Film rivelazione dell’ultimo Festival di Berlino e in anteprima italiana al Torino Film Festival, giovedì 12 dicembre arriverà al cinema Dio è Donna e Si Chiama Petrunya, la pellicola – ispirata ad un evento realmente accaduto – che ha consacrato la regista Teona Mitevska come una delle voci più originali del cinema europeo che proprio Torino ha omaggiato lo scorso 27 novembre consegnandole il premio LUX 2019 del Parlamento Europeo. Il suo film è un grido di libertà contro ogni pregiudizio, che sa unire impegno e ironia in una storia al femminile dalla forza dirompente. Protagonista è Zorica Nusheva.
Il film
Disillusa dalla vita e senza un lavoro, la giovane Petrunya (Zorica Nusheva) si ritrova per caso nel mezzo di un’affollata cerimonia religiosa riservata agli uomini: una croce di legno viene lanciata nel fiume e chi la recupera avrà un anno di felicità e prosperità. Con aria di sfida, anche Petrunya si getta in acqua, riuscendo a prendere la croce per prima, nello scandalo generale: mai a una donna era stato permesso di partecipare all’evento e tanto meno di vincere. Tutto il paese sembra unito nel chiederle di restituire la croce, con le buone o con le cattive, ma Petrunya è decisa a non arrendersi e a tenerla con sé a ogni costo.
Teona Mitevska racconta…
“Il lancio della croce in acqua è una tradizione tipica dei paesi ortodossi e si svolge il 19 gennaio di ogni anno. Nel 2014 a Štip, in Macedonia, è stata una donna a recuperarla e il suo gesto è stato considerato oltraggioso dalla comunità locale e dalle autorità religiose, non essendo di fatto permesso alle donne di partecipare al rituale. Questo è l’evento realmente accaduto che ci ha fornito lo spunto per Dio è Donna e Si Chiama Petrunya“.
“In molti mi chiedono se è un film femminista, ma ogni film con un personaggio femminile fuori dagli schemi e dai ruoli consueti è un film femminista. È difficile per me anche immaginare di essere una donna e non essere femminista, non fare propri cioè dei principi necessari di giustizia e uguaglianza. Petrunya è un simbolo di modernità che si oppone a ben due poteri consolidati, la Chiesa e lo Stato. È un personaggio che cambia nel corso del film ed è la sua sete di giustizia a farle mettere da parte l’umiltà inziale e trasformarla in ciò che realmente è: una donna consapevole dei propri diritti che incarna la forza del cambiamento“.