Il 24 gennaio 1983, 40 anni fa, moriva a Los Angeles George Cukor, uno dei più grandi registi degli anni Trenta-Sessanta. Omosessuale, ebbe la sensibilità e il carisma adatto a dirigere le grandi dive. Nel 1964 vinse l’Oscar per la regia di My Fair Lady con l’iconica Audrey Hepburn. Nel 1982 la Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia lo omaggiò conferendogli il Leone d‘Oro alla Carriera.
Gli esordi teatrali
George Cukor fin da piccolo aveva la passione per l’arte: a soli dieci anni iniziò infatti ad organizzare recite tra amici. Una passione e un desiderio che lo portarono ad interrompere gli studi di giurisprudenza (come da tradizione familiare tramandata da generazioni) per seguire la strada dello spettacolo e del teatro. Nel 1919 lavorò a Broadway per l’Edgar Selwyn Organisation nella compagnia dei fratelli Shubert. Dal 1920 al 1928 diresse il Lyceum Theatre di Rochester, dove fece esordire, tra gli altri, Bette Davis, Ethel Barrymore, Miriam Hopkins e Robert Montgomery. Nel 1926 esordì a Broadway come regista teatrale con un lavoro tratto da Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.
Hollywood e Katharine Hepburn
Nel 1929, 90 anni fa, con l’avvento del sonoro, fu chiamato a Hollywood. Inizialmente fu direttore dei dialoghi in alcuni film, il più famoso dei quali è All’Ovest Niente di Nuovo di Lewis Milestone. Grazie al suo talento, presto la Paramount gli affidò alcune co-regie e nel 1931 lo fece esordire come unico regista in Il Marito Ricco. Ottenne il suo primo grande successo l’anno successivo quando fu chiamato a dirigere Katharine Hepburn in Febbre di Vivere; Cukor da allora la preferirà a tutte le altre, principalmente per il suo carattere forte e brioso.
Un regista “femminile”
Lavorando in coppia con David O. Selznick, lavorò prima alla RKO e poi alla MGM (correva l‘anno 1934) dove rimase per un quarto di secolo guadagnandosi il nome di “regista delle dive”. Nel 1933 diresse la commedia Pranzo Alle Otto, una satira sociale con Jean Harlow, mentre nel 1936 guidò la “divina” Greta Garbo in Margherita Gauthier. Due anni dopo iniziò la lavorazione di Via Col Vento, scegliendo, nei provini, la protagonista femminile Vivien Leigh. Dopo aver girato alcune scene (nelle prime tre settimane di riprese), litigò bruscamente con il produttore Selznick e, su pressione di Clark Gable, venne licenziato e sostituito da Victor Fleming. Il motivo? Avrebbe diretto un film “troppo al femminile”.
Le donne di Cukor
George Cukor per ben due volte diresse film con un cast completamente femminile: Donne (1939) e Peccatrici Folli (1940), con attrici del calibro di Norma Shearer, Joan Crawford, Rosalind Russell e Rita Hayworth. Negli anni ’40 e ’50 dirige ancora Katharine Hepburn in una serie di successi, tra cui la commedia Scandalo a Filadelfia (1940), e le migliori commedie da lei interpretate al fianco di Spencer Tracy, tra cui La Costola di Adamo (1949) e Lui e Lei (1952). Nel 1932 scandalizzò tutti scagliandosi spietatamente, ma sempre con grande eleganza, contro il crudo mondo di Hollywood, nell’amaro A Che Prezzo Hollywood?, con Constance Bennett. Grazie alla sua regia Ingrid Bergman vinse un Oscar per il film Angoscia del 1944. Nel 1948 esaltò la bravura attoriale di Deborah Kerr in Edoardo Mio Figlio.
Gli anni ‘50
All’apice della carriera, George Cukor lavorò spesso con gli sceneggiatori Garson Kanin e Ruth Gordon. Gli anni cinquanta si aprono con la commedia Nata Ieri, con Judy Holliday (che diresse anche in Vivere Insieme, 1952), e col crudo attacco a Hollywood, È Nata Una Stella (1954), remake di A Che Prezzo Hollywood?, una delle prove più impegnative di Judy Garland. Diresse poi Ava Gardner in Sangue Misto e Anna Magnani in Selvaggio è il Vento.
Marylin
Nel film Facciamo l’Amore George Cukor fece scoccare l’amore tra Marilyn Monroe e Yves Montand. Dopo aver diretto Jane Fonda in Sessualità, nel 1962 girò Something’s Got to Give, pellicola rimasta incompiuta per la morte della protagonista Marilyn Monroe e diventata famosa per essere stata l’ultima prova da attrice della Diva. Nel 1975 tornò a lavorare per l’ultima volta con Katahrine Hepburn in Amore Tra Le Rovine (un film per la tv). I suoi ultimi film furono Il Giardino Della Felicità (1976) e Ricche e Famose (1981), con protagoniste Jacqueline Bisset e Candice Bergen.
L’Oscar per My Fair Lady
Un capitolo a parte merita My Fair Lady, il film (tratto dal musical del 1956 di Alan Jay Lerner e Frederic Loewe, ispirato a sua volta dall’opera Pigmalione di George Bernard Shaw) che George Cukor girò nel 1964 e che vinse 8 Oscar tra cui quelli per la Miglior Regia (il suo unico in carriera) e per il Miglior Film. Protagonista (lungamente cercata e voluta da Cukor) fu un’indimenticabile Audrey Hepburn nei panni di una sfacciata venditrice ambulante della classe operaia di Londra che un arrogante professore (Rex Harrison) tenta di trasformare in una sofisticata signora fornendole un’appropriata istruzione. Quando l’umile fioraia diventa il centro dell’attenzione dell’élite londinese tocca al suo maestro imparare qualcosa da lei. Un classico senza tempo, diretto da un regista “femminile” e sensibile come pochi altri, George Cukor.