Nel 50° anniversario della nascita del Movimento LGBT (giugno 1969, New York, Greenwich Village) debutta finalmente in Italia The Boys In The Band, l’opera teatrale del commediografo americano Mart Crowley che è stata tradotta e adattata da Costantino Della Gherardesca e diretta da Giorgio Bozzo. Lo spettacolo debutterà allo Spazio Teatro 89 di Milano dal 13 al 19 giugno con un cast di attori giovani e di grande talento: Francesco Aricò, Gabrio Gentilini, Ettore Nicoletti, Federico Antonello, Angelo di Figlia, Michael Habibi Ndiaye, Samuele Cavallo, Yuri Pascale Langer e Paolo Garghentino.
La trama
The Boys In The Band è ambientata in un appartamento all’altezza della 50esima strada a New York, dove un gruppo di amici omosessuali ha organizzato la festa di compleanno per uno di loro, Harold (Paolo Garghentino), che compie 32 anni. Tutto inizia con l’arrivo di Michael (Francesco Aricò), il padrone di casa e man mano degli altri invitati: Donald (Gabrio Gentilini), Larry (Federico Antonello), Hank (Ettore Nicoletti), Bernard (Michael Habibi Ndiaye), Emory (Angelo di Figlia). A sorpresa però si presenta anche Alan (Samuele Cavallo), vecchio amico dei tempi del college di Michael, che dice di aver disperata necessità di parlare con lui. Alan rimane coinvolto, suo malgrado, in un crescendo di bevute, screzi, battute pesanti che culminano con l’arrivo di un giovane midnight cowboy (Yuri Pascale Langer) assoldato come “regalo di compleanno” e infine Harold, il festeggiato. Al culmine della serata Michael costringe i suoi ospiti a prendere parte ad una sorta di “gioco della verità” che si rivela brutale per molti di loro.
La prima, il film, il ritorno in teatro
The Boys In The Band andò in scena per la prima volta al Theatre Four di NY il 14 aprile del 1968 e, contro ogni previsione, rimase in cartellone per 1001 repliche fino al 6 settembre del 1970, divenendo così un punto di riferimento, un luogo di ispirazione per le grandi battaglie del Movimento omosessuale americano che ebbero inizio nel 1969. Un vero e proprio fenomeno di costume, uno spettacolo precursore dei tempi in grado non solo di anticipare il fermento della comunità Lgbt, ma anche di travalicare gli anni ed essere oggi più che mai un’opera di strettissima attualità. Nel 1970 la commedia divenne un film per la regia di William Friedkin che in Italia fu tradotto con il titolo Festa Di Compleanno Per Il Caro Amico Harold. In occasione del cinquantesimo anniversario della commedia (1968-2018) lo sceneggiatore e regista americano Ryan Murphy ha riportato in scena a New York The Boys In The Band con un cast stellare tra cui Jim Parsons, Zachary Quinto e Matt Bomer.
Gli autori
Costantino della Gherardesca descrive così The Boys In The Band:
“Un testo pieno di vita e molto divertente da tradurre, le battute hanno saputo resistere al passare del tempo. La trama è ricca di sorprese, aggancia l’attenzione dello spettatore e lo trascina come un fiume in piena verso un finale rivelatorio che lascia senza fiato. I ragazzi di Crowley sono personaggi in cerca di emancipazione e di liberazione sessuale, eroi che lottano con le proprie nevrosi prima ancora che con una società che non li tollera. Sono personaggi complessi, non sono semplici maschere. Per quanto non facciano nulla per farsi amare è difficile non provare una profonda empatia nei loro confronti”.
Il regista Giorgio Bozzo aggiunge:
“Inseguo il sogno di mettere in scena in Italia The Boys In the Band da tantissimi anni, ma adesso è diventata per me quasi un’urgenza. The Boys è un vero documento storico, che racconta la realtà delle persone omosessuali prima della loro lotta di emancipazione. È un testo che non serve solo a ricordare come eravamo, ma che riesce a far capire come si potrebbe tornare ad essere. Per questo, ben lungi dall’essere una pièce datata, The Boys ha oggi più che mai una forza di racconto e di motivazione per tutti coloro che hanno lottato e lottano per i diritti civili della comunità Lgbt, proponendosi come antidoto contro ogni tentativo di restaurazione e di oscurantismo. Una divertentissima pièce per tutti, che spero possa essere vista soprattutto dai più giovani”.
Gabrio Gentilini
Tra i protagonisti dello spettacolo c’è un attore a cui siamo molto affezionati, Gabrio Gentilini. Lo abbiamo raggiunto per avere un suo punto di vista su The Boys In The Band:
“E’ un testo fondamentale per ricordarci le difficoltà e le pressioni sociali fortissime che subivano gli omosessuali ancora solo 50 anni fa. Nel frattempo la situazione è sicuramente migliorata e tante battaglie sono state vinte e diritti acquisiti ma è importantissimo ricordare cosa si rischia nel mettere in dubbio queste conquiste e quanto poco basti per fare passi indietro molto pericolosi. Purtroppo assistiamo ancora troppo spesso ad episodi gravissimi di cronaca dove viene esercitata violenza su chi è considerato diverso; la società continua a cercare di opprimere l’unicità di ogni essere umano, a renderci tutti uguali e meglio controllabili. Il nostro spettacolo vuole invece proprio promuovere quella che è la diversità di ciascuno di noi, quel patrimonio che ci rende assolutamente unici e speciali”.