Martedì 14 maggio al Movieplanet di San Martino Siccomario (Pv), per la terza parte della rassegna Visioni dal Mondo, arriverà il Suspiria di Luca Guadagnino che ha rivisitato il celebre film di Dario Argento uscito nel 1977.
Il film
La ballerina americana Susie Bannion (Dakota Johnson) arriva a Berlino negli anni ’70 con la speranza di entrare nella rinomata Compagnia di Danza Helena Markos. Già dalla prima prova, Susie, con il suo talento, sorprende la famosa coreografa della compagnia, Madame Blanc (Tilda Swinton), guadagnandosi immediatamente la posizione di prima ballerina. Olga (Elena Fokina), la prima ballerina fino ad allora, ha un crollo di nervi ed accusa le “Madri” che dirigono la compagnia di essere delle streghe. Ma prima che Olga possa fuggir via, viene catturata e torturata da una forza misteriosa, legata in qualche modo a Susie e alla sua danza. Nonostante questi primi segnali di allarme, Susie continua, imperterrita, la sua scalata per arrivare ai vertici del corpo di danza.
Durante le prove per l’esibizione finale del pezzo più importante dello spettacolo, “Volk”, Susie e Madame Blanc misteriosamente si avvicinano sempre di più. Sembra che l’obiettivo di Susie all’interno della compagnia vada oltre la passione per la danza. Nel frattempo, lo psicoterapeuta, il dottor Klemperer (Lutz Ebersdorf) trova il diario inquietante di Patricia (Chloë Grace Moretz), una sua paziente, ex ballerina della Markos, in cui lei descrive un’antica religione demoniaca praticata dalle Madri. Dopo la misteriosa scomparsa di Patricia, il medico si rivolge alla polizia per comunicare i propri sospetti, ma non ottiene nulla. A quel punto il dottor Klemperer prende in mano la situazione e chiede aiuto ad una ballerina di nome Sara (Mia Goth). Dopo il loro incontro, Sara si avventura tra le camere segrete della scuola di danza, dove l’attendono scoperte terribili.
Intervista a Walter Fasano
Presentato in Concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia ed uscito nelle sale lo scorso 1° gennaio 2019, Suspiria è l’inquietante e originale versione diretta da Luca Guadagnino ispirata al classico dell’horror del 1977 di Dario Argento. A poco più di quarant’anni dall’uscita del primo film, il nuovo Suspiria di Guadagnino è un thriller psicologico (e al femminile: su tutte spiccano Dakota Johnson e Tilda Swinton) che cattura e spaventa, ipnotico e perturbante. Anche grazie al montaggio di Walter Fasano che, dopo il bellissimo Chiamami Col Tuo Nome (per questo film Fasano ha vinto il David di Donatello per la Miglior Sceneggiatura Non Originale insieme a Guadagnino e James Ivory), in Suspiria è tornato a lavorare a stretto contatto con l’amico Luca Guadagnino. Per capire meglio com’è stato il lavoro in post produzione del film, abbiamo deciso di intervistarlo.
Da Dario Argento a Luca Guadagnino. Cosa hai provato quando l’hai visto per la prima volta? Come definisci questo remake?
Si tratta di una rilettura, un remake anomalo, una rielaborazione, un ripensamento: come se Luca avesse penetrato l’universo del film originale e, emerso dal suo viaggio, avesse raccontato cosa ci ha visto, cosa ha immaginato.
A livello lavorativo, nel farsi del film, quanto si sentiva il confronto con l’originale?
In nessun modo, già nelle premesse tutti sapevano di star facendo un film diverso. Siamo tutti comunque enormi appassionati del Suspiria del 1977, un film centrale nella nostra crescita di spettatori e cinefili. La mia amicizia con Luca si è cementata sulla comune passione per Argento e soprattutto Carpenter, Craven, Cronenberg, Hooper, Romero.
Ai prossimi David di Donatello, oltre al Premio per la Miglior Sceneggiatura Non Originale, sei candidato al Premio come Miglior Montatore per Chiamami Col Tuo Nome. In Suspiria hai ritrovato Guadagnino. In fase di post produzione, com’è stato il lavoro di montaggio? Cosa ti ha chiesto lui e cosa invece hai proposto tu?
Luca ed io ci conosciamo da più di vent’anni, e da altrettanti lavoriamo insieme. Si è sviluppata negli anni una grande intesa e collaborazione e mi piace pensare di essere parte della ricerca del suo stile unico. E mi piace, nel gioco creativo in sala di montaggio, trovare nel suo girato soluzioni che siano più Guadagnino di Guadagnino. Si perdono allora i confini di chi suggerisce cosa, sono davvero meno importanti dell’energia necessaria a conferire al film la forma che sentiamo deve avere: a volte è semplice, altre volte meno. Ovviamente Suspiria, che è un film onirico e fantastico, si prestava più di Chiamami Con il Tuo Nome ad “acrobazie” della forma, anche se credo che anche in Chiamami ci fossimo dati da fare.
Era soprattutto un pubblico giovane che volevate raggiungere? O anche i “nostalgici” del primo film?
Non riesco ad immaginare quale sia il pubblico di riferimento di un film mentre lo realizzo. Non credo sia facile, e comunque nel passato ho avuto grandi sorprese. Quello che mi sembra è che le giovani generazioni sono pronte alla sfida di un linguaggio meno convenzionale, sono più aperti, non impongono la necessità di seguire percorsi narrativi più chiari e forse ovvi, che a volte un altro tipo di pubblico sembrerebbe richiedere.
Qual è il tuo invito per tutti coloro che ancora non lo hanno visto? Ci sarà da “tremare”?!
Ci sarà da viaggiare, un viaggio oscuro, mostruoso, emozionante, su cui credo avrete da riflettere. Buona visione.
Intervista di Giacomo Aricò