“Ogni volta che mi illudo d’incontrare quel signore che ritengo sia il teatro, mi rendo conto di vivere la più bella illusione della mia vita”. Parole e sentimenti di Franca Valeri, una donna eccezionale e un’artista infinita che venerdì 31 luglio compie 100 anni. Anima, Amore, Arte. Tre parole che descrivono il suo modo di essere e il suo straordinario talento che ha regalato a noi, il suo pubblico, generazione dopo generazione. Un secolo di emozioni che noi celebriamo parlandovi di un volume che da qualche settimana è disponibile nelle librerie fisiche e digitali e che vede nel suo titolo il contenuto: Franca Valeri – Tutte Le Commedie (edizioni La Tartaruga – La Nave di Teseo). Tutti la conoscono come attrice di teatro, cinema e televisione, ma forse non tutti sanno che dietro l’attrice si nasconde anche una scrittrice di talento. Nel creare i suoi personaggi, si rivela una virtuosa di un’espressività linguistica e di una ricerca stilistica che la annovera di diritto tra i migliori autori del Novecento. Nel suo teatro iniziato negli anni Cinquanta, Franca Valeri è stata l’unica voce femminile in quell’affresco del Paese che cambiava: l’Italia diventava urbana, industriale, borghese, imbottita di cinema americano e di neologismi. Per la prima volta una donna ha puntato lo sguardo e ha raccontato con feroce ironia i vaneggiamenti di tante donne scompensate da una modernità improvvisa, rivoluzionando la comicità femminile. In questo volume sono stati raccolti, per la prima volta, tutte le commedie e gli sketches dove si mettono in scena le velleità e le manie di donne che vivono in modo irresistibilmente divertente le loro moderne tragedie. Un teatro fatto per divertire ma anche per pensare.
Norsa, in arte Valeri
Franca Norsa, in arte Franca Valeri, nasce a Milano da una famiglia ebraica della buona borghesia lombarda il 31 luglio 1920. Il padre ingegnere insiste perché impari bene le lingue straniere come l’inglese e soprattutto il francese. Terminato il liceo classico, a causa delle leggi razziali non può accedere all’università. Dopo la guerra recita a Parigi e a Londra con la compagnia del Teatro dei Gobbi insieme ad Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli e in Italia diventa famosa alla radio con “la Signorina Snob”, il primo personaggio che aprirà la numerosa lista di personaggi femminili – da Cesira la manicure alla Sora Cecioni – nati dal suo genio creativo. Attrice, autrice dei suoi testi, commediografa, scrittrice, regista di prosa e di lirica, sceneggiatrice, Franca Valeri vanta settant’anni di carriera cinematografica, teatrale e televisiva. Ha avuto vari riconoscimenti tra cui Cavaliere della Repubblica italiana, Chevalier des Arts et des Lettres dal ministro della Cultura francese, e due lauree honoris causa. I suoi testi teatrali sono rappresentati e tradotti in tutto il mondo.
Le doti di Franca Valeri
Stupende e commoventi sono queste parole di Lella Costa tratte dalla prefazione al libro Tutte Le Commedie. Un ritratto di Franca Valeri che mi ha emozionato profondamente e che ci tenevo a riportarvi qui sotto:
“Non avere avuto paura di riconoscere una vocazione tanto insolita quanto in contrasto con la famiglia, l’ambiente sociale, la formazione culturale da cui proveniva.
Non avere avuto paura di cambiare radicalmente la propria vita.
Essere riuscita a lasciare la città che amava e a innamorarsi anche di un’altra città, che soprattutto allora appariva come un mondo a parte, misterioso e anche un filo pericoloso.
Essere riuscita ad appartenere a entrambe, e a farsi amare da entrambe.
Non avere mai rinnegato le proprie origini, sociali e culturali.
Non essersi mai vergognata di avere studiato, e tanto, e bene.
Di parlare un italiano perfetto, e di averlo saputo tradurre, a volte semplifi care, senza mai tradirlo.
Di parlare addirittura altre lingue, talmente bene da poterci recitare.
Avere fatto dell’ironia la cifra prediletta, l’arma preferita, la sintesi del suo punto di vista sul mondo.
Essere stata autenticamente aristocratica, autoironicamente snob, acutamente intelligente, prodigiosamente teatrale.
Avere sistematicamente preso in giro gli aristocratici, gli snob, gli intellettuali e i teatranti.
Essere riuscita a intercettare gli umori e i gusti di molti tipi di pubblico, e averli incantati e divertiti tutti senza compiacerne nessuno.
Essere stata nazionalpopolare pur frequentando l’avanguardia, e trasversale quando era un aggettivo che si usava solo in toponomastica.
Avere saputo recitare da sola o con altri, sempre con risultati straordinari.
Avere saputo scrivere per se stessa e per gli altri, sempre con risultati straordinari.
Essere stata eclettica senza farlo pesare, autorevole senza farsi detestare, divertente senza farsi pregare.
Avere aborrito e bandito ogni forma di retorica.
Avere sempre rivendicato autonomia di pensiero e di giudizio, e preso posizione per convinzione, mai per appartenenza.
Aver saputo padroneggiare una partitura musicale esattamente come un copione teatrale.
Avere amato il pubblico senza riserve.
E avere realizzato tutto questo col suo modo inconfondibile di essere donna: a volte da vera pioniera, spesso in solitudine, sempre con la grazia inarrivabile di un talento unico di cui noi – happy few – non saremo mai abbastanza grati”.
Trackbacks