Giovedì 3 ottobre arriva al cinema Nato a Xibet, il lungometraggio d’esordio di Rosario Neri che racconta uno spaccato genuino e autentico della Sicilia che sta per scomparire. Il film parla di storia e dei veri valori siciliani, attraverso l’omaggio a Domenico Di Mauro – il maestro dei carretti siciliani – e l’ambientazione a Calascibetta, un paese bellissimo ma dalla mentalità un po’ chiusa, che si spopola giorno dopo giorno rischiando così di essere dimenticato.
Il film
È la storia di Pietro La Paglia (Vittorio Vaccaro), bambino di Calascibetta, paesino dell’entroterra in provincia di Enna, che vive la realtà del suo paese e aiuta il padre che di mestiere fa il pastore. Il suo destino sembra segnato, ma Pietro ha talento e grandi sogni: una volta adulto infatti decide da lasciare la propria terra per farsi una nuova vita al nord. Il film si snoda attraverso i ricordi di Pietro, riflessi nel finestrino del treno che lo allontana dalla sua Sicilia. Diventa fotografo professionista, ma la nostalgia di casa non lo abbandona mai e un giorno decide di tornare: davanti a lui occhi scorrono le immagini di quando era ragazzino, le fatiche, gli stenti, i luoghi della sua infanzia, le botteghe artigiane, i pastori e i contadini. Una vita semplice ma che ricorda con affetto e con un fortissimo senso di appartenenza.
Nelle immagini si incrociano anche altre storie: quella del maestro Domenico Di Mauro (Enzo Campisi), il grande artista che “pittava” i carri siciliani; quelle della “fuitina” d’amore di una giovane coppia e del matrimonio riparatore celebrato con la festa in campagna; le conversazioni dal barbiere del paese in cui si parla di tutto e si ascolta la musica suonata dal vivo. Nel viaggio di ritorno Pietro riflette sui cambiamenti che ha visto, sulla trasformazione che i luoghi della sua infanzia hanno registrato negli anni, e capisce che, anche se non è più come lui se la ricordava, la Sicilia gli rimane dentro.
Girare a Xibet (Calascibetta)
Immersa nella provincia di Enna, location del film è il paesino Calascibetta, con i suoi vicoli, le sue piazze, le sue botteghe e la vasta area di campagna in cui è immersa. Il nome deriva probabilmente dall’arabo “xibet o scibet“, termine che indica proprio il monte su cui si erge il centro abitato. La sua atmosfera d’altri tempi ha convinto il regista Rosario Neri, a farla diventare il teatro della sua storia: “Ho scelto Calascibetta perché mi ha colpito il poco inquinamento urbanistico. Era un set naturale, con le sue botteghe chiuse, le sue storie di paese, le sue tradizioni. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Oggi è finito tutto e mi dispiace che tanti genitori non facciano nulla per risvegliare le vecchie tradizioni che sono sempre attuali. La Sicilia sicuramente ha un sentimento profondo che non è stato mai raccontato, ma che merita di essere trasmesso e tramandato“.