Diciamoci la verità. L’industria del cinema, da anni, già molto tempo prima dell’arrivo della pandemia, ci ha portato sempre di più fuori dalle sale cinematografiche. Tantissimi, infatti, sono stati i film prodotti e distribuiti su piattaforme video-on-demand di portata mondiale. Su tutti, caso emblematico e primo storico esempio, Roma di Alfonso Cuaron vincitore del Leone D’Oro della Mostra del “Cinema” di Venezia ma in distribuzione esclusiva su Netflix (alla fine, la pellicola, uscì comunque – pochi giorni – anche in sala…).
Una volta arrivata in Italia l’epidemia da CoVid-19 – era fine febbraio e non era ancora pandemia – le sale cinematografiche hanno chiuso le proprie porte: prima “a zone” (a seguito prima delle normative regionali, Lombardia in primis), e successivamente lungo tutto lo stivale con isole (con il decreto dpcm dell’8 marzo). A quel punto, il Mercato-Cinema, ha dovuto ripensare – come vi abbiamo raccontato QUI – il proprio presente e l’immediato futuro, senza avere certezze sulla riapertura del luogo per eccellenza: la sala buia.
Con i dati terribili registrati tra marzo e aprile (ancora oggi drammatici e pesantissimi, ma in calo), diventava sempre più impensabile poter riaprire a breve, soprattutto nella regione più colpita, la Lombardia, cinema e multisala. Il criterio “droplet” (ovvero il distanziamento di almeno 1 metro tra una persona e l’altra), inizialmente adottato a tra fine febbraio e inizio marzo nelle sale rimaste aperte prima del lockdown, sembrava comunque insufficiente da adottare in vista di una riapertura “a breve”. Tant’è vero che, solo poche settimane fa, si pensava che il cinema, così come il teatro (e la musica dal vivo), sarebbe stato tra gli ultimi esercizi a riaprire, addirittura nel 2021.
Invece, da poche ore, è diventata ufficiale la data di riapertura, 15 giugno, e le norme da seguire. La speranza (anche se la preoccupazione, e quindi l’attenzione, è e DEVE essere tanta!) è che questa data venga confermata, in tutta Italia. Vorrà dire che questa Fase 2 avrà dato dei risultati accettabili riguardo alla convivenza tra la nostra società, viva e operativa, e il virus. Premesso che il Cinema è un mercato da salvaguardare e tutelare – i film ci curano, ci fanno sognare e, quindi, ci fanno vivere – guardando le regole da rispettare, mi viene in mente la domanda dell’omonima opera del critico André Bazin: Che Cosa è Il Cinema? La correggerei in: Che Cosa Sarà Dal 15 Giugno Il Cinema?
Il cinema è sempre stato, oltre al luogo della proiezione del film, un’occasione di condivisione. Senza dubbio un appuntamento (per fortuna ancora recentemente) molto amato da coppie che stanno per nascere o già collaudate (che effetto farà andare al cinema in due separati da una poltrona vuota?), o da gruppi di amici che aspettano il fine settimana per svagarsi un po’. Come sarà “gustarsi” un film senza pop-corn e bibita? E ancora: quante volte ci è venuta voglia di andare al cinema “all’ultimo minuto”, anche da soli, senza averlo programmato in anticipo? Quel che è certo è che sarà un tipo di esperienza completamente diversa, più legata alla visione, quasi “professionale”, del film in programma. Che cosa è il Cinema allora? È solo il luogo della visione? O anche quello della condivisione e dello svago? La risposta è: tutti e due.
Nonostante nel tempo i costi siano lievitati (dal biglietto al food&beverage), vedere un film sul grande schermo, al buio, basta e avanza come motivazione principale. È una magia che ci coinvolgerà sempre e comunque, che ci poterà sempre “altrove”. Un giorno torneremo a goderci le sale in modo ancora più spensierato, torneremo a darci la mano, ad abbracciarci durante una sequenza emozionante, semplicemente torneremo a bere qualcosa se ci verrà sete. Non è ancora il momento, serve ancora tantissima attenzione. Basterà, però, tornare in sala per capire una volta di più, ora più che mai, quanto questa settima arte, pensata per proiettare storie su un grande telo bianco, ci ha salvato e ci continua a salvare.
Giacomo Aricò