All’interno della 16esima edizione de Le Giornate Degli Autori saranno quattro i film italiani all’interno della sezione Notti Veneziane. Eccoli: La Legge Degli Spazi Bianchi di Mauro Caputo; Emilio Vedova. Dalla Parte Del Naufragio di Tomaso Pessina; Cercando Valentina di Giancarlo Soldi; Sufficiente di Maddalena Stornaiuolo e Antonio Ruocco.
La Legge Degli Spazi Bianchi di Mauro Caputo
Tutto è scritto negli spazi bianchi, tra una lettera e l’altra. Il resto non conta. Una fredda mattina d’inverno, il dottor Fleischmann, si trova ad affrontare l’inizio di una progressiva perdita di memoria. Inizia così l’apologo, in un’atmosfera onirica dove realtà e finzione sembrano intrecciarsi e a tratti confondersi. Il protagonista, un uomo di scienza, si ritrova immerso, suo malgrado, in un universo, quello della malattia, dominato da misteriosi rapporti tra il destino e le vicende biologiche e fisiologiche che regolano la vita.
Mauro Caputo racconta: «questo film è tratto dall’omonimo racconto di Giorgio, che ancora una volta analizza i misteri più profondi che da sempre affascinano e spaventano l’uomo, alla perenne ricerca del significato e del senso della vita. Un’idea che fin dall’inizio è stata diversa dalle precedenti, una scelta che ho condiviso da subito con entusiasmo, purtroppo poco prima che Giorgio ci lasciasse. Quelle scelte iniziali mi hanno permesso di portare a termine il lavoro così come l’avevamo pensato insieme».
Emilio Vedova. Dalla Parte Del Naufragio di Tomaso Pessina
Il documentario racconta la figura artistica di Emilio Vedova, pittore veneziano di fama internazionale di cui quest’anno si celebra il centenario. A guidarci saranno i diari di Vedova, letti da un interprete d’eccellenza: Toni Servillo. E a corredo, un coro d’interviste a personaggi del mondo dell’arte, che l’hanno conosciuto e visto in azione. Soprattutto, ci sarà la figura potente di Vedova, con materiali d’archivio inediti e il suo tratto pittorico.
Tomaso Pessina racconta: «quando ci siamo chiesti come si potesse raccontare un artista, la prima risposta è stata: attraverso la fisicità del suo segno pittorico. La seconda risposta è stata: attraverso le sue stesse parole. Da questi pilastri è partita la nostra indagine. Ci siamo fatti guidare dalle parole dei diari di Vedova, letti da un appassionato Toni Servillo e dalla voce, dalla presenza dello stesso Vedova in un percorso evocativo tracciato da materiale di repertorio in parte inedito, in cui la sua pittura è segno di una personalità dirompente e testimone di tempi “a mano armata”. La cornice è una Venezia vissuta nei suoi aspetti lividi e terribili come in quelli magnifici e sontuosi».
Cercando Valentina di Giancarlo Soldi
Fine anni Sessanta: Parigi, Londra, Milano vivono un fermento creativo, pulsano allo stesso ritmo, stelle della stessa costellazione culturale, che si ribella, si rinnova. Guido Crepax intercetta tutte le novità di una Milano in fermento, della rivoluzione che è anche estetica e li traspone nel suo fumetto, dove arte, musica, design, cinema e moda si contaminano rompendo e innovando gli schemi della narrazione. Valentina è il suo alter ego, la fotografa sognatrice diventa un’icona amata da più generazioni.
Giancarlo Soldi racconta: «Milano, Via De Amicis 45, c’è scritto sulla carta d’identità di Valentina, ma l’indirizzo è esattamente quello di Guido Crepax. Lei dunque abitava in realtà il suo sogno, il suo cassetto, la sua matita, la sua fantasia. Crepax è Valentina. Per cui sono partito da lì e dalla Milano che in quegli anni aveva artisti capaci di raccontare il mondo contemporaneo, e Guido Crepax, è stato un protagonista di quel magico incrocio di coincidenze che ha portato alla modernità e soprattutto, con il suo personalissimo stile, ne è stato uno dei principali motori. Crepax fu tra i cantori di quel cambiamento, di quel nuovo inizio e voglio farne comprendere la complessità e la modernità».
Sufficiente di Maddalena Stornaiuolo e Antonio Ruocco
In una scuola della periferia nord di Napoli, un ragazzo di circa quindici anni si presenta alla commissione di esami di licenza media. I professori lo accolgono con lo scetticismo riservato agli alunni pluriripetenti. Lui non si perde d’animo e racconta con fermezza la sua tesina che parte dalla storia, la sua storia, che è stata segnata da un accadimento drammatico, per arrivare a parlare del corpo umano e del Cristo Velato. I professori rimarranno in silenzio ad ascoltarlo. A lui basterà aver strappato la sufficienza.
I registi raccontano: «abbiamo voluto raccontare il dramma di una faida che non ha risparmiato i bambini e le donne. Con l’essenzialità nuda e cruda. Con la voglia di far venir fuori la guerra interiore del protagonista che, dentro di sé, è già vinta, ma che per il mondo esterno non ha senso. Con la scelta dei primi piani per scavare le rughe dell’anima di un bambino cresciuto troppo in fretta, che cerca riscatto nell’unico luogo che dovrebbe dargli giustizia: la scuola. Una scuola inadatta ad ascoltare, una scuola che giudica senza conoscere. Sufficiente è un voto, il più basso, il minimo indispensabile per andare avanti e tanto basta a Genny Russo, detto Genny Genny. Sufficiente è un bel voto, significa abbastanza, significa un passo avanti».