Il 4 febbraio 1940, 80 anni fa, a New York nasceva George Romero, regista memorabile, colui che è considerato il “padre fondatore” del genere dei morti viventi. Un marchio di fabbrica che ha contraddistinto la sua carriera: dal suo esordio cinematografico nel 1968 con l’epocale horro La Notte Dei Morti Viventi fino a al suo ultimo film del 2009, Survival of the Dead- L’Isola dei Sopravvissuti, dove gli abitanti di una cittadina cercano disperatamente una cura che guarisca i loro cari tramutati in Zombie cannibali.
La Notte Dei Morti Viventi
“Quando facemmo La Notte Dei Morti Viventi, pensavamo di poter cambiare la società attraverso l’allegoria di una specie che divora un’altra corrotta e distorta”. Parlò così George Romero parlando della spaventosa leggenda degli Zombie proveniente dall’ Isola di Haiti. Raccontava di riti magici, capaci di far resuscitare i morti, chiamati nella lingua locale “zombi”. Di questa oscura superstizione, nei turbolenti anni sessanta, George Romero, all’epoca giovane regista pubblicitario, diede un’interpretazione personale, adatta ai tempi che corrono.
Ispirandosi a Io Sono Leggenda, romanzo fantastico/horror scritto da Richard Matheson nel 1954, Romero girò uno dei capolavori horror di sempre: La Notte dei Morti Viventi rappresenta il capostipite dei film sugli zombi che, per la prima volta, definisce i canoni del genere e trasforma gli zombi inermi della tradizione haitiana in morti resuscitati affamati di carne umana. Già in questa sua prima pellicola (che diventò subito un cult incassando 18 milioni di dollari in tutto il mondo), Romero utilizza i tabù della società come elemento chiave del film, in particolar modo il cannibalismo. La critica del tempo si divise: alcuni definirono il film una metafora della Guerra Fredda, in cui gli zombi rappresenterebbero i sovietici, altri invece videro in questo horror una rappresentazione simbolica della guerra del Vietnam; altri ancora, infine, osservarono che il film trattava tematiche quali la libera circolazione di armi e il razzismo negli USA.
L’horror come satira sociale
Dieci anni più tardi, dopo aver diretto altri horror di grande impatto ma di minor successo, Romero ritorna ai suoi mostri preferiti con il film Zombi (Dawn of the Dead). Una satira feroce del consumismo in cui i morti viventi assediano le loro vittime in un centro commerciale. Con Zombi, Romero inventa la satira sociale horror. Una modalità espressiva che gli permetterà di rinnovarsi decennio dopo decennio con nuovi film sugli zombi tutti diversi l’uno dall’altro fino al suo ultimo lavoroe Survival of the Dead.
Un maestro da imitare
A partire dagli anni ‘90, decine di giovani registi si cimentano in film sugli zombi cercando di imitare lui, il maestro. Nel corso degli anni gli zombi sono diventati un fenomeno culturale che travalica il genere horror e il cinema. Con le serie TV, i videogame, il merchandising e i siti web, i morti viventi sono ormai tra i personaggi più popolari della cultura di massa. Pensiamo ad esempio al fenomeno The Walking Dead sul quale Romero si espresse così: “è stato un enorme successo in America e quello che mi sorprende è che al tempo del mio primo film sugli Zombie venni molto criticato per la crudeltà delle immagini e ora tutto questo è in tv“.
Onore a Romero
Come si evolveranno gli zombi nei prossimi anni? Una cosa è certa: per averli reinventati e valorizzati, George Romero merita un posto d’onore nella storia del cinema.
“Per me gli zombie rappresentano il cambiamento, la nuova società che mangia la vecchia, portandosi via i suoi vecchi valori”
George Romero