Il male risorge a Derry quando il regista Andy Muschietti riunisce il Club dei Perdenti con un ritorno a dove tutto ebbe inizio, in IT Capitolo Due, la conclusione del film horror di maggior incasso di tutti i tempi (oltre 700 milioni di dollari a livello globale) che arriva nei nostri cinema da giovedì 5 settembre.
Il film
Ventisette anni dopo che il Club dei Perdenti ha sconfitto Pennywise, lui è tornato nuovamente a terrorizzare la città di Derry. Oramai adulti, i Perdenti hanno da tempo scelto strade separate. Tuttavia le persone stanno scomparendo di nuovo, quindi Mike (Isaiah Mustafa), l’unico del gruppo ad esser rimasto nella loro città natale, invoca gli altri a tornare a casa. Danneggiati dalle esperienze del passato, ognuno deve superare le proprie paure più profonde per distruggere Pennywise (Bill Skarsgård) una volta per tutte mettendosi tutti direttamente sul percorso del pagliaccio mutevole che è diventato più mortale che mai.
Il cast
A comporre il cast di IT Capitolo Due sono: James McAvoy nel ruolo di Bill; Jessica Chastain è Beverly, Bill Hader ritrae Richie; Isaiah Mustafa è Mike; Jay Ryan interpreta Ben; James Ransone è Eddie mentre Andy Bean veste i panni di Stanley. Tornano ai loro ruoli originali di giovani membri del Club dei Perdenti: Jaeden Martell (Bill), Wyatt Oleff (Stanley), Jack Dylan Grazer (Eddie), Finn Wolfhard (Richie), Sophia Lillis (Beverly), Chosen Jacobs (Mike) e Jeremy Ray Taylor (Ben). Bill Skarsgård ritorna nel ruolo iconico di Pennywise.
Pennywise è tornato
Alla fine di IT del 2017, l’adattamento cinematografico rivoluzionario del romanzo horror per eccellenza di Stephen King, i giovani membri del Club dei Perdenti sono seduti al sole, giorni dopo la loro sconfitta di Pennywise nelle fognature sottostanti. Gli unici a Derry veramente a conoscenza del male pernicioso che ha quasi annientato la città, giurano col sangue di tornare se i loro sforzi per distruggere la presenza malevola non hanno avuto successo. Se, in effetti, Pennywise mai ritornerà. Ma ventisette anni dopo, IT torna. E se IT torna, tornano anche i Perdenti. La sceneggiatura di questo secondo e finale capitolo include eventi dell’estate del 1989 non rivelati in precedenza, che fungono non solo da flashback degli adulti di oggi riguardo a loro stessi da giovani, ma vanno a colmare le lacune di memoria che sembrano avere quasi tutti i Perdenti più anziani.
Un legame lungo 27 anni
Il regista Andy Muschietti commenta: “adoro il dialogo tra le due linee temporali del libro, e ho sempre voluto includerle nel secondo film. IT Capitolo Due è la storia dei Perdenti da adulti dopo 27 anni, che tornano ai loro ricordi per recuperare qualcosa di molto, molto necessario. Devono ricordare chi erano, così come il loro straordinario legame”. Sul collegamento tra i due film è stato lo stesso autore della storia Stephen King ad esprimersi così: “avevo delle speranze per il film, ma non ero preparato al successo di IT. Penso che il miglior voto di fiducia per il secondo capitolo, sia stato che quando il primo si è concluso con una scheda del titolo che dice “IT Capitolo Primo“, il pubblico ha applaudito. Volevano di più. Ora avranno il resto. Non è un sequel: è la seconda metà di una storia unificata”.
