“Breve ma intensa”: è così che possiamo definire la straordinaria carriera cinematografica di Grace Kelly. Quella ragazza nata a Filadelfia il 12 novembre del 1929 da una rigida famiglia cattolica di origini irlandesi che un giorno diventò a Hollywood una stella mondiale. Tutti i biografi affermano che il faro della Kelly fu suo padre John, un “self made man” che trovò fortuna e ricchezza anche grazie alle sue doti di canoista. Ma ad avvicinarla al mondo dello spettacolo, pare, risultò essere lo zio George, commediografo e vincitore di un premio Pulitzer.
Fatto sta che Grace Kelly capì ben presto di avere uno sguardo e un portamento da copertina. Per questo, nonostante l’opposizione della famiglia, cominciò molto giovane a fare l’indossatrice. Il salto nel cinema fu immediato: impossibile non rimanere folgorati dai suoi occhi di ghiaccio. Correva l’anno 1951 quando il regista Henry Hathaway la scelse ventiduenne per la sua 14ª Ora nel piccolo ruolo di Louise. La storia narrata era vera: il suicidio di John Warde che si buttò dalla finestra del 17º piano del Hotel Gotham il 26 luglio 1938.
Un anno dopo, nel 1952, Fred Zinnermann la affiancò come co-protagonista a Gary Cooper nel celeberrimo western Mezzogiorno di Fuoco, considerato un capolavoro assoluto. Fece discutere la differenza di età tra Cooper (che qui vinse l’Oscar come Protagonista) e la Kelly che interpreta la giovane donna quacchera che lui prende in sposa. Tra i due infatti restavano accese trenta candeline.
Nel 1953 eccola in Mogambo, diretta nientemeno che da John Ford. Un film di genere drammatico ambientato nella giungla del Kenya e incentrato sul triangolo amoroso tra la Kelly, Clark Gable e Ava Gardner. Un’interpretazione che le valse la nomination all’Oscar come Non Protagonista, il suo primo graffio da attrice capace oltre che bella.
Ma l’anno – letteralmente – di grazia (Grace) fu, senza dubbio il 1954. Un anno importante che la vide incontrare il Maestro del Brivido, ovvero quel genio di Alfred Hitchcock. Lui (come tutti del resto) se ne innamorò, tanto da trasformarla nella sua musa ispiratrice. Rapito dalla sua bellezza, Hitch le affidò la parte dell’apparente fredda Margot nel thriller Il Delitto Perfetto, girato in formato stereoscopico. Un film che Sir Alfred non riteneva all’altezza ma che fece un successo di critica strepitoso.
Da un capolavoro ad un altro senza cambiare regista: La Finestra Sul Cortile rappresenta una pietra miliare della settima arte. Un film metafora del cinema stesso, il voyeurismo di James Stewart e quello dello spettatore coincidono all’interno di un trama ricca di mistero e suspense. A Grace Kelly il ruolo della compagna di Stewart che nel finale diventa la vera e propria eroina. Famosissimo un suo Cameralook che vi mostriamo qua sotto.
Il 1954 però rimarrà per lei indelebile soprattutto per la sua interpretazione in La Ragazza di Campagna di George Seaton per cui ricevette il premio Oscar come Miglior Attrice Protagonista. Un riconoscimento personale che andò ad aggiungersi anche al Golden Globe. Un film drammatico che la vide al fianco di Bing Crosby sul set e non solo (anche se la relazione non venne pubblicizzata dai due).
Chiudiamo questo affollato 1954 con altri due film. Il primo è Fuoco Verde per la regia di Andrew Marton. Un film d’avventura tra le montagne colombiane a caccia di miniere di smeraldi. La Kelly recita insieme a Stewart Granger. Un melodramma con torride scene d’amore tra i due, e un discreto livello di azione.
Il secondo è I ponti di Toko-Ri, diretto da Mark Robson. Ambientato durante la Guerra in Corea, il film è ricco di incredibili scene aeree (vinse due Oscar per gli Effetti Speciali). Protagonista William Holden, tenente in missione che riceve la visita della moglie, Grace Kelly.
Arrivando finalmente al 1955, riecco Hitchcock che la sceglie per Caccia al Ladro, che vinse l’Oscar per la Fotografia. Si trattò di un vero e proprio film del destino visto che fu girato nel Principato di Monaco: è su questo set che Grace incontrò il Principe Ranieri III. Nella storia filmica invece la vediamo insieme a Cary Grant (che aveva il doppio della sua età). Da brividi la scena in interno auto che la Kelly girò sulla stessa curva in cui, 27 anni dopo, troverà la morte.
Nel 1956 ecco le prove generali nella finzione: ne Il Cigno di Charles Vidor la vediamo infatti nei panni di una Principessa. Tratto da una commedia di Ferenc Molnár, si trattò del suo ultimo film prima del matrimonio “reale” con Ranieri III di Monaco. Non fu particolarmente apprezzato dalla critica.
È Alta Società l’ultimo film di Grace Kelly. Una commedia musicale diretta da Charles Walters nel 1956. Inizialmente il regista, per il ruolo di Rosie Lord optò per Elizabeth Taylor che però rifiutò. Accanto alla Kelly ritroviamo Bing Crosby e Frank Sinatra: fu un successo.
Il matrimonio con Ranieri la portò al ritiro forzato dalle scene. Una separazione dolorosa che la fece sempre soffrire. Hollywood la rimpianse e continuò a sedurla, ma Monaco aveva troppa paura di perderla. Le arrivarono copioni di continuo (Hitch si rifece sotto per averla in Marnie) che però rifiutò. Fu solo nel tragico 1982 che decise di tornare a recitare in Rearranged di Robert Dornhelm. Un film rimasto incompiuto, che si schiantò insieme alla sua auto in quel maledetto 13 settembre. Grace Kelly morì il giorno dopo, il 14 settembre del 1982, esattamente quarant’anni fa.
Non ci restano che quegli undici film in sei anni, pellicole memorabili che hanno lasciato, indelebile, il suo tocco, la sua bravura, la sua bellezza. E quegli occhi in cui perdersi.
Giacomo Aricò