Dopo il successo di critica e pubblico ricevuto alla recente Mostra di Venezia, sarà da domani 11 settembre al cinema The Look Of Silence, il profondo e potente documentario di Joshua Oppenheimer incentrato sul tema dei genocidi in Indonesia.
Tra il 1965 e il 1966 il generale Suharto prende il potere e dà il via ad una delle più sanguinose epurazioni della Storia. Con la complicità e il supporto dell’esercito indonesiano, gruppi para-militari massacrano oltre un milione di persone, tra comunisti, minoranze etniche e oppositori politici. Nato nel 1968, Adi non ha mai conosciuto suo fratello, mutilato e ucciso barbaramente da alcuni membri del Komando Aksi nell’eccidio del Silk River.
Il regista Joshua Oppenheimer, che aveva già rotto il silenzio sul genocidio indonesiano con il suo acclamato The Act of Killing scioccando pubblico e critica di tutto il mondo, porta Adi a incontrare e confrontarsi con i responsabili di quell’atroce delitto, in un percorso che ha come obiettivo quello di tutti i grandi viaggi: la ricerca e l’affermazione della verità. Se The Act Of Killing ha mostrato quali sono le conseguenze quando costruiamo la nostra realtà quotidiana sul terrore e sulle bugie, The Look Of Silence esplora invece cosa significa essere un sopravvissuto in una realtà nata da queste premesse.
Girare un film sui sopravvissuti a un genocidio, per Oppenheimer significa “addentrarsi in un campo minato di cliché, la maggior parte dei quali ha lo scopo di creare un protagonista eroico (al limite della sanità) con cui identificarci, offrendo così la falsa illusione che, nella catastrofe morale di certe atrocità, non assomigliano per niente ai persecutori. Ma presentare i sopravvissuti quasi fossero santi per rassicurare noi stessi sulla nostra bontà significa usarli per ingannarci. È un insulto alla loro esperienza di vita e non ci aiuta affatto a comprendere cosa significhi sopravvivere alle atrocità e vivere una vita devastata dalla violenza di massa, ridotti al silenzio dal terrore”. Per uscire dai cliché occorre dunque esplorare il silenzio.
The Look Of Silence è per il regista “un poema che parla del silenzio che nasce dal terrore, un poema sulla necessità di rompere quel silenzio, ma anche sul trauma che dalla rottura di quel silenzio deriva. Forse il film finisce per essere un monumento al silenzio, un promemoria al fatto che, anche se vogliamo andare avanti guardando da un’altra parte e pensando ad altre cose, nulla potrà ricomporre ciò che è stato spezzato”.
“Nulla risveglierà i morti, dobbiamo fermarci e comprendere le vite che sono state distrutte. Trovare la forza di ascoltare il silenzio che ne consegue”
Joshua Oppenheimer