Sundance Film Festival 2019, il film racconta la storia del serial killer Ted Bundy dalla prospettiva della fidanzata Liz, interpretata da Lily Collins, a lungo ignara della vera natura del suo compagno. Nel cast anche John Malkovich nel ruolo di Edward Cowart, giudice del processo a Bundy.
Il film
Ted Bundy scruta il lato carismatico dell’omonimo serial killer – il lato che ha mostrato agli amici, ai colleghi e alla fine anche al pubblico televisivo degli Stati Uniti. Era esperto nello sfruttare il suo bell’aspetto e la sua personalità affascinante per conquistare la fiducia di molte donne, compresa la sua fidanzata di vecchia data, Elizabeth Kloepfer. Liz (Lily Collins) sta iniziando un nuovo capitolo nella sua vita. È una giovane mamma single che cresce da sola sua figlia. Su insistenza della sua migliore amica Joanna (Angela Sarafyan), le due escono una sera in giro per la città. Desiderosa di trovare alla sua amica un nuovo fidanzato, Joanna vede il bel Ted (Zac Efron) in piedi al bar. Sembra che abbia occhi solo per Liz, nonostante ogni donna nella stanza stia provando ad attirare la sua attenzione. La cauta e timida Liz si concede per un ballo e ne rimane completamente catturata.
Più conosce Ted, più si innamora perdutamente. È intelligente, affettuoso, attento e gentile con sua figlia. I due diventano il ritratto della felicità. Sembra quasi troppo bello per essere vero, e forse lo è. Una notte, mentre Ted è fuori città, viene arrestato e accusato di rapimento e aggressione nei confronti di una giovane studentessa universitaria. Assicura Liz che si tratta di un errore, ma subito dopo viene accusato del macabro omicidio di un’altra giovane donna, poi un altro, e un altro ancora. Qualcosa non è chiaro. Chi è davvero questo Ted Bundy che Liz crede il suo amorevole fidanzato? L’uomo che non avrebbe mai fatto del male a lei o a sua figlia. Mentre le prove contro Ted continuano ad aumentare, la preoccupazione di Liz si trasforma gradualmente in paranoia. Lacerata tra la vita felice che pensava di aver finalmente trovato e la macabra verità che si sta lentamente rivelando davanti ai suoi occhi, Liz deve decidere se Ted è veramente la vittima che sostiene di essere, o in realtà è il carnefice.
Theodore Robert Bundy
Con solo il 5% della popolazione mondiale, l’America è stata la patria del 67% dei serial killer documentati nel mondo – un incredibile numero di 2.743 assassini nell’ultimo secolo e mezzo. E l’FBI stima che in questo momento ci siano dai 25 ai 50 serial killer attivi operanti negli Stati Uniti. Eppure, un serial killer in particolare ha colpito maggiormente la psiche collettiva americana: Theodore Robert Bundy. La storia di Ted Bundy è sordida e drammatica. Bundy si affidava ai suoi sguardi disarmanti per incantare a morte le sue vittime. Era anche abile nel cambiare il suo modus operandi per confondere gli investigatori. È sfuggito alla custodia della polizia due volte, con fughe dalle prigioni audaci e fantasiose. Poi, pochi giorni prima della sua esecuzione, il 24 gennaio 1989, Bundy ha confessato di aver ucciso oltre 30 donne tra il 1974 e il 1978, dopo anni di negazione dei suoi crimini atroci. Gli esperti ritengono che il vero numero delle vittime di Bundy sia molto più alto.
Dannato e affascinante
Ma ciò che distingue veramente Bundy, al di là del conteggio dei cadaveri e della sua capacità di eludere la cattura, è che pochi altri serial killer americani hanno raggiunto il suo livello di celebrità perversa – e persino ammirazione – da così tante persone che per anni hanno pensato che fosse innocente. Bundy ha brillantemente utilizzato i media americani per ottenere un seguito considerevole e fanatico, sfidando ogni aspettativa. In poche parole, da bello e affascinante uomo bianco, le sue amanti e i molti amici e conoscenti non potevano credere che fosse capace degli atti vili che aveva commesso, permettendogli di sfuggire alla cattura per molti anni. E anche durante il processo, ha attirato tanti sostenitori che non riuscivano a vedere oltre al suo bell’aspetto e al suo fascino.
Joe Berlinger racconta…
“Molti spettatori sapranno già che Ted Bundy è un serial killer ancora prima che inizi il film (a meno che lo spettatore non legga assolutamente nulla sul film prima di entrare in sala), ma spero che possano in qualche modo sospendere tale conoscenza, e addirittura mettere in discussione ciò che conoscono di Bundy e intraprendere lo stesso percorso emotivo di Liz, iniziando a fare il tifo per la loro relazione e sentendosi poi tradito e disgustato quando Bundy finalmente ammette i suoi crimini. In questo modo, il film non tratta della meccanica di come un serial killer uccide o di come viene catturato, ma, piuttosto, di come si cade in preda a un psicopatico a causa della sua credibilità. Bundy ha davvero amato Liz? Questa è la domanda irrisolvibile del film – molti esperti ritengono che i sociopatici siano incapaci di amare. Io non ne sono così sicuro. Ma lui l’ha ingannata in maniera incredibile, ed è la natura dell’inganno che questo film esplora“.
“Il mio lavoro di documentarista si è concentrato anche sulla difficile situazione delle vittime. Dovendo il pubblico vivere il punto di vista di Liz e sperimentando il tradimento, spero di fornire allo spettatore una comprensione emotiva di come si possa diventare una vittima del comportamento predatorio maschile. Gli anni ’70 videro aumentare l’emancipazione femminile: le donne divennero più libere sessualmente, iniziarono a lavorare in numero maggiore e a viaggiare in maniera più indipendente, spesso facendo l’autostop. Purtroppo, nonostante il progresso sociale, questo ha reso le donne più vulnerabili ai serial killer e ad altre violenze che hanno visto un massiccio aumento negli anni ’70. Bundy ha preso di mira un certo tipo di giovane donna, ma ha negato i suoi crimini fino a poco prima della sua esecuzione. La negazione di Bundy e l’attendibilità della sua negazione in questo film rappresentano per me la vittimizzazione delle donne da parte dei predatori sessuali che il movimento #metoo ha così fortemente portato alla ribalta nella nostra attuale coscienza collettiva“.
“In definitiva, l’attrattiva di questo progetto riguarda la natura della verità. Ho scelto di aprire con una citazione di Goethe (“Poche persone hanno l’immaginazione per la realtà“). Per me, significa che la verità di solito è proprio di fronte a noi, ma è spesso difficile da vedere. Bundy è ricordato come carismatico, di bell’aspetto e affascinante, ma queste verità sono troppo riduttive. In realtà, era anche un ladro, molto manipolatore, uno stupratore seriale e assassino che praticava la necrofilia e talvolta tagliava la testa alle sue vittime. A differenza della maggior parte dei serial killer, ha negato i suoi crimini quando è stato catturato, e ha iniziato a fare dichiarazioni pochi giorni prima della sua esecuzione per risparmiarsi la vita, ma ha fatto finta di essere pentito“.