Rana e Marti sono due ragazze che trovano lavoro come dog sitter per un’anziana signora che ha bisogno di qualcuno che si prenda cura, nel weekend, del suo bulldog francese Ugo. Mentre Marti è al parco con il cane, uno strano veterinario, il dottor Mopsi, le si avvicina proponendole un affare: far accoppiare Ugo con la sua cagnolina della stessa razza. Dopo un iniziale tentennamento, le ragazze accettano, ma forse, e se ne renderanno presto conto, la loro non è stata una buona idea. Queso è quello che accade ne Il Colpo Del Cane, il notevole e originale film – in sala dal 19 settembre – diretto da un brillante regista di talento, Fulvio Risuleo. Protagonisti della pellicola sono Daphne Scoccia, Silvia D’Amico e Edoardo Pesce.
Intervista a Daphne Scoccia
Appena abbiamo saputo, nei mesi scorsi, che nel cast ci sarebbe stata Daphne Scoccia, ci siamo illuminati. Impossibile dimenticare la sua eccezionale interpretazione nel Fiore di Claudio Giovannesi (2016) che nel 2017 le valse la candidatura al David di Donatello come Miglior Attrice Protagonista. Un film struggente che ci ha fatto apprezzare il suo talento innato, la sua autenticità, la sua grinta, la sua sensibilità. Tutte doti che espresso anche ne Il Colpo Del Cane. Per capire meglio il suo personaggio, l’abbiamo intervistata.
Commedia, dramma, mistero, azione: Daphne, cos’è per te, Il Colpo Del Cane?
E’ stata un’esperienza cinematografica molto particolare che sono contenta di aver accettato: mi ha portato qualcosa di nuovo. Il regista, Fulvio Risuleo, è una mente meravigliosa.
Nel film vesti i panni di Marti, come ce la descriveresti?
Marti è una ragazza che, come tante altre, vive sulla sua pelle la precarietà. Decide infatti di fare la dogsitter ma per lei è una sopravvivenza, vorrebbe qualcosa di più per sé stessa.
Questo è un film sui punti di vista e di come la realtà cambi a seconda dell’angolo da cui la guardiamo. Marti come la vede?
E’ una ragazza solo apparentemente ingenua, prende la vita con leggerezza. E’ molto sensibile e osserva la realtà che la circonda con lo stupore degli occhi di una bambina.
Al tuo fianco c’è Rana, intepretata da Silvia D’Amico. Nella storia, i vostri personaggi sono innamorati l’una dell’altra, sono una coppia omosessuale molto affiatata. Questa tematica come viene vista per te ai giorni nostri?
Probabilmente non siamo ancora così avanti come pensiamo. Di fatto le due protagoniste del film sono semplicemente due ragazze che si amano. Questa normalità dovrebbe essere vista da chiunque.
A volte si paragona l’uomo alla bestialità dell’animale. A volte invece diciamo che “gli animali sono meglio delle persone”. Tu cosa pensi?
Gli animali non cambiano, sono così come li vediamo. Eppure sono meglio di alcuni esseri umani che dimostrano di non usare al meglio il proprio intelletto.
Intervista di Giulia Farneti