Derry, un città quasi morta
L’influenza di Pennywise, anche durante il suo torpore, ha condizionato pesantemente Derry, una città ormai senza speranza, prossima a soccombere a IT. Quando tornano i Perdenti, Pennywise è molto più determinato a farli fuori, poiché sa che sono davvero l’unica cosa che ostacola il suo totale consumo di Derry. I realizzatori si sono sempre impegnati a incorporare quei temi del libro di King nel film. La produttrice Barbara Muschietti spiega: “l’anima di Derry è anche peggio di quanto non fosse 27 anni fa al tempo di IT. Il bigottismo, l’odio, la mancanza di empatia. Questa nebbia è ovunque, e i residenti non vedono quanto sia brutta. Fa parte dell’incantesimo. Lasciando Derry, il ricordo della città e il tempo svaniscono. Ma rimanendo, la vita è indebolita, avvolta da questa nebbia. Succedono cose orribili, ma non ne tengono conto”.
Uno di questi eventi atroci è un momento fondamentale sia per King che per i fan del libro, ed i cineasti erano intenzionati a includerlo. Barbara Muschietti aggiunge: “parte del genio di King era scrivere di questi crimini legati all’odio in un ambiente festoso come un carnevale. È stato il suo modo di reagire a un vero incidente occorso a Bangor, nel Maine. Molti fan continuavano a chiedere: “Includerai la scena di Adrian Mellon?” Certamente lo avremmo fatto. La sequenza è sconcertante e molto difficile da comprendere: come possono gli umani comportarsi così, attaccando qualcuno che si ama. Alla fine è essenziale capire Derry, quanto è folle e cieca”.
Il Club dei Perdenti (Adulti)
L’esperienza formativa di far parte del Club dei Perdenti è ciò che condiziona i suoi sette membri nei loro percorsi di vita. Andy Muschietti commenta che “la scelta di definirsi il Club dei Perdenti, implicava un senso di comunione e una forza condivisa. Quando gli adulti tornano dopo 27 anni di vite e carriere separate, si rendono conto che non c’era niente di più significativo e sostanziale in termini emotivi nel far parte di quel club”. Il regista aggiunge: “i bambini puri e indifesi del primo capitolo ora sono infranti e, anche se hanno successo nella loro vita professionale e sociale, sono danneggiati nel profondo. Quando vengono chiamati da Mike hanno reazioni forti, di rifiuto. Ma c’è qualcosa, anche solo il fumo di un ricordo, che li obbliga a intraprendere il viaggio”. Stephen King chiama quel qualcosa ‘fede’: “c’è un cambiamento quando si diventa adulti. C’è una tendenza a considerare il costo. C’è una naturale esitazione da parte dei Perdenti: è difficile lasciare la propria vita e rischiare. Ma hanno fiducia l’uno dell’altro, e vogliono far fede alla promessa che si sono fatti da bambini”.
Riscoprire la parte infantile
Uno di loro è Bill, interpretato da James McAvoy. Per l’attore “questi sette bambini sono un esercito magico, intriso di una convinzione unificante. Se crederci è la cosa che conta, un bambino ha il potere di crederci molto più di un adulto. Quindi, per i Perdenti tornare a scontrarsi con Pennywise 27 anni dopo, è paralizzante. Da adulti, non credono più nella magia, credono nel terreno. L’unico modo per sconfiggere IT è riscoprire la loro parte infantile, credendo ancora nei mostri e sfidandolo alle sue stesse condizioni”.
Bambini speciali per sempre
Il potere di questi individui che trovano un senso di appartenenza e unità nell’essere Perdenti ha sempre colpito nel segno Andy Muschietti, che anch’egli ha letto il libro in gioventù. Il regista conclude così: “era una storia che parlava delle esperienze che stavo vivendo. Era una specie di specchio che mostrava tutto l’imbarazzo e le insicurezze di quell’età. Rileggendolo nuovamente da adulto, lo cogli da una prospettiva diversa. È fondamentalmente una lettera d’amore all’infanzia e parla di tutti i tesori di quel tempo, come l’immaginazione e la credenza, che vanno inevitabilmente persi nell’età adulta. Ecco perché questi bambini speciali, che ora sono adulti, sono la speranza in questa storia”.
“Quando affronti l’ignoto, se non hai fede, sei fottuto”.
Stephen King